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Instagram. I musei per spararsi selfie con gelato, caramelle e avocado

lunedì, 14 Maggio 2018 di

La tendenza che viene dagli USA è quella del museo instagrammabile, che sia della pizza, del gelato, delle caramelle: un museo che cioè, oltre al contenuto didattico e ludico, è anche pensato in funzione di una fruizione social, con ambientazioni luci colori che ti permettono di sfogare la tua mania per i selfie e le foto social-artistiche. Abbiamo scritto dei musei della pizza instagrammabili che ci sono, o che apriranno nei prossimi mesi, negli Stati Uniti. E che non ci sono, e non apriranno nemmeno prossimamente, non dico a Napoli, ma nemmeno in Italia.

Ma abbiamo i selfie e le foto di e con Gino Sorbillo: foto di, con, vicino, assieme alle sue pizze, ai pizzaioli, ai clienti. Il web ne è pieno. Per inciso, se guardiamo Instagram, le foto con hashtag #pizza sono quasi 32 milioni, quelle di #sushi quasi 20 milioni, gli #hamburger, solo 3 milioni.

In Italia peraltro ci sono miriadi di musei dedicati all’alimentazione, come i Musei del Cibo della provincia di Parma: il Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna, il Museo della Pasta e del Pomodoro a Collecchio, il Museo del Vino a Sala Baganza, il Museo del Salame a Felino, il Museo del Prosciutto a Langhirano. E se vogliamo, anche Fico Eataly World a Bologna è una specie di grande museo interattivo.

Ma torniamo ai musei pensati in funzione di Instagram: ve ne presentiamo tre, più uno “bonus” non a tema cibo (e un quarto proprio “extra”): per chi volesse programmare una visita, il consiglio è di prenotarla ora.

1. The Museum of Ice Cream, Miami

Tutto ma proprio tutto sul gelato. Dopo l’apertura newyorkese dell’anno scorso, il MoIC – Museum of Ice Cream sta facendo tappa a Miami, fino al 13 maggio (il biglietto costa 38 $), per poi andare a San Francisco (ma i biglietti sono già esauriti) e a Los Angeles.

Gelati, ambienti a tema, attrazioni, altalene, unicorni, divanetti a forma di ghiacciolo, oggetti, pareti di coni gelato, colori zuccherosi ai limiti dello psichedelico – e ancora gelati.

Ovviamente, con quel tanto di marketing che serve.

E una piscina di zuccherini (quelli usati per decorare).

2. The Museum of Candy, New York

Un Museum of Candy (Museo dei dolciumi) aprirà quest’estate a New York, a Chelsea, in una chiesa sconsacrata, e sarà una specie di grande set instafotografico, a tempo, con attrazioni come la descrizione del processo di fabbricazione degli orsetti di gomma e l’orsetto di gomma più grande del mondo, un unicorno tempestato di caramelle, sfilate “fashion” di bastoncini caramellati, un percorso nella storia dell’industria dolciaria (statunitense, direi) a partire dal primo Novecento. E 15 stanze esperienziali a tema, un ristorante, un mercatino dei dolci.

3. The Cado, San Diego

“Cado” sta per avocado: The Cado è un museo interamente dedicato a quello che sembra diventato uno degli ingredienti di punta della ristorazione contemporanea. Aprirà a San Diego a giugno, quando gli avocado saranno maturi (la loro coltivazione nella zona è una risorsa economica importante).

Ci sarà una stanza in cui imparare a riconoscere l’avocado maturo toccando le pareti, una galleria in cui sembrerà di passare “dentro” un avocado, un ambiente per i selfie, ovvio,  negozi, e la possibilità di mangiare piatti a base di avocado.

4. Bonus: The Museum of Selfies, Glendale LA

Da segnalare, comunque, anche un museo dedicato ai selfie, The Museum of Selfies, aperto dal primo aprile fino al 31 maggio a Glendale, contea di Los Angeles, anch’esso temporaneo e itinerante. Dopotutto, in rete “Ci sono più selfie con Gioconda che foto della Gioconda stessa”.

A questo punto, ecco il mio “extra”: sto pensando a un mio nuovo museo fotografico online, Scatti diSgusto, che nasce sull’onda della nuova tendenza di Instagram delle foto di cibo “bruttine”, alla quale penso di aver dato un buon impulso con la foto della pizza di Cracco (e con la pagina Instagram pranzo_mensa).

Preparate i vostri smartphone.

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.