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Te lo do io il Brasile/1 Il divertimento di Massa

domenica, 28 Febbraio 2010 di

svinando

nicola-massaLa famiglia di scattidigusto.it si allarga! Quanti Massa dal Brasile conoscete? Felipe? Pilota della Ferrari? Ebbene ne esiste uno che è più Italiano e che secondo me lavora divertendosi molto (o si diverte lavorando?). Nicola Massa lavora a Rio de Janeiro e gli piace il cibo. E gli è anche piaciuto questo blogettino per cui posso annunciare che ho un corrispondente dal Sud America con vista spettacolare come vedete nella foto qui sopra (cioè Nicola la mattina si stropiccia gli occhi e vede questo po’ po’ di panorama – non so se vedete lo skyline lì sulla destra come è sagomato…). Quindi se volete sapere come si trascorre la settimana successiva al Carnevale più famoso del Mondo, iniziate a leggere la prima puntata di “Te lo do io il Brasile, e noi tutti a sognare spiagge e divertimento”. Ecco come Nicola Massa dribbla e segna in porta 🙂

Vincenzo Pagano

A RESSACA DO CARNAVAL

Vincenzo, che facciamo? Dopo aver trascorso giorni interi per le strade a festeggiare ed essermi fatto travolgere dall’inarrestabile entusiasmo generale, ho pensato che fosse arrivato il momento di escogitare un jeitinho, modo ingegnoso di dribblare una problematica trovando una valida alternativa, per scrivere questo articolo che inizialmente era previsto in pieno carnevale. Ed allora mi è venuto in mente di parlare della meno conosciuta resacca do carnaval.
La ressaca é il periodo, una settimana circa, che segue la fine del carnevale e che rappresenta per i carioca il necessario riposo prima di reimmergersi nel «tran tran quotidiano».
Le serrande delle scuole e degli uffici rimangono abbassate e gli abitanti di Rio si riversano per le strade invadendo i vari botequim, churrascarias ed altri locali che garantiscano un chopp gelado (birra alla spina) ed un ricco ristoro.
Ecco allora trovato un valido motivo, il famoso jeitinho, per parlare di cibo.
Rio non ha né l’eleganza né il denaro di Sao Paulo. Rio é semplice ed esuberante e questo si riflette anche nell’offerta gastronomica, più basica e molto di strada.
A meno che non si sia costretti ad una colazione di lavoro, risulta difficile trovarsi nel sofisticato ristorante di Claude Troisgros, erede di una delle famiglie che hanno fatto la storia dell’alta gastronomia del secolo passato, trasferitosi qui a cucinare da decenni.

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Se si é alla ricerca di una esperienza gastronomica, termine che da queste parti ha lo stesso significato che ha da noi la parola gourmet, si può cenare da Roberta Sudbrack, la chef più rinomata della città, che nel suo atelier di cucina propone menu degustazione in stile grande ristorante internazionale. Antesignana delle tendenze «gastrobistrotique» attuali, Roberta già anni fa pensò ad un tavolo comune dove raggruppare alcuni dei suoi ospiti gomito a gomito facendogli assaggiare la sua cucina a prezzi accessibili.

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Vien da sé però che in una città dove si vive tutto l’anno in bermuda e t-shirt é più facile andare alla ricerca di cibo in linea con questo stile di vita e quindi: facile, veloce e semplice.
I botequim sintetizzano al meglio questo concetto. Si tratta sostanzialmente di bar con cucina dove poter bere caipirinha e chopp a volontà accompagnati da petiscos, specie di tapas locali cucinate sul momento. L’influenza della gastronomia portoghese in questa tipologia di locali é molto marcata. Io ne amo due in particolare. Il primo si trova nel ricco e moderno quartiere di Leblon e si chiama Jobi. Qui probabilmente mangerete il miglior bolinho de bacalau (polpetta fritta di baccalà) della città oltre ad un rifocillante panino con carne de pernil de porco (coscia intera di maiale cotta nel forno).
Il Bar do Gomez invece si trova nel quartiere bohemiene di Santa Teresa. Qui vivono fianco a fianco artisti locali, trafficanti e gringos (tutti gli stranieri vengono così chiamati dai locali) che vogliono respirare 24 ore su 24 l’aria spensierata del luogo. Le innumerevoli etichette di bottiglie di cachaca (acquavite di canna da zucchero) sono esposte negli armadi anni ’30 di legno scuro che riempiono le pareti. Si viene quindi per bere cachaca servita direttamente sull’antico bancone in marmo bianco. La migliore proviene da Salinas, villaggio a nord della regione del Minas Gerais. Per accompagnare, immancabili sono i bolinho de carne seca com aipim (polpette di manioca ripiene di carne secca). Evoluzione dei botequim sono dei locali simili alle nostre trattorie che oltre a servire petiscos offrono piatti veri e propri supportati da un servizio decisamente all’antica. I camerieri vestono giacca bianca e papillon scuro e vi daranno sempre del Lei.

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Il Braseiro da Gavea, situato nell’omonimo quartiere, é uno dei pochi in città che possiede ancora una vera e propria griglia di carbone. Il galeto na brasa (galletto grigliato), piatto super gettonato da queste parti, è un must da mangiare rigorosamente con le mani. Non si tratta di un galletto qualsiasi. L’anziano proprietario portoghese che vigila tra i tavoli tutte le sere, ci tiene a sottolineare che ogni pezzo di carne grigliato nel suo locale viene scelto in base alla qualità. La linguica (salsiccia), servita al tavolo come aperitivo, proviene ad esempio dallo stato di Rio Grande do Sul dove un clima più mite ha fatto si che si sviluppasse maggiormente la lavorazione del maiale. Il galeto é allevato nell’interno dello stato di Rio.

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Una vera istituzione cittadina é il Nova Capela. Questa trattoria in pieno quartiere Lapa é forse la più conosciuta della città. Il suo stile é fortemente classicheggiante con piastrelle alle pareti, enormi ventilatori antichi che sparano aria a tutta forza dai quattro angoli del locale e storici camerieri che vi riconosceranno sin dal vostro secondo passaggio. Se vi capita chiedete di conoscere Cicero, più volte premiato dalle guide locali come il simbolo della cortesia carioca. Lapa é la zona badalada (zona di divertimento) del momento. Un quartiere nel quale sino a dieci anni fa era sconsigliato entrare per causa della prostituzione, dello spaccio di droga e degli scippi. Oggi, nonostante alcuni di questi problemi permangano, é il nuovo centro del divertimento popolare di Rio che vive praticamente ininterrottamente giorno e notte. Il Nova Capela non poteva essere da meno e quindi il suo famoso cabrito com arroz e broccoli (capretto con riso ai broccoli) viene servito sino a che l’ultimo cliente non sia uscito dal locale. Io personalmente sono riuscito ad averne una porzione ben oltre le quattro del mattino. La compagnia intorno a me non era delle migliori, ma faz parte (fa parte del gioco, come si dice da queste parti).

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Toccate tutto ai carioca, ma non la churrascaria. Locali giganteschi dove vengono servite carni infilzate in grandi spade e cotte sulla griglia. Si paga un prezzo di entrata che non include bevande e sobremesas (dessert) e si mangia con la formula all you can eat. I tagli innumerevoli di carne vengono affettati direttamente al tavolo da camerieri che si aggirano instancabilmente con enormi spadoni tra le mani. Io ne amo una che si chiama Oasis. Si trova nel quartiere di Sao Conrado, a due passi dalla Rocinha, la favela più grande del Sud America e dal nuovo quartiere di Barra, dove la crescente classe medio alta ha deciso di stabilirsi. Oasis é stata una delle prime churrascaria della città, nata dalla volontà di un immigrato veneto il quale, lavorando come camionista, lamentava sempre la mancanza di un buon posto dove ristorarsi. ‘Possibile si riesca a mangiare ottima carne in casa e poi non se ne trovi di buona per la strada?’, pare lamentasse sempre. E allora aprì la sua churrascaria. Adesso a mandarla avanti é il nipote che rivendica con orgoglio le origini italiche. Tre i punti forti del locale. La qualità della carne, la varietà di tagli ed il servizio olho a olho (occhio a occhio) che sta a significare una attenzione particolare ad ogni esigenza del cliente. Il taglio più amato nelle churrascarias é senza dubbio la picanha (in italiano codone, taglio che si trova nella parte superiore e posteriore del bue subito prima della coda). Da Oasis oltre alla migliore picanha cittadina si trovano tagli inconsueti e golosi come il cupim (gobba del bue, situato nella parte anteriore dell’animale tra la testa e il tronco) o la costela de boi (punta di petto di bue). Una festa per i carnivori da consumare con moderazione visto l’alto contenuto di grassi animali che circola nei piatti.

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Un altro locale da non perdere é il tradizionalissimo ristorante giapponese Azumi di Copacabana. Ad inizio secolo scorso il Brasile ha assistito ad una massiccia immigrazione giapponese. Il quartiere Liberdade a Sao Paulo rappresenta ancora oggi una delle più grandi comunità giapponesi fuori i confini del sol levante. Naturale che la cucina nipponica si sia qui radicata nel tempo. In Brasile trovi temaki (coni di alga ripieni di riso e pesce) ad ogni angolo sino allo sfinimento. I ristoranti sushi fashion imperversano in città, ma Azumi tiene duro con i suoi trent’anni di attività e le sue due piccole sale, una dedicata al sushi e l’altra al teppayaki. Da assaggiare il nighiri con uova di riccio di mare e uovo di quaglia, il sashimi di olho de boi (ricciola) e la cavaquinha (cicala di mare) alla griglia.

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Se aveste voglia invece di una cucina più ricercata, una buona bottiglia di vino cileno o argentino e un po di gente alla moda con cui condividere la serata, andate da Zuka. Il locale è oggettivamente bello. Un enorme churrasco (griglia) diligentemente diviso tra carne e pesce la fa da padrone. Si può mangiare al bancone come al tavolo. Zero tovaglie, servizio non all’altezza del cibo, ma qualche piatto unico sfizioso come il bacalhau greglhado com legumes (baccalà grigliato con verdure) o il miglior hamburger della città confezionato esclusivamente con carne di picanha.

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Per una giornata fuori porta il ristorante adatto é decisamente Bira. Non prima però di aver trascorso qualche ora sulla spiaggia di prainha, una delle più belle del Brasile che si trova a mezz’ora da Rio (la vedete qui sotto). Bira é un ristornate di pesce che potrebbe essere considerato classico da queste parti. La tipica zuppa di pesce bahiana, moqueca, é servita in più versioni, come la caldeirada, una sorta di insalata di mare. Per gli amanti della pimenta (peperoncino fresco), qui é una vera festa. Se ne trovano di svariate qualità, trattate in modi diversi. Ottime quelle messe in conserva con olio e cachaca.

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Gli indirizzi.

Azumi. Rua Ministro Viveiros do Castro, 127. Copacabana – Rio de Janeiro. Brasil. Tel. +55 (21) 2541 4294

Bar do Gomez. Rua Aurea, 26. Santa Teresa. Rio de Janeiro. Brasil. Tel. +55 (21) 2232 0822

Bira. Estrada da Vendinha 68A. Barra de Guaratiba – Rio de Janeiro. Brasil. Tel. +55 (21) 2410 8304

Braseiro da Gavea. Praça Santos Dumont, 116. Gávea. Rio de Janeiro. Brasil. Tel. +55 (21) 2239 7494. www.braseirodagavea.com.br

Jobi. Av. Ataulfo de Paiva, 1166. Leblon. Rio de Janeiro. Brasil. Tel. +55 (21) 2274 0547

Nova Capela. Rua Mem de Sà, 96. Lapa – Rio de Janeiro. Brasil. tel. +55 (21) 2252 6228

Oasis. Estrada do Joá, 136. São Conrado – Rio de Janeiro. Brasil. Tel. +55 (21) 3322 3144

Zuka. Rua Dias Ferreira, 233b. Leblon – Rio de Janeiro. Brasil. Tel. +55 (21) 3205 7154. www.zuka.com.br

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Te lo do io il Brasile/2 Roberta Sudbrack

Te lo do io il Brasile/3 Aizomê

Te lo do io il Brasile/4 D.O.M. Alex Atala