Roma. Cosa si prova a mangiare sospesi nel vuoto a 30 metri

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Quando a Roma crediamo di aver provato già tutto, ecco che arriva la novità: l’ebbrezza di mangiare in un truck tutto vetrato sospeso a 30 metri da terra.

“Che emozione!” diranno alcuni, “Che paura!”, diranno altri.  In realtà questo genere di eventi esiste già da un po’, e ha coinvolto alcuni capitali europee come Parigi, Londra, Berlino, Vienna, ma anche Maiorca, Sidney, Beirut e Toronto. Purtroppo Roma è l’unica ad essere stata penalizzata, almeno fino a oggi.

Qualcuno dovrebbe ricordare “Dinner in the Sky” che l’anno scorso avrebbe dovuto coinvolgere tanti chef stellati per una settimana di eventi a susseguirsi da colazione a dopocena su una piattaforma sospesa nella Città dell’Altra Economia? Ahimé, la burocrazia romana aveva stroncato l’iniziativa e in tanti eravamo rimasti a bocca asciutta.

Stava per succedere anche stavolta, per un motivo di inquinamento visivo, ma per fortuna il pericolo è stato scongiurato ed eccomi sospesa sopra l’ex mattatoio, nella città dell’Altra Economia, a sorseggiare un calice di vino e a fare le foto insieme ad altri dieci temerari del food di alta quota.

Lo chef coinvolto in questa avventura è Luigi Cassago, ventiquattrenne di Varese, che ha iniziato come chef a domicilio, ha avuto successo grazie ai social ed ora sta aprendo un locale tutto suo a Milano.

L’unica pecca della mia avventura è che si doveva fare un pranzo completo, dall’antipasto al dolce, ma per colpa dei ritardi per i permessi, e le successive prove, ci siamo dovuti limitare ad un assaggio di primo e un mini hamburger.

Se qualcuno si sente già lo stomaco chiuso, rilassatevi: si avverte molto di più il decollo sull’aereo che la gru che tirava su il truck. Nonostante il cielo grigio, il panorama è sempre mozzafiato: i tetti di Roma, il gasometro, il Tevere. Tutto cambia da qualche metro di altitudine. E mentre stavamo facendo le foto, lo chef si dava da fare ai fornelli.

Ops, i fornelli era per un modo di dire, il piano di cottura a induzione Bora (sponsor dell’operazione) con l’aspirazione silenziosa verso il basso, ha eliminato gli effetti collaterali da cucina,  e ci ha permesso di godere di un cooking show  e del panorama romano senza fumi e odori (ed è questo il motivo della spettacolarizzazione con la piattaforma).

Ramen con tataki di carne, funghi, verdure di stagione e fiori. Una rivisitazione molto light e molto scenografica di un classico della cucina giapponese.

Mini hamburger con cipolle marinate, misticanza e maionese fatta in casa.

Per tutto il tempo ho aspettato il brivido dell’essere sospesa nel vuoto, ma niente, è stato come se avessi mangiato in un ristorante al settimo piano di un edificio qualunque. Comunque è un’esperienza che consiglio a tutti, in fondo non capita tutti i giorni di “inquinare la visuale”.




Di Giulia Nekorkina

Di Giulia Nekorkina

Moscovita di nascita, romana da 25 anni, Rossa di Sera da 10 anni, innamorata della vita, appassionata di bollicine, adora cucinare e mangiare. Il miglior museo è un mercato, il miglior regalo è un viaggio.

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