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Nell’intervista con Miozzo, il coordinatore del Cts chiarisce che la terapia più efficace sarebbe un lockdown totale per altri due mesi. Insostenibile, tuttavia, a causa della sofferenza economica (anche) dei pubblici esercizi. Dunque è ipotizzabile un piano graduale di riaperture.
\n\n\n\nE in prima fila ci sono proprio i ristoranti aperti di sera.
\n\n\n\nMiozzo è possibilista, ma chiede un “rigoroso meccanismo di controlli“ che finora non c’è stato. Verifiche efficaci sul territorio almeno per i prossimi due mesi.
\n\n\n\n“Immaginate cosa può succedere”, spiega il tecnico, “se riaprono i ristoranti la sera ai Navigli o a Trastevere”.
\n\n\n\nEppure, con il contributo delle forze dell’ordine, della Polizia Locale e anche dell’Esercito, si potrebbe considerare una graduale riapertura dei ristoranti fino alle 22.
\n\n\n\n“Basta vedere una divisa che agisca nei luoghi a rischio, come possono essere i ristoranti, per scongiurare comportamenti irresponsabili”, conclude Miozzo.
\n\n\n\nNel frattempo, gli scienziati hanno stabilito una lista di suggerimenti e chiesto due settimane di tempo per valutare l’andamento della curva dei contagi.
\n\n\n\nGli obblighi richiesti sono già conosciuti ai ristoratori: distanziamento fisico, impiego delle mascherine, rilevamento della temperatura e igienizzazione.
\n\n\n\nSi raccomanda l’uso continuativo della mascherina per tutti e il distanziamento di almeno un metro tra i clienti e tra i tavoli.
\n\n\n\nPossono accedere nel locale un numero massimo di persone in rapporto alla superficie e ai posti disponibili.
\n\n\n\nRichiesto il mantenimento di almeno un metro di distanza tra le persone, così da evitare assembramenti alla cassa e al bancone.
\n\n\n\nA fine febbraio il Cts prenderà la decisione definitiva. A meno che non arrivi una deroga alle regole attuali per consentire ai ristoranti di aprire fino alle 22 nel weekend di San Valentino.
\n","description":"Ristoranti aperti di sera: parla Miozzo, capo del Cts. È possibile far aprire ristoranti e bar fino alle 22 se l’esercito aiuta nei controlli"}]}Oggi Repubblica intervista Agostino Miozzo sui ristoranti aperti di sera.
La decisione sulla riapertura serale dei ristoranti in zona gialla e a pranzo in zona arancione, che spetta per primo al Cts (Comitato tecnico scientifico) di cui Miozzo è il coordinatore, è prevista per i primi giorni di marzo.
Il 5 marzo, infatti, scade il Dpcm firmato dal primo ministro uscente Conte e toccherà al nuovo governo stabilire il cambio di regole e date.
Ma diverse Regioni obiettano che il virus non contagia solo a cena. E chiedono che sia consentita ai ristoratori e a chi somministra cibo, l’apertura dei locali fino alle 22 nell’imminente fine settimana, quello di San Valentino. Sarebbe una boccata di ossigeno per la categoria, come e forse più del weekend scorso.
Nell’intervista con Miozzo, il coordinatore del Cts chiarisce che la terapia più efficace sarebbe un lockdown totale per altri due mesi. Insostenibile, tuttavia, a causa della sofferenza economica (anche) dei pubblici esercizi. Dunque è ipotizzabile un piano graduale di riaperture.
E in prima fila ci sono proprio i ristoranti aperti di sera.
Miozzo è possibilista, ma chiede un “rigoroso meccanismo di controlli“ che finora non c’è stato. Verifiche efficaci sul territorio almeno per i prossimi due mesi.
“Immaginate cosa può succedere”, spiega il tecnico, “se riaprono i ristoranti la sera ai Navigli o a Trastevere”.
Eppure, con il contributo delle forze dell’ordine, della Polizia Locale e anche dell’Esercito, si potrebbe considerare una graduale riapertura dei ristoranti fino alle 22.
“Basta vedere una divisa che agisca nei luoghi a rischio, come possono essere i ristoranti, per scongiurare comportamenti irresponsabili”, conclude Miozzo.
Nel frattempo, gli scienziati hanno stabilito una lista di suggerimenti e chiesto due settimane di tempo per valutare l’andamento della curva dei contagi.
Gli obblighi richiesti sono già conosciuti ai ristoratori: distanziamento fisico, impiego delle mascherine, rilevamento della temperatura e igienizzazione.
Si raccomanda l’uso continuativo della mascherina per tutti e il distanziamento di almeno un metro tra i clienti e tra i tavoli.
Possono accedere nel locale un numero massimo di persone in rapporto alla superficie e ai posti disponibili.
Richiesto il mantenimento di almeno un metro di distanza tra le persone, così da evitare assembramenti alla cassa e al bancone.
A fine febbraio il Cts prenderà la decisione definitiva. A meno che non arrivi una deroga alle regole attuali per consentire ai ristoranti di aprire fino alle 22 nel weekend di San Valentino.