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La pizzeria Da Michele apre a Firenze con un manipolo di eccellenze napoletane

sabato, 05 Maggio 2018 di

Una nuova apertura a Firenze conferma che la vera pizza napoletana nel mondo ha due volti: Gino Sorbillo e Alessandro Condurro aka Da Michele a Forcella. Le due punte di diamante della tradizione tribunalizia, quella della pizza a ruota di carro che straborda dal piatto, hanno messo il turbo rendendo contemporaneo un cibo antico con modalità differenti. Ma comunque vincenti.

I due più forti campioni della specialità conducono una gara che vede gli altri protagonisti della scena pizzesca napoletana guardare i retronebbia. Sono loro a fare l’andatura con una serie impressionante di aperture che illuminano la mappa della nuova pizza napoletana che profuma di antico ma sa di nuovo.

Non abbiamo fatto in tempo a registrare l’apertura della nuova Gino Sorbillo @ Miami Beach che Alessandro Condurro annuncia l’apertura di una nuova Da Michele in The World nel salotto buono della gastronomia di Firenze in front of Mercato Centrale a due passi da Santa Maria Novella.

Il Giappone, Roma (2 pizzerie di cui una a Fontana di Trevi), Milano (sulle ceneri del Ricci fu Belen), Barcellona, Londra (sempre 2) e ora appunto Firenze.

Benvenuti nel mondo della pizza che sa replicarsi al di fuori dello stretto e iper affollato circolo della città di Napoli e del regno borbonico per approdare alla corte medìcea in una nuova sfida che vede già operativi alcuni esponenti della pizza come si fa sotto il Vesuvio.

Ascoltate il Condurro new generation che da commercialista è diventato quasi-pizzaiolo in grado di cavalcare l’onda dei social con piglio sicuro e ampliare l’aurea del marchio magico che attrae ogni giorno file di appassionati alla bottega di Forcella.

La brand extension assicurata da quel The World è un patto con imprenditori che si assicurano il prestigio di firmare la pizza come Da Michele e ne amplificano nome e fama. Il menabò è già scritto, anzi, è stato scritto un secolo fa ma viene adattato consapevoli dei nuovi mercati che la pizza napoletana 2.0 vuole conquistare.

“Settanta posti tra interno e dehors, una carta a 5 pizze margherita-marinara-napoli-calzone-cosacca e niente fritti per un consumo veloce come quello che vogliono i turisti a Firenze perché prima e dopo il pranzo vogliono visitare la città. Per la posizione siamo convinti che la nuova pizzeria lavorerà soprattutto a mezzogiorno”, sintetizza Condurro.

Sarà così se è vero che tutte le altre sfide – compresa quella temeraria di fare la respirazione bocca a bocca al Ricci – sono state centrate.

Modello scalabile, quindi, ma non una copia con la carta carbone che verrebbe scialba.

E a dimostrare che il progetto Michele in The World guarda lontano, ecco il co-branding fresco di impasto. Le nuove pizzerie di Michele avranno degli alleati stabili nella fornitura che si aggiungono alla farina del mulino di Napoli e al fiordilatte di Agerola: la birra artigianale D’janara, i vini Martusciello aka Otto Uve e Trenta Pioli, la pasticceria Vincenzo Bellavia.

Un pacchetto di mischia per sottolineare con forza che la pizza non può che essere napoletana anche se esistono altri tipi di pizza come quella romana.

A questo punto mettetevi comodi e ascoltate il Condurro – pensiero che si trova d’accordo con quello di Gino Sorbillo alla voce farine pulite e spezza una lancia a favore della pizza canotto. E dell’olio di semi di soia.

Se siete a favore o contrari lo scoprirete alla fine della video intervista.

Buona pizza (napoletana) nel mondo!