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Green pass nei ristoranti controlli

Green pass: come stanno andando i controlli nei ristoranti italiani

Green pass il giorno dopo: come vanno i controlli nei ristoranti italiani. File, verifiche ma anche paure e proteste da parte dei ristoratori
domenica, 08 Agosto 2021 di

C’è comprensibile curiosità di scoprire come vanno i primi controlli del Green pass nei ristoranti italiani.

Dal 6 agosto il certificato vaccinale è obbligatorio per entrare nei luoghi al chiuso, compresi bar e ristoranti.

E i ristoratori, pur refrattari all’obbligo di regolare la circolazione dei propri clienti –“mica siamo poliziotti”– si sono adattati. 

Green pass e ristoranti: i controlli del giorno dopo

Green pass applicazione

Oggi, dopo una prima ricognizione sui quotidiani locali, sembra che la situazione Green pass / ristoranti sia sotto controllo.

Al netto dell’applicazione VerificaC19 con i suoi bug e dei boicottatori no-vax che condividono la mappa dei locali in cui si entra senza lasciapassare vaccinale. Una scelta fuorilegge, è bene ricordarlo, quella dei ristoranti che non chiedono il Green pass.

La situazione dei controlli a Bologna

Controlli green pass ristoranti bologna

La pagina bolognese di Repubblica cita la dolcezza e il savoir faire della signora Francesca del ristorante Camst davanti all’Arena del Sole. E’ sabato, ma nonostante la fila già a mezzogiorno la ristoratrice bolognese verifica con scrupolo.

“Prima controlla il codice con l’applicazione del telefonino, poi chiede il documento. “Le faccio vedere anche il vaiolo?” domanda un signore”. 

Il titolare della trattoria “Tony”, sempre nel capoluogo emiliano, ha fatto una scelta diversa. Siccome all’interno del locale i tavoli sono pochi fa sedere tutti fuori. Si attrezzerà dopo le ferie. 

Non è tutto bianco o nero e nemmeno così semplice. Anche ristoratori e baristi devono imparare. Eccoli alle prese con il dispositivo, alzato, abbassato, inclinato per leggere il QR code. Che a volte non si legge per colpa della luce. Problemi per i ristoranti anche con il Green pass degli stranieri, che essendo diverso, una volta su due non risulta valido. 

Il Green pass nei ristoranti e i no vax

boicottare ristoranti green pass

Ma più di tutto e tutti i ristoratori temono i no vax. “Cosa dico a chi si rifiuta di mostrare i documenti?”, si chiede il titolare dell’Osteria del podestà di via Orefici, nel centro di Bologna. “Mi spaventa il primo no-vax che pretenderà di entrare nei ristoranti quasi provocatoriamente, va bene il Green pass ma non faccio il poliziotto, sono un commerciante”. 

Numerosi anche baristi e ristoratori che non chiedono i documenti perché un po’ si vergognano. E temono di indispettire i clienti, dopo mesi di chiusure non è proprio il caso. 

Ci sono anche le situazioni imbarazzanti. Immaginate se un solo cliente in un gruppo di 8 non ha il Green pass. “Che faccio”, s’interroga Giovanni Tamburini, titolare della più nota salsamenteria bolognese, “li mando via tutti?”. Per tacere degli amici, dei clienti abituali. 

Come sta andando con i controlli a Genova

Reazioni al Green pass: il Secolo XXI di Genova torna sulla diversa condizione dei ristoranti che possono contare su una veranda, o comunque uno spazio all’aperto, e degli altri, chiaramente sfavoriti. Anzi, Confcommercio e Fipe, associazioni dei ristoratori, parlano apertamente di discriminazione. 

“Questa mattina una signora ha chiamato per undici persone e alla richiesta del pass hanno preferito mangiare altrove”, ha detto al quotidiano genovese Fabrizio Parisi della Trattoria Ugo in via dei Giustiniani. “Con solo 10 posti all’esterno, siamo penalizzati”. 

Il Green pass nei ristoranti di Bari

Anche TeleBari ha intervistato alcuni ristoratori della città sul day after. La gestione del Green pass è andata bene nel nostro e negli altri ristoranti, “anche perché i clienti erano informati sul da farsi”, ha commentato il titolare del ristorante Al Pescatore di Piazza Federico II. 

Ma non mancano le lamentele, comprensibilmente da parte di chi ha pochi tavoli all’esterno o non ne ha affatto. 

Alla fine “Santa veranda” veglia e preserva la maggior parte dei locali dai controlli.

(Immagini: Repubblica Bologna)