Le Grotticelle a Caggiano, pizzeria alla prova del Campionato 2025

150 km da Napoli, l’autostrada si apre come una promessa. Un percorso lungo, fino all’uscita di Polla. La velocità rallenta, ma l’anima accelera: immersi nella terra dei monti, dove ogni curva regala un respiro, le poche case un segno di presenza. Ed eccola, Caggiano, distesa sul pendio come un pensiero antico. Case di pietra, vicoli che si arrampicano, e un cielo che qui sembra più vicino. Il viaggio è finito, ma anche appena iniziato per la tappa del Campionato 2025 a Le Grotticelle Country House. Qui, a quasi 1000 metri di altitudine, c’è il ristorante e pizzeria, figlio del lungo e duro lavoro che da sempre contraddistingue la famiglia Rumolo.
Come un castello che si fa rifugio, dove il panorama sul Vallo di Diano, davanti al Monte Capo La Serra, gioca con le emozioni, il bosco si fa ingrediente e la pietra ti parla sottovoce.
Frontman gastronomico – o castellano, come volete – Angelo Rumolo. Occhialoni, orecchino, sorriso stampato e un aplomb accomodante da paura. Impara il mestiere guardando papà Vittorio e zio Nicola. Mille appellativi: pizzaiolo di montagna, contadino, panificatore, tartufaio, pastore. Angelo è tutto tranne che un’etichetta. Sapienza e grazia dei visionari, fuori da mode, schemi e sovrastrutture.
Una pizzeria di famiglia

E così la sua pizza: qui non si imita nessuno. Si ascolta, si accoglie, si tramanda e si racconta. Qui il chilometro zero non è una bandiera, ma una necessità emotiva. Perché il suo fare “foraging” – segnato dalle uscite all’alba con i cani e dalle passeggiate sull’Appennino – non è trendy, ma puro lessico familiare. Ingredienti per il topping, prevalentemente autoprodotti nell’orto d’altura. Poi la montagna e la sua ricchezza, la grande lezione di nonno Angelo: erbe spontanee, tuberi, fiori, tartufi, funghi e frutta secca, materia prima raccolta e protagonista sulle circonferenze moderne dai cornicioni smisurati.
Smisurata come la sintonia della gestione familiare. Ad affiancare Angelo ci sono i fratelli Anthony e Gherard; in cucina lavorano i cugini Angelo e Antonio mentre in sala ci sono la sorella Angelica e la cugina Veronica.
Com’è la pizzeria Le Grotticelle a Caggiano

Un castello, tanti regnanti alle Grotticelle in questa prova del Campionato. All’ingresso leoni in pietra sostengono le colonne di un simil pronao. Gli ambienti sono vari: sala interna, patio esterno e terrazza a bordo piscina. La prima sembra una gigantesca sala da pranzo. Atmosfera rustica ma elegante: le pareti in pietra viva, con tonalità irregolari che vanno dal grigio al beige caldo. Arredi in legno massello, con sedie dal cuscino rosso rubino e intarsi semplici ma curati, che abbracciano lo stile classico senza tempo.
I tavoli sono apparecchiati con precisione: tovagliette rosse abbinate alle tende, tovaglioli ben piegati e un tocco floreale che fa la differenza. Tende rosso porpora in tessuto pesante, riccamente drappeggiate, incorniciano le finestre scure in legno, creando un contrasto deciso e teatrale. Lampadari di cristallo pendono dal soffitto con travi a vista in legno. Un richiamo diretto all’ospitalità calda del sud, dove la tavola è sacra e la scenografia conta. I forni e il banco di lavoro sono a vista. Una sala a parte ospita la cantina con tantissime etichette italiane e non, una stanza per la stagionatura dei caciocavalli e dei salumi (spesso autoprodotti) e una fossa per la stagionatura del pecorino di Caggiano, che avviene nel fieno ed erbe spontanee.
Il menù delle pizze è stampato su carta dal design vintage, perfettamente in armonia con l’atmosfera dell’ambiente. Piccolo e maneggiabile, contiene un insieme minuto di referenze con descrizioni essenziali e mirate.
Quanto costa la pizzeria Le Grotticelle

“Esperienza di degustazione immersiva, guidata da Angelo, alla scoperta della pizza contadina” in bella mostra al costo di 40 € (bevande escluse): pizza fritta e soffritta, un trancio antico farcito, cinque tranci al forno e dolce.
Poi sezione Entrée che prevede Candela fritta (4 €) e Frittatina di pasta e patate alla caggianese (3,50 €), sezione Ritorno alle origini con Marinaia alla farina (8 €), Provola e pepe (10 €), Calzone antico (10 €) e Ghecia 1983 (10 €) e sezione con le best signature denominata Territorio, identità, ricerca, esperienza (i costi oscillano dai 6 € per la Margherita, passando per gli 8 € della Zammedda, fino ai 15 € della Scarola Mbuttunata).
Per il Campionato della pizza 2025 le solite pizze messe alla prova: la classica Margherita, l’intramontabile Capricciosa (qui chiamata Castellana) e una terza scelta affidata all’estro di Angelo. Un banco di prova rigoroso, dove l’improvvisazione non trova posto.
1. La pizza Margherita delle Grotticelle al Campionato 2025

Pomodoro “Nostro”, fiordilatte di Caggiano, basilico a crudo (6 €).

Angelo è categorico nella descrizione, ma il risultato non convince del tutto. Il pomodoro resta il vero punto di forza, mentre il resto della composizione fatica a stare al passo. Visivamente la pizza risulta poco armoniosa: il cornicione è irregolare, con bruciacchiature evidenti da un lato e zone umide sull’altro fronte.

Anche all’assaggio emergono alcune sbavature: l’impasto è leggermente indietro di cottura, il fondo manca di struttura e il morso non è pienamente asciutto. Il fiordilatte, eccessivamente filante, quasi si perde e complica l’equilibrio complessivo. Forse temperatura del forno troppo spinta. Una prova sottotono in questa tappa di qualificazione del Campionato per Le Grotticelle.
2. La pizza Castellana

Pomodoro, fiordilatte, prosciutto cotto, funghi, carciofi, olive, salame piccante (12 €).
Nata e creata da papà e zio nel 1983, nella storica pizzeria di famiglia, la Grotto Castello, la Castellana è una Capricciosa “paesanotta” — per dirla all’Angelo. Bella, sontuosa e, questa volta, decisamente più centrata nella cottura.

Protagonista, un salamino artigianale di loro produzione, ottenuto dalla selezione più grassa del maiale e stagionato per sessanta giorni: posato all’uscita dal forno come un velo da sposa su un topping generoso. Il calore dei vapori scioglie la componente grassa lentamente, liberando intensità e carattere.

La base è un equilibrio goloso: pomodoro della casa (che bella espressione!), fiordilatte di Caggiano e prosciutto cotto arrosto si fondono con coerenza e gusto. A chiudere, il carciofo bianco di Pertosa — mai acetico, dal morso elegante — e le olive seccate della casa – tutte, ahimè!, volutamente col nocciolo.
Una composizione essenziale e profonda, fatta di sapori senza filtri. Di quelle che lasciano il segno.
3. La Rapa Rossa delle Grotticelle al Campionato della Pizza 2025

Rapa rossa marinata, fiordilatte, salsiccia di vitello cruda, fonduta di taleggio (15 €).
Spiderman è passato da qui! Una “ragnatela” di fonduta di taleggio avvolge e intreccia tutta la superficie, compreso il cornicione. Sporcarsi le mani è d’uopo, non il massimo della comodità. Estetica divisoria.
Sapori stratificati per la pizzeria Le Grotticelle al Campionato.

Alla base, la rapa rossa – cotta a vapore e poi marinata con frutta secca – porta una dolcezza terrosa, quasi balsamica, attraversata da lievi sfumature acidule e vellutate. Un fondo morbido ma intenso, in cui il fiordilatte si inserisce con discrezione. All’uscita dal forno, l’aggiunta della salsiccia di vitello – lavorata nel mortaio secondo tradizione dai fratelli Marcigliano – introduce una sapidità carnosa, elegante, mai invadente. La speziatura a base di tre sali e tre pepi diversi aggiunge complessità, con punte aromatiche dettano le pause senza stancare.

Ça va sans dire, chiude la fonduta di taleggio, stagionato due mesi in cantina: cremosa, densa, lievemente pungente, capace di abbracciare il resto con una nota lattica decisa e persistente. Il topping è un equilibrio inaspettato tra dolce e salato, terra e spezia, morbidezza e carattere. Una pizza che ha tanto da raccontare, peccato per i gradienti umidi e la cottura indecisa della base.
Le pizze delle Grotticelle che non fanno punteggio per il Campionato 2025

Dopo tutta la strada fatta, superare i confini del campionato è d’obbligo andare oltre le 3 pizze che assegnano il punteggio di questa fase di qualificazione. Obiettivo: esplorare il menu come si deve.
CC AA (Capra Capra, Agnello Agnello). Formaggio di Capra, tartare di agnello, polpette di agnello (15 €).
Sapori lunghi e intensi. Come un ricordo che torna da lontano, preciso, scolpito per Angelo, come quello della tosatura delle pecore fatta del nonno. I due formaggi di capra – diversi per stagionatura e consistenza – creano un dialogo tra acidità e grassezza. Cremosità note diverse si miscelano. Pungenza e persistenza, con sfumature quasi erbacee. L’agnello, in doppia consistenza, aggiunge un carattere profondo: la tartare, cruda e viva, porta con sé una delicatezza selvatica, mentre la polpetta, più ricca e goduriosa, gioca con la cucina di casa. Intrigante.

Mati. Fiordilatte, asparagi crudi, crema d’uovo, cipolla bruciata (15 €).
Una pizza che si fa dedica. Un gesto intimo, quasi sacro. Come un piccolo miracolo, come quello della nascita di una figlia. Per Matilde, l’ultima nata. Il richiamo è alla storica fritta di asparagi, ma qui rivisitata. Alla base, il fiordilatte accoglie gli asparagi crudi al naturale, con la loro franchezza vegetale. La crema d’uovo cotta a 70 °C si unisce alla cipolla bruciata.
La Genovese con il cioccolato

Genovese. Fiordilatte, genovese, caciocavallo podolico, pepe affumicato, cioccolato fondente (12 €).
Infine, l’ennesimo contrasto, forse il più seducente. Vedere il cioccolato accostato alla Genovese ormai non sorprende più, ma qui l’effetto è amplificato da un dosaggio generoso. Non eccessivamente amaro, il fondente rompe gli schemi con intensità e si fonde, quasi con naturalezza, in una Genovese ricca di cipolle. Umami e tendenza dolce.

Le Grotticelle e Angelo incarnano quel sogno contadino di una pizza ancestrale, che guarda alle origini con profondo rispetto. Qui le materie prime non seguono mode lontane, ma nascono dagli orti vicini, dai boschi, dalle mani sapienti che lavorano con le stagioni e i profumi della terra.
La pizzeria Le Grotticellesi è classificata al 31° posto nella classifica 2024 ed è entrata nella selezione del Campionato della Pizza 2025 che mette in classifica le migliori pizzerie in Campania.
PS. La posizione della pizzeria nella Classifica del Campionato 2025 si conoscerà al termine delle gare e dell’accesso alla Finalissima.