Logo
Leggi, Mangia, Bevi, Ama
Cercacerca
menu
banner statico
Notizie
28 Luglio 2025 Aggiornato il 28 Luglio 2025 alle ore 12:14

L’accordo sui dazi USA-UE al 15% danneggia il vino italiano

Le tariffe dei dazi USA-UE al 15% per il vino italiano significano un danno di 317 milioni di euro: ecco i vini che rischiano di più
L’accordo sui dazi USA-UE al 15% danneggia il vino italiano

U n mezzo sospiro di sollievo ha accolto l’accordo USA-UE sui dazi al 15%. Percentuale concordata da Donald Trump e Ursula von der Leyen sui prodotti made in Europa importati dagli Stati Uniti. Rispetto alle percentuali ben più alte ventilate nei giorni scorsi, sembrerebbe una mezza vittoria. Anche in ottica di lungo periodo poiché tra 3 anni, cioè alla scadenza del mandato presidenziale di Trump, potranno essere ridiscussi. Sempre, in teoria, dalla stessa Presidente della Commissione Europea.

Ci sono ancora eccezioni da definire, cioè quali beni potranno essere esentati. O invece al contrario essere colpiti da dazi più pesanti (è il caso del 50% sull’alluminio).

Ma in questo clima di bicchiere mezzo vuoto anziché mezzo pieno, è proprio il settore del vino a guardare con maggiore preoccupazione ad una imposizione del 15% sulle bottiglie.

L’agenzia Ansa ha riportato fonti UE all’indomani dell’accordo con gli USA sui dazi. “Le trattative” su possibili esenzioni per il vino “sono ancora in corso. Al momento non c’è una tempistica precisa, ma sembrano esserci progressi più significativi sul fronte dei distillati”.

Cosa dice il Consorzio del vino Brunello di Montalcino sui dazi USA – UE

“I dazi al 15% infliggeranno un duro colpo al Brunello di Montalcino e metteranno a dura prova la resistenza delle aziende. In attesa di conoscere la lista dei prodotti dazi ‘zero per zero’, è evidente che l’applicazione del dazio causerà un rallentamento delle esportazioni verso la nostra prima destinazione di sbocco”. Così Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, commenta la notizia dell’accordo quadro Ue-Usa. 

“Il mercato americano vale il 30% delle nostre esportazioni,  pari a oltre 3 milioni di bottiglie. In questo scenario sarà difficile se non impossibile riallocare l’invenduto nel breve periodo su altre piazze”, prosegue Bartolommei.

“Per questo è necessario procedere celermente sulla via di nuovi negoziati commerciali, a partire dal Mercosur, per aprire nuove rotte. Il Consorzio del vino Brunello di Montalcino continuerà a presidiare il mercato statunitense. Infatti, abbiamo già confermato tutti gli appuntamenti del 2026. Come il Benvenuto Brunello a New York e la partecipazione al Food e Wine ad Aspen, uno dei festival più importanti del settore negli Usa. Al contempo stiamo predisponendo un piano rafforzato di promozione in Asia”.

I dati della Unione Italiana Vini

vino e dazi USA-UE al 15%: chi rischia

Con i dazi al 15% il bicchiere rimarrà mezzo vuoto per almeno l’80% del vino italiano. Il danno che stimiamo per le nostre imprese è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi. Mentre per i partner commerciali d’oltreoceano il mancato guadagno salirà fino a quasi 1,7 miliardi di dollari. Il danno salirebbe a 460 milioni di euro qualora il dollaro dovesse mantenere l’attuale livello di svalutazione. Facciamo sin d’ora appello al governo italiano e all’Ue per considerare adeguate misure per salvaguardare un settore che grazie al buyer statunitense era cresciuto molto”.

Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi che considera positiva almeno l’uscita dall’incertezza.

Secondo le analisi Uiv, a inizio anno la bottiglia di vino italiana in uscitadalla cantina a 5 € costava al supermercato 11,5 dollari. Ora tra dazio e svalutazione della moneta statunitense, il prezzo della stessa bottiglia sarebbe vicino ai 15 dollari. Con la conseguenza che, se prima il prezzo finale rispetto al valore all’origine aumentava del 123%, da oggi lieviterà al 186%.

La stessa bottiglia da 5 € rischierà di costare al tavolo di un ristorante – con un ricarico normale – circa 60 dollari.

Quali sono i vini italiani che rischiano di più con i dazi USA-UE al 15%

Rispetto ai competitor europei, l’Italia rischia inoltre di subire un impatto maggiore, spiega il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti. Da una parte per la maggiore esposizione netta sul mercato statunitense, pari al 24% del valore totale dell’export contro il 20% della Francia e l’11% della Spagna. Dall’altra per la tipologia dei vini italiani che puntano sul rapporto qualità – prezzo e per l’80% sono nelle fasce “popular”. Cioè a un prezzo franco cantina di 4,2 euro al litro. Mentre solo il 2% delle bottiglie sono in fascia superpremium.

Per Uiv, ben il 76% (l’equivalente di 366 milioni di pezzi) delle 482 milioni di bottiglie italiane spedite lo scorso anno verso gli Stati Uniti si trova in “zona rossa”. Aree enologiche con picchi assoluti per il Moscato d’Asti (60%), il Pinot grigio (48%), il Chianti Classico (46%), i rossi toscani Dop al 35%, quelli piemontesi al 31% così come il Brunello di Montalcino, per chiudere con il Prosecco al 27% e il Lambrusco. In totale sono 364 milioni di bottiglie, per un valore di oltre 1.3 miliardi di euro, ovvero il 70% dell’export italiano verso gli Stati Uniti.

Nessun Commento
Non ci sono ancora commenti
scatti di gusto
Scatti di Gusto di Vincenzo Pagano
info@scattidigusto.it
P.IVA: 01353010539
Privacy Policy-Cookie Policy-Preferenze
Sviluppato da
*redmango - Web Agency Torino