Mi chiama un amico. “Come sono andati i tuoi ristoranti consigliati?” Scusa, in che senso? “La classifica del Gambero Rosso, ne avete scritto! Hai vinto?”. Ho vinto? Ma la Guida, una guida indica, suggerisce, indirizza. Mica stiamo parlando della Formula Uno. Le condizioni sono diverse: non stanno tutti sullo stesso circuito, non c’è un arco di tempo uguale per tutti, la benzina è diversa, i parametri regolamentari riguardano il giudice e non il concorrente, non c’è un solo direttore a sventolare la bandiera a scacchi. Vedo e capisco le obiezioni che verrebbero mosse a questo schema. La più importante: il direttore di gara è unico poiché è il curatore che armonizza anche i giudizi degli ispettori per tenere la linea coerente. Un intervento successivo allo svolgimento della “gara” che nei fatti esclude una visione da competizione. Sarebbe come se si ammettesse che con le squadre negli spogliatoi, l’arbitro guarda la moviola e cambia la decisione di un guardialinee chiedendo alle squadre di rifare quell’azione. Improbabile.
“Vabbé, ma i punti ci sono e quindi puoi mettere qualcuno avanti e qualcuno dietro”. Giusto. Fare l’esegesi di una Guida mi pare affare complesso, ma qualche spunto il Gambero Rosso a questa tornata mi sembra che lo offra. Innanzitutto una certa pluralità di vedute che potrebbe essere anche considerata un difetto e portare ad un discorso di doppia personalità.
Al gruppo di stagisti potrebbero invece essere ricondotte le scelte super-trendy: in primis la new entry “di prepotenza” ai piani alti dell’Amanita, poi le Tre Zucche o anche All’oro. Clara Barra si è dedicata con attenzione al lavoro di “shopping” per creare un circuito di riferimento.
Un’interpretazione che spiegherebbe un certo schiacciamento di quella “categoria” in cui possiamo ascrivere il Glass, l’Arcangelo o il San Lorenzo. Forse ingiustamente sottovalutata rispetto ad un panorama che ha concesso punteggi elevati per alcune realtà. Si tratta ovviamente di scelte al pari di quelle soggettive del singolo che ha una preferenza per un ristorante anziché un altro (le pretese di oggettività nella critica gastronomica non sono oggetto di discussione perché non catalogabili nella sfera dell’esistente). Senza offrire un giudizio di merito si potrebbero elencare nei “preferiti” Settembrini, Cristalli di Zucchero o la Gensola.
evvai se faccio il bravo startranno me danno pure un cortello:-))))))))
Due cene all’Incannucciata e due bellissime serata. SI mangia bene. Forchetta meritatissima e bravo Dino!
Grande Dino, complimenti di cuore , avnti così….
Caro Vincenzo, conoscendo piuttosto bene i gusti di chi tira le fila del gambero rosso, ti illumino su alcune stranezze che hai, giustamente, messo in luce.
Fra le scelete d’antan la Terrazza dell’Eden e il Cesar di Ladispoli sono probabilmente decisioni di Perrotta. L’Antica Pesa, invece, va totalmente ricondotta a Cernilli, che ne ha fatto la sua mensa (insieme al Pagliaccio), con conseguenti risultati in guida.
Le Tre Zucche è da sempre una grande passione della coppia Barra-Perrotta.
Gensola, idem.
Cristalli di Zucchero è la fissazione di Laura Mantovano.
Detto questo, penso che la somma dei vari gusti personali non dia una visione reale della ristorazione romana. Peccato.
https://www.scattidigusto.it/wp-content/uploads/2010/06/scatti-di-gusto-stile-de-bellis-pagano.jpg
ah belli!!!!!!!!!!!!!
io avrei gradito un’attenzione in più per Pizzarium e qualche nome nuovo, ad esempio per il sushi
Il Fusion Food di piazza del Popolo viene ignorato da sempre.
ha risposto a Anonimo conoscitore: Caro Anonimo (direi di fatto, considerata la mail che hai inserito), io proponevo una possibile analisi derivata da letture e ipotesi. Non penso siano “stranezze”. C’è una cronaca e c’è una critica. E non è detto che la critica sia sempre migliore della cronaca. Oltre non andrei perché sono sempre disposto a credere alla buona fede. Che comunque è più difficile da dimostrare, perdonerai il pensiero, da chi avanza sospetti in forma anonima.
ha risposto a salvo: Grazie Amico mio….quando te torno a trovà me la Porto pe magnacce:-)))
Vincenzo, chiamale come vuoi, se non sono stranezze puoi chiamarle incongruenze oppure perplessità, cambia poco.
Comunque sono sicuro di quello che dico.
ha risposto a dino de bellis: Attento Dino che se la farò io la scheda il prossimo anno Er cortello te lo tiro… 😉
giochi a parte, bravissimo e prevedo per te e per l’incannucciata una luuuunga carriera!
Ciao A
ha risposto a Anonimo conoscitore: Sei talmente sicuro da essere anonimo 😉
ciao A
ha risposto a Alessandro Bocchetti:
grazie Alessandro, attentissimo sono ;-)))
So che sembra strano ad alcuni che possa reagire così, ma io son contenta per noi e molto contenta per altri. Come giustamente ha sottolineato Vincenzo, non sempre si può vincere ed è anche giusto lasciar posto ad altri per sperare in una vittoria collettiva di Roma. Noi possiamo non piacere a tutti, ed è normale che sia così. L’importante è che si abbia l’umiltà di dichiarare che la ragione risiede nei gusti personali e non nell’offerta che proponiamo.
Dinuzzo ma ce lo fai un discorso commosso per questa forchetta? su su 🙂
e sapete una cosa? io sono contento che certi locali non vengano messi o non siano esaltati troppo in guida. discorso egoistico lo so e me ne scuso…
ha risposto a andrea petrini:
lo sai Che so timido:-))))
ha risposto a cristina:
quoto in pieno il tuo ragionamento,anche io contentissimo per la ristorazione romana fatta con la passione…ha risposto a cristina:
ha risposto a cristina: leggendo la recensione – positivissima direi – ci si chiede poi il motivo dell’ “81” finale. Chiaro che ognuno ha le proprie preferenze, ci mancherebbe, ma credo che quel che colpisce sia un certo non allineamento tra parole e numeri… Ad ogni buon conto, va bene così!
ha risposto a Alberto:
Effettivamente questa è una cosa che ho notato leggendo le varie recensioni e molte volte la rece , non corrisponde al punteggio, come secondo me la str…..a dei bonus, leggi cose assurde , tipo passione , location ecc. alcuni vengono premiati con il bonus perchè hanno avuto il coraggio di fare ristorazione in un posto “difficile” altri per la location da favola, poi la passione, che str….a è , tutti noi che facciamo ristorazione ci mettiamo anima e passione altrimenti non si va da nessuna parte…e non dimentichiamo che i bonus fanno schizzare il punteggio in alto e non di poco….