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11 Luglio 2017 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 20:45

Milano. Cronache di aperture e novità in una città che non si ferma nemmeno in estate

La ristorazione a Milano è sempre in continuo fermento: chef vanno e vengono, locali aprono e chiudono di continuo. Ecco un piccolo aggiornamento. Arrivi
Milano. Cronache di aperture e novità in una città che non si ferma nemmeno in estate

La ristorazione a Milano è sempre in continuo fermento: chef vanno e vengono, locali aprono e chiudono di continuo.

Ecco un piccolo aggiornamento.

Arrivi e partenze

Arriva un nuovo mixologist al Mandarin Oriental Milano: Matteo Rizzolo, già braccio destro di Dario Comini al Nottingham Forest ed ex Bamboo Bar all’Armani Hotel di Milano. Quindi, nuova cocktail list, alla cui ideazione ha contribuito anche lo chef Antonio Guida, che ha studiato alcuni abbinamenti dedicati ai nuovi cocktail. Tra le novità, l’Americano in Falsa Noce, dedicato a Comini: Campari, Cocchi Rosso e velluto profumato alla noce, e il 251, Rue Saint Honoré, con Vermouth dry infuso all’aneto e Champagne Monmarthe, servito con cozza al vapore, alga nori e tapioca.

Nella foto, Les Lumière, con Star of Bombay, St. Germain, Chartreuse Gialla, Lime e Orange Bitters, olio d’oliva.

Parte lo chef Fulvio Siccardi dal ristorante Da Noi In di via Forcella: al suo posto, Giuseppe Pastorino, che peraltro lavora con Siccardi sin dall’apertura del ristorante, quattro o cinque anni fa. La linea della cucina non cambierà, affermano gli chef. Aggiunge Fulvio: “È stata una magnifica avventura che ho intrapreso quattro anni fa con passione ed energia. Oggi desidero dedicarmi a progetti personali che mi vedranno protagonista in Italia e all’estero.”

E intanto in Paolo Sarpi…

Ha aperto in via Bramante Aroundlo abbiamo assaggiato qualche giorno fa, non male, ma – diciamo – da riprovare più avanti.

Ma ha aperto anche una birreria nuova, B-locale. Un buon assortimento di birre artigianali, qualche etichetta più sfiziosa, ambiente piacevole, molto legno, un tavolo comunitario rotondo. Sembra che non possa aprire più niente se non ha almeno un angolo destinato a un comunismo forzato delle consumazioni e delle comunicazioni: che a volte si eviterebbe volentieri. Dopo di che, in una birreria – perché no?

Ci sono 5 birre alla spina a rotazione settimanale, più ovviamente tutte le altre in bottiglia.

A poche decine di metri di distanza, La Buttiga, un’altra birreria, aperta già da qualche mese – nello spazio prima occupato da Ci Penso Io, simpatica enoteca-bistrot.

Ha aperto anche una nuova pasticceria, o bar-pasticceria, cinese, dall’aria piuttosto non-occidentale – poche scritte in italiano, potrebbe anche essere un negozio di giocattoli o rubinetti. Mi spiace, ma mi sono accorto solo dopo averlo fotografato ed essere tornato a casa che non riuscivo nemmeno a leggere la scritta dell’insegna – in caratteri diciamo strani. Ci entrerò.

Intanto, all’inizio della via, un altro bar-gelateria-pasticceria, Château Dufan, si allarga, occupando gli spazi di un adiacente ingrosso cinese di abiti.

[Immagini: iPhone Emanuele Bonati, Barbara Perrone/Tangibili Emozioni, Bargiornale]

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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