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Bar Picchio a Milano: addio a Paolo, la sua anima per 55 anni

Con la morte di Paolo patron del Bar Picchio Milano perde uno dei protagonisti della movida di Porta Venezia
giovedì, 02 Maggio 2024 di

L’anima del Bar Picchio, in via Melzo a Milano, non c’è più: è morto Paolo (Scoccimarro, ma per tutti semplicemente Paolo).

La voce si è sparsa rapidamente, e la reazione commossa del popolo del Picchio non si è fatta attendere. Messaggi, cordoglio, ricordi, sorrisi per una persona che ha attraversato, dietro il bancone del suo Bar Picchio, 50 anni e passa di storia di Milano.

La scomparsa di Paolo è stata annunciata con un post, anonimo, sui social, sei parole e un cuore: Ciao ’stasera il Picchio è chiuso!

Francesco Paolo Scoccimarro, pugliese di Trani, emigrato a Milano negli anni Sessanta, aveva rilevato la gestione del Bar Picchio nel 1969. Al suo fianco, la moglie Caterina.

Nel tempo, il locale è diventato uno dei centri della vita notturna di Porta Venezia, e uno dei pionieri della movida a Milano. Il termine movida definisce l’atmosfera di vitalità culturale e artistica della Spagna degli anni Ottanta, appena uscita dal franchismo. Arrivato in Italia attorno al 1990, è passato a indicare la vivacità della vita notturna milanese, con i giovani in movimento fra i vari locali. 

E nel tempo via Melzo è diventata un centro affollatissimo della movida – vedi ad esempio locali come Denis Pizza di Montagna, Polpo, Egalité, Kanpai, Røst, Alla Concorrenza…

Una formula vincente per il Bar Picchio a Milano

bar picchui milano fototessera ph martacipero

Anzitutto, il suo pubblico. Una clientela di aficionados, attratti dall’atmosfera, dai prezzi (tuttora) ridicolmente bassi, dall’ambiente informale e d’antan, pressoché immobile nel tempo. Dal casino, con avventori che tracimavano dal locale su marciapiede e carreggiata, prima ancora che la via si riempisse di locali più o meno “fighetti”. Casino che attirava spesso le lamentele dei residenti in zona. E che ai tempi del Covid-19 aveva portato alla chiusura per 5 giorni per mancato rispetto di distanziamento e obbligo di mascherine.

Una clientela composita, gente della zona, compresi “umarell” in pausa, studenti, giovani alternativi, artisti e musicisti. Clientela che si è auto-rappresentata, nel tempo, nelle centinaia, migliaia di fototessera appiccicate alle pareti del Bar Picchio a Milano.

Una clientela a cui fa cenno anche la rapper Myss Keta nel suo brano Le Ragazze di Porta Venezia:

Io, Miuccia e Donatella
Piazza al Picchio, poi passa una gazzella (ciao)

paolo scoccimarro ph Andrea Cherchi
Paolo Scoccimarro, patron del Bar Picchio a Milano. Foto Andrea Cherchi

Ma prima ancora il successo va cercato nel personaggio-Paolo, che aveva portato a Milano l’anima dei “trani”, le osterie di una volta. A Milano, il termine “trani” indicava le bettole che servivano il vino di Trani, un vino rosso sfuso. E qui era rimasta l’anima del trani, i prezzi bassi, le bustine di patatine industriali, i caffè offerti. Il Chupicchio, il chupito creato da Paolo. E le chiacchiere anche fra perfetti sconosciuti, e gli amori sbocciati al bancone. 

Restano i figli del Bar Picchio, pardon – di Paolo, Carmen e Felice, a portare avanti l’eredità paterna a Porta Venezia a Milano. E Paolo potrà riposare, sorseggiando il suo Chupicchio. 

[Immagini: Zero.eu, Facebook, Martacipero, Andrea Cherchi]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.