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1 Dicembre 2015

Milano. La Cassinetta di Ezio Santin riapre con Salvatore Garofalo

Riapre stasera, martedì 1 dicembre 2015, l’Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano. La “Cassinetta” è stata il tempio di Ezio e Renata Santin
Milano. La Cassinetta di Ezio Santin riapre con  Salvatore Garofalo

Cassinetta osteria del ponte

Riapre stasera, martedì 1 dicembre 2015, l’Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano. La “Cassinetta” è stata il tempio di Ezio e Renata Santin dal 15 dicembre 1976 al luglio del 2011. Trentacinque anni incredibili, che hanno segnato la storia della cucina italiana. Pioniere come l’amico Gualtiero Marchesi, rivoluzionario vero prima delle decine di riviste di cucina e degli altrettanti programmi televisivi, Ezio Santin ha sempre saputo esprimere la sua creatività restando fedele alle materie prime, lasciandole “cantare” nei suoi piatti ma guidandole con la “bacchetta” come farebbe un direttore d’orchestra.

E quella di oggi non è semplicemente una “riapertura”. Perché a riaccendere i fornelli della Cassinetta è Salvatore Garofalo che di Santin è stato a lungo discepolo. Quarantasei anni, cuoco di lungo corso con esperienze importanti alle spalle nelle cucine, oltre che di Santin, di Gualtiero Marchesi, Sergio Mei e Pietro Leemann, Garofalo ha scelto anni fa di percorrere, anche lui da pioniere, una nuova strada nella cucina italiana. Quella della cucina con la birra e abbinata alle birre.

Birre artigianali, italiane e straniere, che oggi costituiscono uno dei fenomeni più interessanti nel mondo del “cibo”. Espressione di libertà creativa e talento tecnico dei birrai, per questo e per altri versi più assimilabili agli chef che ai vignaioli.

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Salvatore Garofalo ha avuto come palcoscenico la cucina de La Ratera, locale milanese in zona Parco di Trenno. È qui che, insieme a Marco Rinaldi, socio e profondo conoscitore dell’universo brassicolo, ha fatto uscire la “cucina alla birra” dalle sue radicate radici nella gastronomia nord-europea per portarla nel differente, ma pure incredibilmente più ricco, paniere della cucina italiana.

Una sfida che per certi versi sarà riproposta sul palco nobile della Cassinetta. Una responsabilità non da poco, affidatagli proprio da Ezio Santin, alla quale Garofalo risponde non cercando di emulare il suo maestro né volendo ricreare una fotocopia di ciò che era la cucina di Santin, ma lanciando una nuova sfida ai palati gourmet. Esattamente come aveva fatto la coppia Santin in quell’ormai lontano 1976.

“Saper leggere i tempi e talvolta anticiparli”
C’è insomma un fil rouge tra la Cassinetta di ieri e quella di oggi. Il fil rouge di un’amicizia e di una stima reciproca, il fil rouge del gusto per la sfida da giocare in anticipo sui tempi e il fil rouge dell’inalterato timone ben saldo sulla rotta che valorizza le materie prime, che rispetta il ciclo delle stagioni, che ricerca e premia i piccoli produttori locali. Una cucina, per dirla con le parole di Garofalo, “il più possibile naturale”. Che faccia bene e che faccia stare bene.

La nuova avventura della Cassinetta è dunque sulla rampa di lancio. L’ambiente è quello che si conosce da tempo: la vecchia locanda del ‘500, il Naviglio che le scorre accanto, il camino importante e quel pavimento che, da solo, racconta una storia.
È un po’ come se si riaprisse un libro al quale ci siamo affezionati con la sorpresa di trovarvi un nuovo, inaspettato, capitolo. Ed è tempo di tornare a “leggere” la Cassinetta…

Cosa aspettarsi da questa riapertura?
Innanzitutto non aspettarsi un “certo” tipo di cucina. Sarà la cucina di Salvatore Garofalo, il riflesso della sua esperienza ma soprattutto della sua anima.
Sarà una cucina molto simile a quella della Ratera.
Una cucina “abbordabile”, non pretenziosa come prezzo e come proposta di cibo, con un legame con il territorio più forte di prima.
Una cucina dove si potrà gustare la carne e il pesce, dove torneranno i salumi “per tornare con i piedi per terra” ma soprattutto ci sarà molta verdura. Formaggi a caglio vegetale, formaggi vegani.
Un menu che cambierà spesso. Anche giornalmente all’occorrenza.
Salvatore Garofalo ricerca e propone la cucina sana.

La carta “beverage” sarà principalmente la “carta delle birre”, perché si potranno scegliere dei vini ma soprattutto si berrà birra.

L’Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano vuole essere l’occasione per una gita fuori porta dove trovare cibo genuino, una “casa di campagna” dove stare bene. Un luogo dove lasciarsi incuriosire e dove ci sarà spazio per tutti i gusti e per tutti.

La serata di oggi (non un’inaugurazione, ma il varo della nuova conduzione) è su prenotazione e le prenotazioni si ricevono esclusivamente al numero 342 9618747.

Da mercoledì 2 dicembre l’Antica Osteria del Ponte sarà aperta anche a pranzo, domeniche comprese.

Antica Osteria del Ponte. Piazza Gaetano Negri, 9. Cassinetta di Lugagnano (Milano)

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