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Val Taleggio. Virginio Rota coltiva frutta e verdura dal sapore perduto

giovedì, 01 Settembre 2016 di

svinando

virginio con cavolo cinese

Questa è la storia di un uomo che della voce della natura ha fatto il suo mantra.

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Virginio Rota è il titolare dell’omonima Azienda Agricola in Val Taleggio. Siamo tra le valli Orobie nella provincia di Bergamo, panorami e scorci che mozzano il fiato. Belli e maledetti nel loro essere sconosciuti ai più.

Chiuso tra la sicurezza di una vallata, Virginio Rota ha dato vita ad una realtà sui generis, forma atavica di agricoltura che lui chiama moderna. Frutta e verdura delle più variabili forme e colori, coltivati in modo naturale, che non è né bio né biodinamico. Senza interferenze.

Tutto è nelle mani di quel microcosmo di piante e animali che nella terra crescono e dalla terra fanno crescere. In un ciclo inarrestabile e continuo, perché la natura sprigiona tutta la sua potenza attraverso la morte e nella morte dà il suo più grande contributo alla vita.

La vendita è diretta: per acquistare i prodotti di Virginio dovete raggiungerlo, lì su a San Michèi. Ma talmente diretta che solo scegliendo e cogliendo i frutti dalle piante potete portarveli a casa.

rota virginio val taleggio virginio rota val taleggio

Ossuto, spigoloso e non macilento. Guizzante, instancabile, di mani callose e nere di terra. Grillo che salta da un tubero a un frutto raccontando di sé e dei suoi prodotti.

terra virginio rota val taleggioettari ortaggi virginio rota val taleggio

Quattro ettari di terreno a 850 metri di altezza. E frutta, verdura e ortaggi e insalate a perdita d’occhio.

Un progetto che si è strutturato nel tempo e in una vita. Virginio conserva nella memoria genetica di tre generazioni l’amore per la terra, quella terra che oggi ha portato a nuovo splendore.

Lavora per anni come ispettore della ristorazione, in giro per il nord Italia a scoprire il bello e il brutto di quello che arriva a tavola. Nel 2005, alla soglia dei 50 anni, decide di tornare a casa.

Fonda la sua azienda agricola a Vedeseta in provincia di Bergamo e inizia il suo lavoro di riscoperta, del Virginio agricoltore e del Virginio uomo.

mele virginio rota mela autoctona val taleggio virginio rota melata virgino rotavirginio rota fruta mele

Attraverso ricerche, ibridazioni e sperimentazioni riesce a recuperare diverse varietà autoctone di mele della valle, in tutto sono 20 quelle coltivate tra cui le San Pietro e San Giacomo, le più antiche. Poi la Ruggine Tonda e la misteriosa Melapa. E le nuove creazioni: Rubi e Luiss.

bella di giugno pere virginio rota

Non meno impegno è stato dedicato alle pere: Pirela, Bella di giugno e Pir Campanel.

zucchine virginio rota cetriolo virginio rota

Sguardo attonito e animo strabiliato di fronte a rare meraviglie: il Tortarello e il Carosello che appartengono alla famiglia delle Cucurbitaceae, cioè quella dell’anguria, del cetriolo del melone della zucca e dello zucchino.

pomodoro nero virginio rota val taleggio pomodoro nero di crimea virginio rota

I pomodori neri e i neri di Crimea, pronti, irresistibili. I denti affondano in una polpa che lacrima e il palato gode, pago di tanto sapore. Una marmellata.

pomodori datterini virginio rota val taleggio pomodoro cuore di bue val taleggio virginio rota

Presenti all’appello i ben più noti pomodorini datterini e Cuore di Bue.

Nell’orto immancabili il prezzemolo e il sedano, rosso però.

cavolo cinese virginio rota

Del cavolo cinese spiega genesi ed evoluzione e lo accarezza delicato, lasciando che la corazza esterna, cupa e arsa, si apra e la parte più interna si mostri in tutto il suo verde splendore.

Poi le patate, un capitolo a parte: a polpa bianca, buccia rossa e polpa gialla, blu e viola americane.

mais virginio rota

Due tipi di mais: nero e rosso, che viene macinato a mano perché dalla sua farina si possa fare la polenta.

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Virginio Rota è eccentrico, a tratti visionario. Avulso dalle mode di un momento che è fugace e transitorio, è perfettamente in linea con i tempi: chilometro zero, agricoltura green, vegan e vegetarian friendly, crudismo e crudité, dal produttore al consumatore e chi più ne ha più ne metta.

Il consiglio è di andare a conoscerlo. In macchina, con le ceste pronte per essere riempite, lasciate che il senso del gusto venga stordito dai suoi prodotti.

Un’occasione per farlo è prossima: domenica 4 settembre Virginio organizza nella sua terra il “Pranzo degli Avi” dalle 11.00 del mattino un evento aperto a tutti, con spiegazioni e approfondimenti sui pranzi dei nostri avi, sull’agricoltura naturale e, naturalmente, un lauto pasto che prevede: polenta cunciada, polenta abbrustulita, polenta e fiuri e patate e grasei.

Dobbiamo ancora convincervi?

Azienda Ortofrutticola Virginio Rota. Via per Reggetto. Vedeseta (Bergamo). Tel. +39 3337257014