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Torino. 5 ristoranti cinesi dall’inarrivabile rapporto qualità prezzo

giovedì, 20 Marzo 2014 di

svinando

involtino primavera

Scordatevi involtini primavera precotti e collosi spaghettini di soia, la cucina cinese ha preso piede talmente bene in Italia, che oggi nei ristoranti cinesi ci si fa concorrenza sulla qualità degli ingredienti, come nelle osterie di territorio più blasonate.

Da qualche anno, infatti, nel mercato dei contadini di Porta Palazzo, meta di studenti, hippie, salutisti e radical-chic torinesi, si trovano banchi di venditori cinesi che riforniscono i ristoranti cittadini di prodotti tipici della loro gastronomia coltivati nelle campagne intorno a Torino.

Vogliamo indicarvi 5 ristoranti cinesi a Torino, in cui vale la pensa fare un salto almeno una volta e in cui spenderete pochissimo. Come in una piola o in un bistrot.

1. La Grande Muraglia

Ravioli la grande muraglia

Mi sono sempre chiesta se i turisti cinesi che vengono in Italia vedono i ristoranti cinesi come noi vediamo guardiamo alle catene Pizza Hut e MezzodiPasta all’estero. Ecco, questo posto, che a prima vista potrebbe scoraggiare gli avventori per via degli interni spogli, è un ristorante cinese fatto per i cinesi. Qui si possono assaggiare le meduse (che sanno un po’ di cetriolo, ma è un aneddoto che fa molto “figo”), gli spaghetti di soia fatti a mano e la scenografica huo guo, una pentola in cui si fanno bollire le pietanza direttamente in tavola. Inutile dire che per i puristi del cinese vecchio stile c’è il menù apposito.

La Grande Muraglia, corso Emilia 2, tel. 011 5539420. Prezzo: 15 €

2. Zheng Yang

Zheng Yang Torino

Piero Ling è un decano del cinese di qualità. Dal 1988 collabora con Slow Food e tiene dal 2008 uno stand al Salone del Gusto. Nel suo ristorante il consiglio è di abbandonarsi ai sapienti consigli dei camerieri e di farsi convincere a provare ogni cosa, ma soprattutto il pesce e i crostacei cucinati alla maniera cantonese, freschissimi e di prima qualità. Siamo sicuri che il granchio con cipollotti e zenzero o il rombo imperiale al vapore non vi deluderanno.

Zheng Yang, via Principi d’Acaja 61, tel. 011 447642. Prezzo: 30 €

3. La via della Seta

Lo chef Yu Xuzuan, che i clienti più affezionati chiamano Giuan è un cuoco di professione, che sperimenta accostamenti tra la cucina cinese e quella piemontese. Un esempio? Il suo fritto misto: una contaminazione tra quello che mangiamo in Piemonte e quello portato dalla Cina. Non mancano però anche i piatti più “esotici” come la marmitta mongola, i ravioli in brodo alla pechinese e l’anatra arrostita. Da provare per l’originalità delle proposte e l’ambiente sobrio e piacevole.

La via della Seta, corso Casale 160, tel. 011 8190557. Prezzo: 30 €

4. Du Cheng

Du Cheng

Nel nostro elenco non poteva mancare un ristorante che vi farà venire nostalgia del periodo in cui la cucina cinese era una materia esotica e poco conosciuta. Uno dei primi cinesi di Torino, è il punto di riferimento per gli amanti del riso alla cantonese da oltre un quarto di secolo. Ristorante alla vecchia maniera, con un ampio menu che va dai classici ravioli al vapore al filetto di maiale con bambù e funghi. Per chi ha voglia di immergersi in un’atmosfera sino-vintage e non disdegna i dragoni.

Du Cheng, via XX Settembre 62, tel. 011 537375. Prezzo: 15 €

5. King Hua

ravioli vaporeravioli verde come la speranza

Gli ingredienti di King Hua sono quasi tutti locali, km 0, con la provenienza indicata sul menù.  I gestori infatti si riforniscono da sopracitati contadini cinesi di Porta Palazzo. Da provare le diverse tipologie di ravioli dai nomi evocativi, della serie “Ravioli verdi come la speranza” (4,50 €), e il tipico baozi, descritto sul menù come “panino ripieno di carne al vapore”. Nota di merito: il servizio di consegna a domicilio superefficiente. E sì, vi daranno quei box tanto carini.

King Hua, corso Racconigi 30 bis, tel. 011 331271. Prezzo: 20 €

Riso cantonese

Alzi la mano quindi chi non ha mai mangiato cinese. Se davvero siete tra i pochi a non aver sperimentato la cucina etnica più famosa del mondo raccogliete i nostri input e affrettatevi a provarlo. E, ovviamente, dopo diteci se avevamo ragione.

[Testi: Camilla Micheletti. Immagini: Mangiando sotto la Mole, mole24.it]