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Web 2.0 e gastronomia. Dissapore comprato, Gambero Rosso in Borsa, Agrodolce cambia

mercoledì, 29 Aprile 2015 di

dissapore

È in movimento la geografia virtuale dei siti specializzati in cibo.

La notizia più clamorosa sembrava, fino all’altro ieri, l’acquisizione da parte di NetAddiction guidata da Andrea Pucci di Dissapore.com per creare un polo editoriale gastronomico con il nascituro Ifood delle Bloggalline e il rivitalizzato Spigoloso che dalle ricette passa ad occuparsi di ristoranti per non coprire l’area affidata alla squadra capitanata da Vatinee Suvimol e Monica Zacchia. Con circa 10 milioni di euro di fatturato e una riserva liquida prossima al milione di euro da investire per i nuovi progetti food, NetAddiction ha subito attirato l’attenzione degli operatori del settore. Riuscendo a superare tutti (quasi) gli steccati degli orti e orticelli dell’agone cibo-mediatico. Addirittura Luciano Pignataro si è lanciato in un aulico peana in onore dell’ex nemico “Minimo” Bernardi con la consueta dose di voltagabbanesimo che lo contraddistingue.

Ma le vere bombe, oltre alle mancate acquisizioni e agli scorpori, potrebbero diventare altre.

Città del gusto Salerno

Innanzitutto, la quotazione all’Aim, la Borsa Italiana delle Piccole e Medie Imprese, di Gambero Rosso Holding. La società guidata da Paolo Cuccia, dopo aver trasferito la sede dalla storica Città del Gusto, ha anche aperto una nuova sede a Salerno (Amministratore Delegato è Pietro Andreozzi). Gambero Rosso sta diventando sempre di più “altro” rispetto alla guida cartacea e i roadshow quindi non saranno più solo quelli del vino e dei tre bicchieri (che restano fondamentali nella strategia di business). Se avete intenzione di investire nel settore, è probabilmente l’occasione migliore per entrare nel salotto buono dell’editoria gastronomica.

Massimiliano Valente, Cernilli, Scuteri, Aloscia

E poi c’è la bomba di Massimiliano Valente. Per chi non lo conoscesse (è l’ultimo a destra in questa foto “mangereccia” di qualche anno fa pubblicata su Facebook), è l’inventore di html.it – tra le prime realtà solide del web italiano – e di Agrodolce, il sito esploso con la conduzione di Lorenza Fumelli e le abilità di SEO di un Gruppo che è stato rilevato l’estate scorsa da Triboo Media S.p.A., una delle principali aziende italiane indipendenti specializzate nella pubblicità e nell’editoria online di ultima generazione, quotata al mercato ristretto dell’Aim dove ha raccolto circa 20 milioni di euro. Una liquidità che ha consentito a Giulio Corno e Alberto Zilli, fondatori di Triboo, di fare shopping acquisendo piattaforme come Wall Street Italia, Studentville.it, Media Prime (Roba da Donne) e l’incorporazione del portale Leonardo.it.

Un fulmine a ciel sereno giustificato nel comunicato ufficiale dal desiderio di Massimiliano Valente “di seguire un diverso percorso professionale, dopo aver sostenuto e consolidato la crescita nel settore editoriale del Gruppo. Massimiliano Valente ha quindi rassegnato in data odierna le dimissioni da Consigliere di Triboo Media, mentre proseguirà l’attività di amministratore delegato nelle controllate del Gruppo sino al 31 luglio 2015 al fine di assicurare un graduale passaggio di consegne”. Anche se non specificato, Massimiliano Valente non sarà più direttore editoriale di Triboo Media (ma chi lo conosce è pronto a scommettere che non aprirà una pasticceria trozkista)

La concentrazione delle attività di editoria on line nel settore food in pochi grandi gruppi è un processo irreversibile. La stessa teoria dei blog duri e puri (pronti però a farsi sponsorizzare in cambio merce a suon di pasta e altri prodotti) è chiusa da tempo.

Al netto dei blogger e dei giornalisti che si dichiarano tali utilizzando quotidiani, radio o televisioni in cui lavorano per arrotondare, restano pochissime voci in grado di parlare liberamente di cibo.

Li avete individuati? Io, un blog ve lo segnalo. Voi ne avete?