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Tonnarelli cacio e pepe

Felice a Testaccio a Milano. Menu e prezzi del ristorante amato per cacio e pepe e cucina romana

lunedì, 13 Novembre 2017 di

C’erano i lavori in corso – e ve l’ho detto. Sta per aprire – e vi ho detto anche questo. Felice a Testaccio a Milano apre alle Colonne di San Lorenzo domani, martedì 14 novembre, – e vi racconto in anteprima cosa si mangia, quanto costa (e com’è).

Allora: il menù è quello di Roma, anche i prezzi, mi dicono, sono gli stessi di Roma. L’aspetto del locale invece non è esattamente come quello di Roma – anzi, non lo è per niente. Non so se la scelta è stata quella di “milanesizzare” – sta di fatto che il locale si presenta caldo e accogliente, sui toni del marrone (colore comune a diverse nuove aperture di queste ultime settimane), grazie anche agli effetti delle pareti, in cui il mattone non è una ricerca modaiola ma il recupero di antiche opere murarie romane del 200.

Ora, potrei diffondermi in dettagli sull’aspetto architettonico del locale, o sulla Mediolanum romana e i suoi edifici – ma qualcosa mi dice che è meglio che passi subito a parlare del menù. Anzi, della “cacio e pepe”, il marchio di fabbrica di Felice a Roma e il motivo di una fama che accompagna il locale non dico proprio dal 1936 ma quasi.

Prima della cacio e pepe abbiamo mangiato una pasta con la gricia (per l’esattezza, mezze maniche, del pastificio Felicetti; 11 €), ovvero guanciale e pecorino: molto buona, perfetta la cottura, i sapori, tutto quanto. Accompagnata da Cantico, un insolito Timorasso (Derthona) dei Colli Tortonesi del 2014, Az. Agricola Daglio.

Che ci sta molto bene (e che mi piaceva anche da solo): l’abbinamento, ben riuscito, è di Adriano Aiello, che cura la carta dei vini del locale. Vini che verranno proposti in alcuni possibili abbinamenti con i piatti del menù, oltre che ovviamente nella carta. Anche in considerazione del fatto che quella romana non è semplicissima da abbinare.

Quella che si vede nella foto non è la porzione intera: diciamo che siamo sui 3/4 del piatto reale. Un po’ dispiace, anche se è vero che era una presentazione del menù e della carta dei vini a un gruppo ristrettissimo di persone…

Dopo, la cacio e pepe. E dopo ancora, un assaggio degli altri piatti tipici del menù – che è composto da un elenco di piatti-base, e in aggiunta a questi da una proposta di piatti per ogni giorno della settimana, e che è in italiano (senza le specifiche dei componenti dei singoli piatti), in inglese e in spagnolo, con invece le descrizione: insolito, e interessante.

Piatti tipici della cucina romana, ovviamente: come l’abbacchio al forno con patate (19 €), particolarmente buono, l’involtino di manzo al sugo (14 €), i carciofi alla romana (7 €), la coratella, piatto di frattaglie insolito sulle tavole milanesi.

Il tutto accompagnato da vini interessanti, dal Torre degli Alberi Pas Dosé, dall’Oltrepò, in apertura di serata, al Valpolicella Classico La Dama 2016 (sulla cacio e pepe).

Per finire, il tiramisù fatto da loro: belle idee, come il cioccolato fondente fuso sopra, e il biscotto di frolla, sempre fatto da loro: ottima la crema, si sentiva forse poco il caffè. Ci sono anche dolci della casa, e la Foresta Nera e la Ricotta e Pere di Sal De Riso, tutti a 7 €.

Ah, già – non vi ho detto niente della cacio e pepe. Allora: costa 13 € – il prezzo dipende soprattutto dal costo della materia prima, i tonnarelli di Gatti Antonelli, storici fornitori di Felice al Testaccio. E insomma – sarà stata l’attesa, la fama che la ha preceduta, l’idea di essere comunque di fronte a un pezzetto di storia della gastronomia – l’ho trovata ottima.

Anche qui, tutto perfetto, dalla cottura alla mantecatura, all’equilibrio dei sapori. E anche qui, la porzione leggermente ridotta mi ha lasciato con la voglia di mangiarne ancora.

Peccato che non ci abbiano fatto la mantecatura al tavolo, caratteristica spettacolare del servizio. Servizio peraltro corretto e cortese; forse poco accogliente all’inizio.

Ora non vi resta che andare a via del Torchio e farmi sapere se trovate ottima la cacio e pepe, la coratella, l’abbacchio. O la gricia…

Felice a Testaccio. Via del Torchio, 4 Milano. Tel. +39 02 8050 6690

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.