Diego Vitagliano ci riprova a Roma: come sono le pizze al quartiere Trieste

Non c’è tre senza quattro, anzi cinque. Diego Vitagliano, dopo le pizzerie di Bagnoli, Pozzuoli, Santa Lucia – tutte a Napoli – ritorna a Roma dopo la fugace apparizione a Corso Francia. Questa volta cambia quartiere, ma resta a Roma Nord, dal Fleming al quartiere Trieste famoso per i palazzi e i villini di Gino Coppedè Sempre zona nobile che nel confronto con Napoli è come trovarsi tra Posillipo e Mergellina. La quinta pizzeria è la 10 Diego Vitagliano in Teglia che ha da poco aperto in via Toledo proprio dove c’era una pizzeria in teglia. Gli resta ancora da aprire al termine del percorso burocratico – e siamo a 6 – la pizzeria al Vomero lì dove c’era Spicchi d’Autore.
Riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’apertura romana che segna la riscossa del pizzaiolo che ha cambiato le regole del gioco passando dalla sola napoletana contemporanea al florilegio quasi completo degli stili, dalla pala Croccante alla Rustichella simil romana. Insomma stile Vitagliano e stile eclettico del quartiere vogliono combinarsi. La nuova apertura ha compiuto 1 mese di attività e in una serata uggiosa siamo a ore 20 alla porta di ingresso. Le prenotazioni si possono effettuare solo per il primo turno del pranzo (12:30) e della cena (19:30). Il lunedì sera ci permette di accomodarci velocemente.
La nuova pizzeria di Diego Vitagliano a Roma

In via Chiana troverete un locale ampio con 5 vetrine fronte strada e un ulteriore piano seminterrato che aumenta la già notevole dotazione di posti a sedere. Il motore della pizzeria è affidata a due forni elettrici Gennarino a bocca aperta di Stefano Ferrara. Non è una novità l’elettrico per le pizzerie di Vitagliano, ma lo è questo modello che ripete in tutto e per tutto l’estetica di un tradizionale forno a legna.
L’ambiente è invece moderno con le piastrelle nere a disegnare il fondo della zona lavoro e le losanghe intervallate a pavimento. Di impatto anche l’angolo bar con il bancone che si contrappone – pur nell’altra sala – a quello delle pizze.


Sul tavolo ci sono le tovagliette sempre in tonalità scura ed elegante. L’unica nota negativa è l’affezione per le sedie in ferro abbastanza scomode con un piano troppo basso rispetto a quello del tavolo. A questo punto siamo convinti o che si tratti di un acquisto di massa per le prossime 10 aperture. O che sia il sistema per velocizzare il ricambio al tavolo.
Seduti al tavolo proprio di fronte al bancone, notiamo il volteggiare delle pizze stese con la farcitura pronte per andare in cucina (si suppone) all’altro capo del locale. Come anche le invitanti ciotole di fiordilatte tagliato. Sarà mica un trucco per aumentare la voglia dei commensali appena seduti? Diavolo di un Diego che già a Bagnoli aveva sperimentato come far venir voglia di dolce: tutti allineati e illuminati nel bancone della cassa/accoglienza.
I fritti

L’introduzione non può che essere affidata ai fritti di cui Vitagliano mena vanto anche per qualche abbinamento non proprio scontato come gli spaghetti aglio e olio croccante (5 euro). Bella l’idea di mettere insieme peperoncino e besciamella e divertente la panatura di nocciole, mandorla, pistacchio e noci insieme ai cornflakes. Peccato che al cuore sia un po’ freddo è la cottura non precisa restituisce un boccone un po’ slegato e con una punta di aglio non freschissima.
Di ordinanza la frittatina classica di bucatini con provola, besciamella e manzo (5 euro) come anche il crocché di patate sempre con provola (4 euro).
Come sono le pizze di Diego Vitagliano a Roma in via Chiana


La gentilissima cameriera, smart al punto giusto, acconsente al giro pizza. E quindi iniziamo con la Margherita Storica, cioè con il fiordilatte (9,50 euro). Una buona pizza, un po’ pallida che sconta solo un eccesso di sale nel pomodoro. Al contrario di quanto registrato nella sede a Bagnoli in occasione della tappa del Campionato della Pizza.



E restiamo su un mantra del Campionato con la Capricciosa (15 euro) che utilizza gli stessi ingredienti della cugina napoletana. Quindi, Pomodoro San Marzano DOP dell’Agro nocerino-sarnese (Solania), fiordilatte dei Monti (Latteria Sorrentina), prosciutto cotto alta qualità l’Artemano (Levoni), salame Napoli (Levoni), olive taggiasche, carciofi arrostiti (Azienda Agricola De Gennaro), funghi misti, basilico, olio extravergine d’oliva DOP (Basso). Sul piatto ci sono 2 euro in più rispetto a Napoli, ma una maggiore confusione nel topping che abbonda di olive taggiasche. Ottime come i carciofini che giocano bene con il fiordilatte.

Ed ecco Ricciatella (12 euro), scelta per gli ingredienti da un commensale attirato dalla scarola riccia fresca a crudo e dalle alici (ma ci sono anche olive taggiasche, stracciata e pomodori semi dry) che viene spiegata dalla sala “come se fosse una piadina”. In effetti fa parte della serie Rustichelle, anche se nulla hanno a che vedere con le famose autostradali. Qui ci dilettiamo con l’ottimo connubio della farcitura e la base impasto lontanissima da una napoletana. Forse più buona da mangiare che da guardare.



Chiudiamo con la Diavola (12 euro) che lascia alla schiacciata il compito di rendere piccante la pizza. Equilibrata per accontentare una larga platea che affolla la pizzeria di Vitagliano a Roma.
I dolci

Alla pizzeria c’è un buon assortimento di dolci di Sal De Riso (e orecchiando le considerazioni del tavolo accanto, la sua firma tira). Noi però andiamo su una classica sfogliatella riccia (7 euro).

E il panettone che quest’anno diventa croccante. Non per l’impasto, par di capire, ma per la glassa di cioccolato fondente e Foresta Nera (7 euro, ma potete anche ordinare il panettone per casa a 40 euro).
In conclusione, bella pizzeria e buone pizze che avranno il tempo per migliorarsi e portarsi agli standard delle cugine napoletane. Ma volete mettere che da Roma ora non dovete macinare chilometri per mangiare le napoletane e le croccanti di Diego Vitagliano?

Voto: 7,5/10
Diego Vitagliano Pizzeria. Via Chiana, 80, 00198 Roma RM. Telefono: 06 7227 6443. Instagram




