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15 Dicembre 2025 Aggiornato il 15 Dicembre 2025 alle ore 08:24

Città del Cioccolato a Perugia, il museo: info, prezzi, cosa vedere

A Perugia ha aperto un nuovo museo dedicato al cioccolato, la Città del Cioccolato, che ha restituito vita all’ex Mercato Coperto del 1932
Città del Cioccolato a Perugia, il museo: info, prezzi, cosa vedere

A Perugia ha aperto un nuovo museo dedicato al cioccolato, la Città del Cioccolato, che ha restituito vita a uno dei luoghi più iconici: l’ex Mercato Coperto, aperto nel 1932 e cuore commerciale della città fino agli anni Sessanta. Oggi quello spazio, carico di storia urbana, è la porta d’accesso a un percorso immersivo che racconta il cacao dalla sua origine fino alle eccellenze contemporanee.

Nel 2019 il Comune di Perugia lanciò un progetto di valorizzazione che prevedeva il recupero della sede per un “progetto cioccolato”, assegnato a Destinazione Cioccolato Srl S.B., con una concessione trentennale a partire dal 2024. I lavori di restauro e riqualificazione hanno trasformato i locali in un museo di circa 2.800 metri quadrati distribuiti su più livelli, con scenografie, installazioni immersive, e aree interattive dedicate all’intera filiera del cacao. L’investimento complessivo per la realizzazione del progetto è di circa 6 milioni di euro.

​​Il museo del cioccolato è stato ufficialmente inaugurato il 30 ottobre 2025, con un open day dedicato ai cittadini di Perugia e l’evento ha fatto registrare il tutto esaurito. La riapertura al pubblico e ai turisti è partita dal 1° novembre 2025. Secondo il progetto, sono previste fino a 300.000 visite l’anno (a partire dal terzo anno di attività).

Alle origini del cacao: il viaggio comincia dai Maya

i Maya nel museo della Città del Cioccolato

La visita si apre con un simbolo potente: la riproduzione del vaso Maya “Maglia Cincipe”, il reperto su cui sono state identificate le prime tracce di cacao della storia. Da qui il museo conduce nelle sale dedicate alle civiltà precolombiane. Dove si incontrano strumenti come il metate, la pietra usata per macinare le fave, e reperti che intrecciano archeologia e scoperte scientifiche recenti. Come la conferma che l’origine genetica della pianta risale a circa 7,5 milioni di anni fa.

Il percorso segue un filo logico e chiaro: dagli Olmechi ai Maya, fino agli Aztechi, con la figura imponente di Montezuma, per il quale il cacao era moneta, bevanda regale e materia sacra.

Il momento che cambia tutto: l’arrivo di Cortés

Hérnan Cortés nel museo della Città del Cioccolato

Una svolta epocale campeggia al centro del racconto: l’arrivo di Hernán Cortés nel 1519. Accolto da Montezuma come una divinità, Cortés porta con sé in Europa non solo oro ma anche cacao. La bevanda amara e speziata delle civiltà mesoamericane, fatta solo di acqua, cacao e spezie, inizia un lungo percorso di adattamento fino a diventare la cioccolata moderna. Il museo mostra le prime rotte commerciali e, sala dopo sala, rende omaggio ai Paesi europei che hanno contribuito a sviluppare la cultura del cioccolato.

È nel 1528 che il cacao approda ufficialmente sul continente iniziando la sua trasformazione da bevanda amara e speziata mesoamericana a cioccolata adattata ai gusti europei. Tra le date chiave, spicca il 1847, anno in cui in Inghilterra nasce la prima tavoletta solida.

La collezione di Roberto Caraceni

Una sezione di grande fascino del museo di Perugia ospita la collezione di Roberto Caraceni, uno dei più autorevoli esperti italiani di cioccolato. In 40 anni ha raccolto incarti, scatole, dispenser e oggetti rarissimi, oggi esposti accanto a installazioni digitali interattive come quella dell’artista Manuel Gardina, che reagisce ai movimenti del pubblico grazie a sensori a infrarossi.

Il museo e l’Italia con i suoi distretti del cioccolato

Il percorso dedica un capitolo importante al ruolo dell’Italia, tra i primi Paesi europei a ricevere il cacao già nel 1559, grazie ai rapporti privilegiati tra la Casa Savoia e la corte spagnola. Una sezione racconta i grandi distretti italiani – Torino, Perugia, e altri poli storici – attraverso pubblicità, marchi e prodotti che hanno segnato oltre un secolo di tradizioni. Una sala speciale valorizza anche le aziende italiane rimaste fuori dai distretti ma fondamentali nello sviluppo del settore.

Luisa Spagnoli: il cuore narrativo del museo del cioccolato

Luisa Spagnoli nel museo della Città del Cioccolato

Il fulcro emozionale della visita è dedicato a Luisa Spagnoli, imprenditrice visionaria e figura centrale della storia locale e nazionale.

Da giovanissima acquista con il marito Annibale la confetteria Corelli; l’aumento dei dazi sullo zucchero la spinge a intuire il potenziale del cacao.

i Baci Perugina nel museo della Città del Cioccolato

Nel 1907 nasce la Perugina, fondata insieme alla famiglia Buitoni, anche se Luisa non compare nell’atto ufficiale a causa delle limitazioni giuridiche imposte alle donne dell’epoca.

Innovatrice sotto ogni aspetto, Luisa Spagnoli introduce mense aziendali, asili interni, supporto alla maternità e soprattutto inventa il Bacio Perugina, prima chiamato “Cazzotto”, insieme ai celebri bigliettini d’amore.

La narrazione segue poi gli spostamenti dello stabilimento (da via Alessi alla stazione e infine a San Sisto) e la storia personale che lega Luisa a Giovanni Buitoni, più giovane di lei ma suo grande amore, destinato infine a guidare l’azienda al suo fianco.

Il museo sottolinea con chiarezza che l’attuale Perugina – oggi parte di Nestlé – non ha partecipato alla nascita di questo nuovo spazio culturale. Il museo del cioccolato è restaurato e inaugurato da un gruppo locale da un’idea di Eugenio Guardacci, fondatore di Eurochocolate, il Festival del Cioccolato.

La Coppa della Perugina e Choco Expo con i progetti internazionali

Tra le sorprese più scenografiche del museo del cioccolato c’è la sala dedicata alla Coppa della Perugina, gara automobilistica degli anni Venti e uno dei primi esempi di sponsorizzazione industriale nello sport. Qui è esposta una Fiat Balilla originale degli anni Trenta, dono di un collezionista perugino, che riporta i visitatori nell’atmosfera delle prime competizioni su strada.

Il percorso include anche l’area Choco Expo, che ogni mese accoglie iniziative della filiera globale del cacao. Tra queste compare, ad esempio, Agro Caderas, nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo e la Colombia.

La pianta, il frutto, la lavorazione

L’ultima parte del museo è immersiva: esplora la pianta del cacao, una delle poche al mondo a fruttificare direttamente sul tronco (fenomeno noto come caulifloria). Dal raccolto delle cabosse alla fermentazione, dall’essiccazione alla preparazione nei container per il trasporto, il visitatore attraversa ogni fase produttiva. Un reportage fotografico, Las Mujeres del Cacao, valorizza il ruolo centrale delle donne nelle coltivazioni venezuelane.

Laboratori per bambini e famiglie, la Fabbrica Bean to Bar

L’ultima tappa è pensata per i più piccoli, con laboratori in cui colorare cabosse, piantare una fava di cacao o portare a casa piccoli elaborati creativi. Un modo delicato per chiudere un percorso che unisce storia, antropologia, tecnologia e gusto.

Tra le attività consigliate c’è il laboratorio Bean to Bar: con un costo extra di 12 euro, bambini e adulti possono trasformare 100 grammi di fave crude nella propria tavoletta di cioccolato da portare a casa.

La sede di Cacao of Excellence

Una particolarità preziosa: il museo ospita ora la sede dei tecnici di Cacao of Excellence, prima situata a Roma. Da una grande vetrata si possono osservare gli esperti al lavoro: una giuria internazionale di 30 professionisti è incaricata di selezionare i 50 migliori produttori di cacao al mondo.

Perché visitare il museo del cioccolato

La Città del Cioccolato non è semplicemente un museo: è un viaggio multisensoriale che unisce storia, cultura, sostenibilità, formazione e intrattenimento. La struttura utilizza scenografie immersive (foresta equatoriale, suoni, ambientazioni), percorsi interattivi, e racconta non solo la storia del cacao, ma anche le sue implicazioni sociali, economiche e culturali.

Per chi ama il cioccolato, è un’occasione per scoprire da dove viene, come si trasforma, quali sono le storie e le persone dietro a un prodotto che spesso diamo per scontato. Per chi visita Perugia, è un modo per conoscere un lato nuovo della città: non solo arte, storia e monumenti, ma anche un’identità legata al gusto, all’innovazione e al territorio.

Prezzi e tipologie di biglietto del museo del cioccolato

Le tariffe per accedere alla Città del Cioccolato variano in base al giorno. Il biglietto individuale costa 14 euro nei giorni feriali, 16 euro nei giorni festivi e prefestivi, 18 euro nelle ricorrenze.

Per gruppi, scuole e famiglie sono previste tariffe agevolate. Ad esempio, nei giorni feriali un adulto paga 12 euro e un bambino 8 euro; nei giorni festivi la tariffa sale a 15 euro per adulti e 10 euro per bambini. Alcune fasce di età possono beneficiare di gratuità, come i bambini molto piccoli.

Città del Cioccolato. Via della Rupe, 06121 Perugia PG. Telefono: 378 309 3537. Instagram

Orari. Dal lunedì al venerdì 10:00-19:00; sabato e domenica, 09:00-19:00.

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