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Arrigo Cipriani, non nuovo alle interviste impertinenti, sostiene che l’Harry’s Bar, uno dei locali più famosi al mondo, sia una scuola di vita e di lavoro, e che offra al personale che si impegna opportunità di crescita e di carriera.
\n\n\n\nEppure il locale non sembra ricevere molte candidature, nonostante la pubblicità e la posizione prestigiosa. Arrigo Cipriani non trova personale per diverse posizioni: camerieri, pasticceri, contabili e persino un motoscafista.
\n\n\n\nL’imprenditore veneziano se l’è presa con il reddito di cittadinanza, che secondo lui ha creato una mentalità negativa nei confronti del lavoro, incoraggiando le persone a rimanere a casa anziché cercare un’occupazione.
\n\n\n\nIl ristoratore sostiene che questa mentalità abbia compromesso il mondo del lavoro, rendendo ancora più difficile trovare personale disposto a lavorare, soprattutto in un settore come quello della ristorazione che richiede impegno fisico e mentale.
\n\n\n\nArrigo Cipriani, però, non accetta che il personale detti legge sulle cifre. Alla domanda sulla retribuzione dei suoi dipendenti ha risposto che paga loro il salario previsto dal contratto nazionale.
\n\n\n\nL’Harrys Bar rispetta le norme contrattuali e paga i suoi dipendenti correttamente, secondo il titolare del locale veneziano, con benefici come la tredicesima e la quattordicesima, gli straordinari e il pagamento durante i periodi di malattia.
\n\n\n\nL’intervista e le dichiarazioni dell’imprenditore, come facilmente prevedibile, hanno alzato un polverone.
\n\n\n\nC’è chi ha incolpato Arrigo Cipriani di non essere alla ricerca di personale ma al massimo di pubblicità. Altrimenti avrebbe proposto stipendi migliori ai giovani che si sono candidati.
\n\n\n\nE chi lo ha accusato di speculare su una rendita di posizione (il locale conosciuto in tutto il mondo si trova in Calle Vallaresso, nel sestiere di San Marco, vicino al Canal Grande, in una città turistica come Venezia) che genera redditi per pochi senza perseguire qualità e innovazione.
\n\n\n\nPiù di uno ha tirato fuori l’accusa di evasione fiscale per un milione di euro (Cipriani è finito in tribunale per non aver versato all’erario rispettivamente 524 mila euro nel 2013 e 452 mila l’anno successivo).
\n\n\n\nMa nell’occhio del ciclone, più delle affermazioni di Arrigo Cipriani sulla difficoltà di trovare personale, sono finiti i prezzi dell’Harrys Bar di Venezia. Con la foto di un menu del locale che ha indignato molti commentatori. Ecco un estratto.
\n\n\n\nCENA ALLA CARTA
\n\n\n\nCaviale Osietra Imperial g.200 – 460 €
\n\n\n\nPRIMI PIATTI
\n\n\n\nSECONDI PIATTI
\n\n\n\nL’Harry’s Bar di Venezia, da non confondere con le sedi di altre città, può permettersi certi prezzi perché è un locale storico, dichiarato nel 2001 patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.
\n\n\n\nFondato nel 1931 da Giuseppe Cipriani, è diventato luogo d’incontro per scrittori, artisti, aristocratici e celebrità. Tra i suoi clienti più famosi ci sono stati Ernest Hemingway, Orson Welles, Truman Capote e Peggy Guggenheim.
\n\n\n\nAl piano inferiore c’è il bar, dove il personale assunto da Arrigo Cipriani serve cocktail famosi come il Bellini e lo Spritz, e al piano superiore c’è l’elegante ristorante dell’Harry’s Bar. ll prezzo medio per una cena è di circa 100 euro a persona.
\n\n\n\nTutto questo, però, non ha evitato al ristoratore veneziano un ampio flusso di polemiche.
\n\n\n\nSono scattati i paragoni con alcuni ristoranti stellati, meno costosi dell’Harry’s Bar. Qualcuno ha obiettato sul livello dei piatti, oggi non più all’altezza di un tempo. In molti hanno obiettato che, “se Arrigo Cipriani fa pagare un piatto di baccalà 62 € può pagare più del minimo sindacale il personale che non trova”.
\n\n\n\nInevitabile la conclusione, il cui senso è questo, se un ristorante con certi prezzi esiste è perché ha un mercato. Nessuno obbliga ad andarci
\n","description":"Arrigo Cipriani, che non trova personale per l’Harry’s Bar, accusa il reddito di cittadinanza. Ma scatena polemiche sui prezzi del locale"}]}Arrigo Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia, ha difficoltà a reperire personale per il suo locale.
In un’intervista data ieri al Corriere, provocatore e battagliero nonostante i 91 anni, Cipriani ha lamentato la scarsa professionalità e motivazione dei giovani che si candidano per lavorare nel suo locale.
E ha criticato la mentalità italiana basata sulle ferie e sulle agevolazioni.
Arrigo Cipriani, non nuovo alle interviste impertinenti, sostiene che l’Harry’s Bar, uno dei locali più famosi al mondo, sia una scuola di vita e di lavoro, e che offra al personale che si impegna opportunità di crescita e di carriera.
Eppure il locale non sembra ricevere molte candidature, nonostante la pubblicità e la posizione prestigiosa. Arrigo Cipriani non trova personale per diverse posizioni: camerieri, pasticceri, contabili e persino un motoscafista.
L’imprenditore veneziano se l’è presa con il reddito di cittadinanza, che secondo lui ha creato una mentalità negativa nei confronti del lavoro, incoraggiando le persone a rimanere a casa anziché cercare un’occupazione.
Il ristoratore sostiene che questa mentalità abbia compromesso il mondo del lavoro, rendendo ancora più difficile trovare personale disposto a lavorare, soprattutto in un settore come quello della ristorazione che richiede impegno fisico e mentale.
Arrigo Cipriani, però, non accetta che il personale detti legge sulle cifre. Alla domanda sulla retribuzione dei suoi dipendenti ha risposto che paga loro il salario previsto dal contratto nazionale.
L’Harrys Bar rispetta le norme contrattuali e paga i suoi dipendenti correttamente, secondo il titolare del locale veneziano, con benefici come la tredicesima e la quattordicesima, gli straordinari e il pagamento durante i periodi di malattia.
L’intervista e le dichiarazioni dell’imprenditore, come facilmente prevedibile, hanno alzato un polverone.
C’è chi ha incolpato Arrigo Cipriani di non essere alla ricerca di personale ma al massimo di pubblicità. Altrimenti avrebbe proposto stipendi migliori ai giovani che si sono candidati.
E chi lo ha accusato di speculare su una rendita di posizione (il locale conosciuto in tutto il mondo si trova in Calle Vallaresso, nel sestiere di San Marco, vicino al Canal Grande, in una città turistica come Venezia) che genera redditi per pochi senza perseguire qualità e innovazione.
Più di uno ha tirato fuori l’accusa di evasione fiscale per un milione di euro (Cipriani è finito in tribunale per non aver versato all’erario rispettivamente 524 mila euro nel 2013 e 452 mila l’anno successivo).
Ma nell’occhio del ciclone, più delle affermazioni di Arrigo Cipriani sulla difficoltà di trovare personale, sono finiti i prezzi dell’Harrys Bar di Venezia. Con la foto di un menu del locale che ha indignato molti commentatori. Ecco un estratto.
CENA ALLA CARTA
Caviale Osietra Imperial g.200 – 460 €
PRIMI PIATTI
SECONDI PIATTI
L’Harry’s Bar di Venezia, da non confondere con le sedi di altre città, può permettersi certi prezzi perché è un locale storico, dichiarato nel 2001 patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.
Fondato nel 1931 da Giuseppe Cipriani, è diventato luogo d’incontro per scrittori, artisti, aristocratici e celebrità. Tra i suoi clienti più famosi ci sono stati Ernest Hemingway, Orson Welles, Truman Capote e Peggy Guggenheim.
Al piano inferiore c’è il bar, dove il personale assunto da Arrigo Cipriani serve cocktail famosi come il Bellini e lo Spritz, e al piano superiore c’è l’elegante ristorante dell’Harry’s Bar. ll prezzo medio per una cena è di circa 100 euro a persona.
Tutto questo, però, non ha evitato al ristoratore veneziano un ampio flusso di polemiche.
Sono scattati i paragoni con alcuni ristoranti stellati, meno costosi dell’Harry’s Bar. Qualcuno ha obiettato sul livello dei piatti, oggi non più all’altezza di un tempo. In molti hanno obiettato che, “se Arrigo Cipriani fa pagare un piatto di baccalà 62 € può pagare più del minimo sindacale il personale che non trova”.
Inevitabile la conclusione, il cui senso è questo, se un ristorante con certi prezzi esiste è perché ha un mercato. Nessuno obbliga ad andarci