Come scegliere il migliore pomodoro per una pizza marinara? O, almeno, come individuare i migliori pomodori pelati?
Semplice: basta avere un impasto soffice e giustamente idratato come quello di Giuseppe Pignalosa alle Parùle di Ercolano e provare una sequenza di pomodori per confrontare e individuare il migliore.
La pizza di Pignalosa si è comportata benissimo come “supporto” alla degustazione dei pomodori di cinque produttori accompagnata da altrettanti vini.
Peccato per una non perfetta registrazione del forno che ha prodotto qualche scompenso di troppo penalizzando il risultato finale.
Qualche pizza ha sofferto per il cornicione bagnato all’interno e troppo esposto al calore sul bordo esterno.
Bella la pizzeria, ben orchestrato il servizio.
Ecco la classifica degli assaggi.
1. Agrigenus
Il campione è (spesso) lui: Agrigenus che mette in campo un pomodoro dolce e sempre gradevole.
Con l’impasto di Pignalosa (farina sacco rosso del nostro sponsor Mulino Caputo) il risultato è da primo gradino del podio. La pizza di Pignalosa è molto forte alla voce impasto, qualche punto in meno per la cottura.
L’abbinamento previsto è con il Gragnano Otto Uve. Scelta anch’essa ottima.
2. Miracolo di San Gennaro
Equilibrio quasi perfetto anche per l’Antico Pomodoro di Napoli gli Antichi Pomodori di Napoli presidio Slow Food che ammantano la pizza con una punta di dolcezza minore rispetto al pomodoro che vince questa classifica.
In abbinamento, Vipt delle Cantine Olivella.
3. I Sapori di Corbara
Non solo San Marzano per la marinara. A tenere alto l’interesse per la pizza c’è il pomodorino di Corbara che si eleva su una marinara fuori dagli schemi dell’ortodossia e convince.
Casa Setaro fornisce il suo Munazei in abbinamento.
4. Eligo
Si potrebbe parlare di un ex-aequo con il precedente per questo pomodoro che nel nostro caso ha sofferto una cottura un po’ prolungata.
In abbinamento arriva il Lacryma Christi Vigna Lapillo di Sorrentino.
5. Giolì
Sconta il suo essere “fresco” e non pelato, l’ottimo pomodorino di Giolì. Sulla pizza marinara è preferibile la salsa.
In abbinamento il Lacryma Christi di Cantina del Vesuvio.
Il senso della serata potrebbe essere racchiuso in questa pizza con tutti i 5 pomodori.
A fornire qualche altra indicazione, arriva anche la classica margherita. Ben fatta.
C’è il tempo anche per assaggiare la Guagiù che ha ricevuto la menzione come migliore pizza del territorio al #pizzaUnesco contest vinto da una pizza con un’altra infilata di pomodori.
Il Piedirosso in questo caso è di Villa Dora.
Ma soprattutto per la strepitosa frittatina di maccheroni che fa chiudere la serata con un ottimo punteggio alla pizzeria Le Parule di Giuseppe Pignalosa.
Ristorante Pizzeria Le Parùle. Via Benedetto Cozzolino 70, Ercolano (Napoli). Tel. +39 081 7396494
Che bello vedere qualche Lacryma Christi del Vesuvio di produttori che stanno cercando caparbiamente di cambiare la percezione della denominazione!
bene Agrigenus con il san marzano DOP maresto perplessa nel leggere che, i pomodori del presidio Slow Food “Antichi pomodori di Napoli” questa è la denominazione corretta, sono meno dolci del San Marzano DOP cv Kiros, dovrebbe essere il contrario, inoltre la cottura eccessiva, dalla descrizione e dalla foto, non ha penalizzato completamente i pelati Eligo? forse andava fatta la degustazione con pizze allo stesso grado di cottura. Concordo con il fatto che la
marinara va con la salsa e non con il pomodorino fresco. Una curiosità: ma da quando Fiammante fa il San Marzano DOP?
Chiedo scusa per la confusione su antichi: il produttore è Sabat(in)o Abagnale e l’etichetta è Miracolo di San Gennaro. Vado a correggere il titolo.
Come ha notato, la cottura – quindi tempo di permanenza nel forno x temperatura – influenza la percezione al pari della quantità di altri ingredienti.
Non abbiamo fatto una degustazione mirata al solo pomodoro, ma sono tutti “cavalli di razza”.
Per quanto riguarda la Fiammante, non ho memoria di questo dato ma il raccolto 2014 mi sembra fosse lavorato (il che non vuol dire che sia partito da quell’anno).