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12 Settembre 2016 Aggiornato il 12 Settembre 2016 alle ore 18:50

Esselunga. Bernardo Caprotti vende tutto e non lascia niente ai figli

L'Esselunga è ufficialmente in vendita. Bernardo Caprotti, patron del colosso di supermercati italiani, ha dato mandato alla banca d'affari Usa Citigroup
Esselunga. Bernardo Caprotti vende tutto e non lascia niente ai figli

esselunga

L’Esselunga è ufficialmente in vendita.

Bernardo Caprotti, patron del colosso di supermercati italiani, ha dato mandato alla banca d’affari Usa Citigroup di trovare un valido acquirente.

Decisione che appare come un deus ex machina, atto a risolvere l’annosa questione “ereditaria” che vede Caprotti in lite (legale) con i figli.

Prodromi dell’attrito erano già visibili negli anni ’90, quando il primogenito Giuseppe fu allontanato dall’azienda di famiglia a seguito di un litigio con il padre. Crisi trans-generazionale che è evoluta in una lunga e dura battaglia giocata in tribunale, a suon di cause, dal 2012 in poi.

bernardo-caprotti

L’ultima sentenza (della Corte d’Appello) ha attribuito a Bernardo Caprotti la piena titolarità delle azioni del gruppo, e oggi, prima che la Cassazione emetta il verdetto finale, arriva la decisione definitiva: vendere, vendere, vendere!

Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro, si augura che il futuro compratore sia italiano ma, a seguito di un incontro a Milano per la possibile cessione di Esselunga a imprenditori esteri, ha aggiunto: “ritengo anche che l’importante è avere un imprenditore che ha intenzione di fare bene l’imprenditore, come ha fatto Caprotti finora, con questo bellissimo gruppo. Se rimane in mano a imprenditori italiani ben venga, se così non dovesse essere io credo che l’Italia abbia comunque interesse a portare sul suo territorio investitori internazionali, se vogliamo crescere in un mercato che è aperto e competitivo“.

Pare che la voce sia arrivata a due mostri sacri della GDO ovvero il gruppo Usa Walmart e quello francese Carrefour, che già in passato avevano dichiarato il loro interesse a Caprotti, ricevendo in cambio un clamoroso due di picche.

La trattativa, il cui valore stimato è tra i 4 e i 6 miliardi di euro, al momento sembra non incuriosire gli italiani. E nessun cenno neanche da casa Farinetti, altro colosso targato Italia, sarà perché secondo il patron di Eataly chi compra da Esselunga non sa fare la spesa?

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