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Guida Michelin 2020. I ristoranti italiani stentano a New York

mercoledì, 23 Ottobre 2019 di

Vi abbiamo appena raccontato la vicenda di The Araki che ha perso tutte e tre le sue stelle Michelin in un colpo nell’edizione 2020 della Guida di Londra.

Ora vi raccontiamo le principali novità della Guida Michelin 2020 a New York. 

Anzitutto, è dal 2012 che gli ispettori Michelin non assegnano la terza stella a un ristorante nella Grande Mela che quindi rimangono ancora solo cinque.

E purtroppo, si conferma la scarsa performance dei ristoranti italiani nella metropoli.

Infine, si registrano i buoni risultati di alcune insegne diciamo “informali” che fanno il paio con quelli dei locali tipici in Estremo Oriente e che alimentano il dibattito in Italia sulla possibilità che una pizzeria riesca a conquistare per la prima volta una stella Michelin. 

Due stelle al Blue Hill di Dan Barber

La maggiore e più significativa novità della Michelin 2020 sono le due stelle Michelin assegnate al Blue Hill at Stone Barns di Dan Barber, riconoscimento atteso dal mondo della critica gastronomica statunitense già da oltre un decennio.

Una stella a Estela, Four Horsemen e Oxalis

Un’altra novità riguarda la stella data a due ristoranti appunto di tipo più “informale”: Estela, a Downtown Manhattan, e The Four Horsemen, a Brooklyn. Curiosamente, sono entrambi privi di menu degustazione, un format che storicamente le guide Michelin sembrano apprezzare in modo particolare.
Estela, dello chef Ignacio Mattos, uruguayano, è famoso e apprezzato per i suoi piatti ricchi di acidità e pensati con cura. The Four Horsemen, dello chef Nick Curtola, ha una bella lista di vini naturali e un menu “corto”, che cambia stagionalmente.
Invece Oxalis, a Prospect Heights, anch’esso definibile come “casual”, offre un menu degustazione per meno di 100 $, una rarità fra i ristoranti stellati con menu fisso a New York. Chef, Nico Russell. Altro neo-mono-stellato, Crown Shy, chef James Kent, ex NoMad.

Due coreani a due stelle

L’unico altro ristorante a raggiungere le due stelle, oltre a Blue Hill, è Atomix, ristorante coreano di Ellia Park e Junghyun Park, che si aggiunge a Jungsik, altro coreano bistellato.

I ristoranti italiani restano al palo

I ristoranti italiani sembrano non incontrare più di tanto il favore degli ispettori Michelin – così almeno sostiene eater NY. Sta di fatto che una stella è stata assegnata a Le Jardinier, il ristorante, aperto appena a maggio 2019, dello chef Alain Verzeroli, per oltre vent’anni a fianco di Joël Robuchon, la cui cucina si colloca a metà tra Francia e Italia, e al – costoso – Benno di Jonathan Benno all’Evelyn Hotel. Mentre nessuna stella è andata alla rivelazione Rezdôra, aperto da marzo 2019 e già con liste di attesa lunghissime. Lo chef è Stefano Secchi, nato negli States ma allievo di Massimo Bottura all’Osteria Francescana (ma è stato anche all’Hosteria Giusti, per dire). Chef de cuisine è Mark Coleman, ex-Marea (che quest’anno ha perso la stella).
Niente stelle anche per Lilia di Missy Robbins, già stellata con A Voce sempre a New York.

Chi ha perso la stella

Ginza Ondera, che aveva due stelle, è sceso a una dopo che lo chef Masaki Saito se ne è andato per aprire un locale di sushi a Toronto. Anche Marea, locale italiano di pesce di Michael White, è sceso fra i monostellati.
Anche Babbo, che Mario Batali aveva lasciato per le note vicende un anno fa, ha perso la stella; così anche Faro, ristorante italiano a Bushwick, Cafe Boulud, locale casual di Daniel Boulud, Cafe China, già uno dei migliori locali per la cucina del Sichuan, il giapponese Kyo Ya, e Junoon, ristorante indiano al Flatiron. Sono anche scomparsi i tre stellati dell’Asia meridionale.

Ma vediamo tutte le stelle Michelin New York 2020. Compresi due ristoranti monostellati che risultano chiusi.

Tre stelle Michelin a New York

Chef’s Table at Brooklyn Fare
Eleven Madison Park
Le Bernardin
Masa
Per Se

Due stelle Michelin

Aquavit
Aska
Atera
Atomix (New)
Blanca
Blue Hill at Stone Barns (New)
Daniel
Gabriel Kreuther
Ichimura at Uchū
Jean-Georges
Jungsik
Momofuku Ko
L’Atelier de Joël Robuchon
The Modern

Una stella Michelin

Agern
Ai Fiori
Aldea
Bar Uchu (attualmente chiuso)
Batard
Benno (New)
Blue Hill
Bouley at Home
Carbone
Casa Enrique
Casa Mono
Caviar Russe
Claro
The Clocktower
Contra
Cote
Crown Shy (New)
Del Posto
Estela (New)
The Finch
The Four Horsemen (New)
Gotham Bar and Grill
Gramercy Tavern
Hirohisa
Jeju Noodle Bar
Jewel Bako
Kajitsu
Kanoyama
Kosaka
L’Appart
Le Coucou
Le Jardinier (New)
Marea
Meadowsweet
The Musket Room
Nix
Noda
NoMad
Odo (New)
Okud
Oxalis (New)
Oxomoco
Peter Luger
The River Café
Satsuki
Sushi Amane
Sushi Ginza Onodera
Sushi Inoue
Sushi Nakazawa
Sushi Noz
Sushi Yasuda
Tempura Matsui
Tuome
Ukiyo (New, ma attualmente “in pausa”)
Uncle Boons
Wallsé
ZZ’s Clam Bar

[Link: Eater New York]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.