Sono stato fuori per le feste, a sciare sulle mie amate montagne, ora dovete sapere che gli abitanti di alfa centauri sono allergici alle altitudini, quindi Qwerty non ha potuto seguirmi e la scorsa settimana ha lasciato il suo disco volante parcheggiato in giardino. Ma appena saputo che ero rientrato nella città eterna, non ha perso tempo ed è piombato come un falco.
Ieri mattina all’ora di pranzo, è atterrato come al solito sul terrazzo, io ero ancora in pigiama tra letto e computer: sono giorni di festa e si indulge di più alla pigrizia. A Roma fa un gran freddo in queste ore, l’aria e pigra e il naso sprofondato in un bel librone (io ti troverò, di Shane Stevens consigliato). L’ultima cosa che desideravo era un marziano in visita e per di più affamato. Dove lo porto? E chi ci ha voglia di sedersi dopo le abbuffate natalizie? Questo poi si è fissato con i sapori romani… Questi i pensieri che mi frullavano in mente mentre vedevo Qwerty saltare giù dal motore. Poi un lampo mi è balenato in mente: Trapizzini! Testaccio non è lontana da casa mia e da un paio di anni è un appuntamento fisso: il cinema al Greenwich e a seguire un pasto veloce da 00100, la serata perfetta!
Stefano Callegari è un amico, da tanto tempo… da quando si degustava insieme da Arcangelo in quella fucina di talenti e divertimento che era “l’accademia degli insensati” (ma questa è un’altra storia), allora faceva ancora lo steward sugli aerei ed era più magro di adesso… creatore di descrittori insoliti e centrati sul vino (cruscotto di Fiat Uno al sole), un ragazzo di una simpatia travolgente. Poi si è consegnato alla pizza, contagiato da Giancarlo della Gatta Mangiona, creando il fenomeno “Sforno”. A lui si deve l’idea dei Trapizzini, tasche di pizza bianca da riempire a richiesta con il meglio della cucina romana.
Da allora di acqua sotto ponte Testaccio ne è corsa molta: ho mangiato quintali di triangolini di pizza e ho visto persone impazzire al bancone di questa minuscola pizzeria e finire in overdose da trapizzino, anche il nostro marziano non è stato da meno, se ne è sparati ben sei:
Trapizzino con il picchiapò. Un piatto perfetto in questo periodo, si fa con la risulta del bollito che non manca mai sulla tavola di capodanno. Cipolla, pomodoro e brodo. Poi la carne a pezzettini a reidratarsi li dentro. Quando è riuscito è una delizia, in questo caso era un poco troppo coriaceo e grasso. Recupero
Trapizzino con la coda alla vaccinara. In questa edizione eccellente. Certo la coda non è un piatto da signorine, e qui in una versione ancora più carica e sedanosa, ma di pancia e grande soddisfazione. Goloso
Trapizzino con le polpette al sugo. Un classico, ricco e sontuoso. Non può che piacere a tutti, chi non ama le polpette? La speziatura non guarda tanto per il sottile e il pomodoro è dolce e succulento. Immediato
Trapizzino con la trippa al sugo. Morbido e succulento. Certo la trippa rischia di confondersi con gli altri sughi rossi, manca la menta e il formaggio. Pop
Trapizzino con il pollo alla cacciatora. Per me il più buono, talvolta troppo unto e saporito. Ma la versione di ieri era perfetta. Morbida e succulenta, grazie ad una speziatura millimetrica. Campione
Trapizzino con la lingua alla salsa verde. Per Qwerty era questo il più buono, non ha tutti i torti. La lingua era magistrale: morbida e rinfrescata da una salsa verde equilibrata, molto elegante e a modino. Raffinato
Supplì aglio olio e peperoncino. Molto goloso e intenso. un sapore quasi canagliesco, con un bellissimo piccante verticale e intenso. Peccato fosse irrimediabilmente freddo. Guascone
Supplì classico. Roma in un morso, la panatura generosa e croccante malgrado la cottura non freschissima, il sugo giustamente rustico ed intenso. Capitolino
Da bere si pesca direttamente dal frigo una delle tante birre artigianali e anche vino, peccato che non ci siano più i bicchieri di vetro che per anni erano a disposizione, bere nella plastica non fa lo stesso effetto.
Inutile dirvi che il nostro amico marziano è uscito entusiasta. Io ho sorriso e non ho potuto fare a meno di pensare a quanto tempo sia passato dalla scoperta e che come il successo (meritato) cambi i posti: al banco non c’è più un viso conosciuto, il servizio è veloce e svogliato, i bicchieri di carta, nessuno più con cui chiacchierare di birra, vino e cucina romana. Sempre un bellissimo posto dove tornerò molto spesso (con marziani o non) ma senza la magia di un tempo, di un posto veramente unico e differente. Tutto scorre e cambia, io solo invecchio!
Ultimo consiglio personale, scegliete il classico e non la misura mini, il rapporto pasta/companatico mi sembra più calibrato.
00100 Pizza. Via Giovanni Branca, 88. Roma. Tel. +39 06.43419624
Ci sono andato qualche mese fa l’ultima volta… Trovo l’idea geniale e divertente. Mi fnno simpatia quelle pentole con cui tengono i condimenti in vista e per un lungo periodo sono stato “addicted”. Ma l’ultima volta li ho trovati meno generosi nella farcita e un poco monocordi in un sapore di sugo che copriva tutto e sempre uguale. Il servizio poi… Prima c’era un ragazzo di cui non ricordo il nome (ex rugbista) simpaticissimo e assai appassionato, si sente la mancanza
Bel pezzo
ha risposto a Carlo Giovagnoli:
Non ho mai saputo se facesse il rugbista, ma Leonardo (pugliese DOC) rendeva magico questo posto! Emanava passione curiosità da tutti i pori…quando a 00100 c’era lui ci scambiavamo ricette, opinioni, curiosità…il trapizzini passava quasi in secondo piano…personalmente l’ultima volta che ho provato i fritti ho riscontrato un notevole calo, mentre sul trapizzino solo alcune tipologie si sono rivelate meno convincenti (come fa notar Alessandro)… L’idea di Stefano comunque rimane geniale e avendolo vicino scuola è una tappa quasi fissa per me e i compagni (a cui l’ho fatto scoprire)… In cuor mio però spero che prima o poi Leo torni dietro il bancone a rendere magici quei triangoli di pizza! 🙂
ha risposto a Lorenzo Linguini: Lorenzo… Allora anche io spero che Leo ritorni… L’impressione questa estate è stata di un posto in lento ed inesorabile decadimento. Peccato!
Io purtroppo ho smesso di andarci da Maggio scorso. Non ho trovato gli stessi trapizzini di prima, quelli che mi facevano fare la botta da matto laida e sbrodolona lì fuori sulla panchina. Improvvisamente meno buoni, meno sapidi…meno! Peccato. Comunque riproverò. Anche perchè la mia lavanderia di fiducia ha riaperto. ;-)))
ha risposto a Giacomo: Concordo, c’è un “meno” generalizzato che non mi piace. Anche se rispetto alla penultima volta è stato riguadagnato un po’ del terreno perso.
A me sembrano bellissimi, e foto sono da sturbo e l’idea fantastica. La prima volta che capito a Roma non mi scappa!