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È morto Paolo Pernigotti: aveva fatto grande l’azienda di Novi Ligure

È morto Paolo Pernigotti: aveva portato l'azienda di Novi Ligure a ritagliarsi un posto al sole sulle tavole di Natale di tutta Italia
mercoledì, 12 Agosto 2020 di

Quasi contemporaneamente ad Alberto Bauli, se ne va un altro grande esponente dell’industria pasticciera italiana, Stefano Pernigotti. Il suo nome resta legato all’azienda di famiglia, fondata dal bisnonno Stefano, suo omonimo, 160 anni fa a Novi Ligure, nell’Alessandrino. 

Stefano Pernigotti, 98 anni, viveva a Milano, ma continuava a interessarsi delle sorti dell’azienda, ceduta nel 1995 ai siciliani Averna. Diciotto anni dopo, nel 2013, la Pernigotti è passata ai fratelli turchi Toksöz. 

Con Stefano Pernigotti scompare uno degli ultimi imprenditori illuminati del secolo scorso, un po’ sul modello di Adriano Olivetti o di Ferrero, anche loro piemontesi. Era uno che si preoccupava dei lavoratori, delle loro famiglie, tenendo sempre presente l’interesse della comunità.

La storia della Pernigotti

PERNIGOTTI FOTO STORICA

La Pernigotti nasce come drogheria specializzata in “droghe e coloniali” nella sede di piazza Mercato (oggi della Repubblica) dell’emporio di famiglia (attivo già dal Settecento). In pochi anni diventa famosa per la produzione del torrone, che in seguito le permetterà di diventare fornitore ufficiale di Casa Savoia. 

Il 1º giugno del 1868 nasce la “Stefano Pernigotti & Figlio“, capitale sociale di seimila lire, azienda alimentare specializzata nella produzione dolciaria.

gianduiotti pernigotti

Il periodo della Grande Guerra vede un miglioramento della qualità del torrone Pernigotti. Infatti le restrizioni nell’uso dello zucchero connesse all’emergenza bellica portano a utilizzare nella produzione solo miele, albume e mandorle. Nel 1927 inizia la produzione dei gianduiotti, cioccolatini nati però a Torino.

Nel 1935 Pernigotti acquisisce la F.lli Sperlari di Cremona, la ditta principale del maggior centro italiano di produzione del torrone. La Sperlari tuttavia viene ceduta nel 1981, a causa della crisi economica di quel periodo.

cioccolati pernigotti

Nel 1971 il gruppo acquisisce un altro marchio di prestigio, la Streglio di Torino, completando così la gamma delle sue produzioni a base di cacao.

Nel 1994 Stefano, privo di eredi diretti dopo l’incidente stradale occorso ai due figli minorenni in Uruguay nel 1980, decide la cessione dell’azienda alla siciliana F.lli Averna.

La Pernigotti vede una radicale ristrutturazione, che comprende anche la vendita della Streglio (2000), e un forte rilancio in Italia e all’estero. Nel 2013, infine, l’azienda fu ceduta al gruppo turco Toksöz.

sciopero lavoratori pernigotti la stampa

Negli ultimi anni la Pernigotti ha vissuto un periodo di crisi, culminato nel novembre 2018 con l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Novi. Le trattative coi vertici aziendali hanno portato a un accordo nel giugno scorso, che ha permesso di mantenere lo stabilimento e di salvaguardare la maggior parte dei posti di lavoro. 

Il ricordo di Novi Ligure

pernigotti novi ligure

A dare notizia della scomparsa è stato il sindaco di Novi, Gian Paolo Cabella. 

Come amministrazione non possiamo che unirci al cordoglio e al dolore della città che era molto molto affezionata al Cavaliere. Ha segnato un’epoca con la generazione dei nostri genitori e con quelle precedenti. Tutti ricordano come nel bombardamento dell’8 luglio 1944 avesse offerto rifugio ai novesi nelle cantine dello stabilimento.

Riferendosi alla crisi vissuta dalla Pernigotti negli ultimi anni, ha aggiunto:

Mi faccio interprete del passato e del futuro: forse, ci fossero stati gli eredi, il destino dello stabilimento avrebbe potuto essere diverso. C’era l’attaccamento familiare di una volta.

Dopo i funerali a Milano, il Cavalier Pernigotti sarà sepolto nel cimitero di Novi, nella cappella di famiglia, vicino ai figli Paolo e Lorenzo, tragicamente scomparsi in un incidente in Uruguay, nel 1980, e alla moglie scomparsa nel 2000.

[Link: Dizionario Biografico Treccani, Il Piccolo, la Repubblica Torino, La Stampa]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.