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Milano. Japao, nuovo ristorante di buona cucina nippo-napo-brasiliana

martedì, 30 Ottobre 2018 di

Aperto a Milano in Brera, non ha un sito e la pagina Facebook è ancora vuota, ma Japao c’è, e funziona, e fa anche delle cose buone.

Il nome denuncia subito l’appartenenza a quel filone della cucina fusion che si chiama nippo-brasiliano, nato dall’emigrazione in Brasile, a San Paolo, di una prima comunità di qualche centinaio di giapponesi, all’inizio del Novecento (ora sono almeno un milione e mezzo).

Qui a Milano, la cucina nippo-brasiliana conta su un buon numero di locali, dai vari Temakinho (ce ne sono 4, l’ultimo ha aperto qualche mese fa in Duomo; ma ce ne sono altri 3 a Roma, e 1 a Londra, 1 a Ibiza, e 1 a Formentera) a Bomaki (5 locali a Milano, 1 a Torino), al Y-Not, e altri ancora.

Japao invece ha aperto in fondo a corso Garibaldi, nei locali occupati fino a qualche mese fa da Niko Niko, un locale di ramen (è chiusa anche la loro seconda sede di via De Amicis). Bello l’ambiente, senza esagerazioni folkloristiche; una trentina di posti all’interno, direi altrettanti all’esterno.

I piatti su cui gioca la cucina nippo-brasiliana sono suppergiù sempre gli stessi, ma offrono una tale varietà di combinazioni che permettono esperienze sempre nuove. Come qui da Japao.

Ci sono 5 o 6 “starters”, dal Pop Corn in Tempura, 6 €, al Poke Salmão o Atum, 13 €, una ciotola di riso con pesce crudo e verdure, agli Hot Rolls, 9 €, sfoglia di grano croccante, salmone, polpa di granchio, Philadelphia.

Io ho iniziato con un Carpaccio di Salmone (12 €): buono il pesce, buona la salsina di olio e basilico che lo accompagnava.

Buono anche il Crispy Rice: riso fritto con sopra una tartare di salmone al tartufo. 7 €. Devo dire che il tartufo schiacciava appena un poco il sapore del resto, ma comunque l’insieme era ok.

Sono poi passato agli Uramaki Rolls, e fra la decina di proposte (da 9 a 12,50 €) ho provato Ipanema, 10, 50 €: cetrioli, gamberi fritti, carote, zenzero fritto, Philadelphia, maionese giapponese e salsa teriyaki. Bello a vedersi, buono (molto) a mangiarsi.

Ma tutti gli uramaki sembravano interessanti (Carioca, salmone fritto, avocado, mango, Philadelphia, fragole; Exotico, gamberi crudi, avocado, mango, menta, lime, erba cipollina, uova di pesce volante, maionese; Saudade, salmone, granchio fritto, maionese giapponese, uova di pesce volante, ananas fritto e mirtillo).

Comunque: ho lasciato perdere i Temaki (dai 6,90 ai 7,80 €), per concentrarmi sui Panini (da 9,50 a 15 €). Si va da Salmão, con hamburger di salmone, maionese giapponese, salsa kimuchi (la versione nipponica della salsa kimchi coreana) e insalata, a Shell Crab, con granchio morbido in tempura con foglie di spinaci, pomodoro datterino e salsa rosa, a Lagosta, con astice alla piastra, songino, cipolle caramellate e salsa dello chef.

Io ho mangiato un Wagyu Piacanha, ovvero picanha, chips di patate fresche, songino, cheddar e maionese. Le patate erano piuttosto secche e dure; molto buono il panino, invece, il tutto era morbido (tranne un pezzetto di cartilagine della carne) e con i sapori giusti.

E i dolci? Soufflé cocco e mango, tortino al cioccolato, pancake cocco e Nutella, tutti a 6,50 €. Come il mio dolce, un cremoso al cioccolato 70% stratificato con confettura di mango Alfonso e sbriciolata di biscotto, servito in un barattolino di vetro con un ciuffo di panna nel coperchio. Il nome? Japariello di Casa Infante. Sì, perché questo locale nippo-brasiliano sotto sotto è napoletano-nippo-brasiliano, e si sono affidati a Casa Infante per realizzare questo dolce. Particolarmente piacevole.

Sì, la proprietà è napoletana. Fusion nippo-napo-brasileira, quindi: direi ben riuscita.

[Aggiornamento: il locale ha chiuso nel 2019]

Japao Sushi. Corso Garibaldi, 111. 20121 Milano. Tel. +39 0236596135.

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.