La Brianza è terra che evoca contrasti, pregiudizi, ricchezza, una certa ritrosia e film candidati all’Oscar. Ma è terra capace anche di grandi slanci paesaggisti e buona ristorazione, anche se troppo spesso da queste parti, in cucina, i muscoli prendono il sopravvento sul cuore e il cervello.
Insomma, siamo a mezz’ora da Milano ma la musica è molto diversa. Eppure la Piazzetta di Walter Stuerz è tappa gourmet obbligata e mai scontata: la tradizione rivista con cura e creatività, senza strizzare l’occhio all’abbuffata incondizionata, anzi, al contrario, evocando scenari da alta ristorazione.
Soprattutto La Piazzetta si arrampica su Montevecchia tra salite da prima marcia e splendidi panorami, inclusi nei pacifici 40 euro con cui si godono 5 portate di ottimo livello, preparate con mano ferma dal giovanissimo Denny Manzoni (classe 1990).
Altoatesino in trasferta, grande esperienza, ottima loquacità e fanatico del gelato artigianale (che prepara ottimamente nella frequentatissima Montebianco, di fronte al ristorante) Stuerz conosce ormai luoghi, abitudini e specialità del luogo.
Non è un caso che sia diventato ambasciatore della borreula, pasta di salame cruda di sola coscia di maiale, che anni fa aveva anche raccontato su Spigoloso.
Poggiata su un Cous Cous al pomodoro confit con salsa di basilico e accompagnata da un grissino di grana è proprio lei ad aprire le danze, insieme a un cestino di pane a temperatura e al Vermentino di Casa Silente.
Segue un fiore di zucca ripieno di merluzzo e salmone. Piatto piacevole ed elegante ma poco incisivo. Manca sprint e un po’ di sapidità: personalmente l’unica portata che non mi ha convinto.
Il risotto “Pila Vecia” invece è una perfetta esplosione di colori, odori e sapori che rifiutano l’indifferenza. Cremoso ma non ridondante, spicca per la freschezza e la pulizia portata dal pomodoro di Pachino Il tutto accompagnato con ragù di scorfano e polvere di olive e capperi.
Ben riusciti anche i ravioli al caprino fresco su crema di piselli e limone candito. Il boccone è soffice e leggero: una sorta di piatto manifesto del bilanciamento tra sapidità, acidità e dolcezza che accolgono con generosità anche uno che ama ben poco i piselli come il sottoscritto. Ok, è uscita così, ormai l’ho scritto…
Quando comincio ad accusare una certa pienezza arriva il colpo di grazia, il piatto più laido e godurioso della giornata: coppa di maialino alla liquirizia, con cipolle rosse di Tropea in agrodolce e purea di melanzane. Consistenze, sapori e presentazione ne fanno davvero un grande piatto.
Chiudo, satollo e soddisfatto, con il classico assoluto de La piazzetta: lo strudel di mele (con pasta tirata a mano, come da tradizione) accompagnato al gelato alla vaniglia.
Non pago assaggio anche qualche gusto da Montebianco e me ne vado rotolando.
Game set and match.
Ristorante La Piazzetta. Via Maria Gaetana Agnesi, 3, 23874 Montevecchia (Lecco). Tel. +39 039 993 0106
[Adriano Aiello]
se quelle sono le porzioni dubito che si possa uscire sazi
infatti, nell’ultima foto si vede quanto gelato ha dovuto mangiare per riempirsi lo stomaco 😀
Stai scherzando vero?
Commento diretto a Luca 😉
Considera che c’è gente che quella volta che va a mangiare fuori prende la purga il giorno prima: sarà uno di questi.
Il vermentino non sarà CALA Silente della cantina di Santadi??
confermo, è Cala Silente
A Luglio ho potuto apprezzare un degustazione leggermente diverso e qualche sera dopo quello stesso (notevole) risotto, non posso che confermare il buon q/p e rassicurare Luca, il percorso è equilibrato e non si esce con la fame, per quanto riguarda i fiori, ho provato quelli con sogliola e salmone, non sono quelli con mozzarella e acciughe da “apertura” sapida&aggressiva ma li ho graditi molto ugualmente, una partenza delicata ed elegante,son gusti.