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L’ottimo hamburger di Ham Holy Burger ha una nuova casa a Roma

lunedì, 12 Maggio 2014 di

svinando

Mindburger

Classifiche, recensioni, piatti gourmet: l’hamburger negli ultimi mesi si è ritagliato un ruolo da protagonista e insidiare la leadership non solo in pausa pranzo ma anche a cena.

E se a Milano sembra aver ormai consolidato la sua posizione, a Roma tale percorso è in piena evoluzione tra offerte ed iniziative più o meno interessanti.

Ham Holy Burger a Roma c’era già (con la sede di Via Brescia) ma ora ha deciso di raddoppiare la sua presenza nella capitale, con l’inaugurazione del punto sito in Via Chiana.

Vi dico subito che questo hamburger mi ha convinto e anche parecchio. Ha tutto il sapore delle cose vere e anche il pane è molto buono. In pratica, pur essendo una catena, non dà l’idea della serialità della catena di montaggio.

Ho visto che nella classifica di Milano Ham Holy Burger si è classificata terza e anche qui a Roma non avrei difficoltà a mettere i suoi hamburger nelle posizioni di testa.

Vediamo quali sono le frecce al suo arco.

Il mio rapporto con l’hamburger è particolare: ai tempi (remoti) della mia adolescenza il “panino con l’hamburger” significava sabato sera, pub, birra, amici.

Oggi le cose sono cambiate, gli abbinamenti sono sempre più ricercati e raffinati (e talvolta anche azzardati) ma sicuramente l’hamburger è entrato nel nostro quotidiano. Non rappresenta più semplicemente una scelta sporadica per un’uscita con gli amici.

Ham Holy Burger Roma

Ham Holy Burger ha scelto di proporre un’offerta particolare, completa, che strizza l’occhio ad una clientela molto ampia, grazie all’integrazione di differenti caratteristiche che si integrano alla perfezione in un locale davvero bello:

  1. il design, con la filosofia del “recupero”: dal soffitto tappezzato di giornali alla scala in legno, dal cancello posizionato all’apertura della “Cava delle Birre” alle vecchie cisterne che un tempo contenevano vino ed olio (il locale nasce infatti nel 1924 con quella destinazione d’uso)
  2. la tecnologia, con il menu consultabile con l’iPad (ed addirittura scaricando l’app si possono fare prenotazioni da casa)
  3. la cucina “etica” e di “qualità”, con ingredienti dei presidi slow food (come la fassona utilizzata per gli hamburger) e la scelta di preparare in prima persona ogni singolo elemento del menu, panini compresi

Un locale situato in una posizione strategica, non distante da alcuni poli universitari, con vari menu stagionali e lo sviluppo di ogni scelta strategica adottando la filosofia del 5: 5×5, cinque scelte diverse per cinque modi di gustare l’hamburger gourmet; cinque insalate fresche, cinque piatti e cinque tipi di dolce. Un menu che va d’accordo con i 5 sensi.

cava birre

Uno dei punti di forza è la “Cava delle birre”: un’iniziativa stabile, presente solo nei punti di vendita di Roma, dedicata alle birre artigianali. Una selezione di 50 birre, a disposizione all’interno di una vasca refrigerata, che possono essere scelte, portate al tavolo in totale autonomia e “inquadrate” con l’ipad per accedere ad una serie di contenuti originali extra (interviste ai mastri birrai, consigli e curiosità) e inserite automaticamente nell’ordine digitale. Accanto a questa grande scelta di birre artigianali ci sono anche 5 birre commerciali perché “sembrerà strano, ma la maggior parte dei clienti chiede proprio quelle” (parole testuali dello chef).

HolyburgerLimonata

Durante la chiacchierata ho avuto modo d’assaggiare quella che sembrava una semplice limonata ma che invece s’è rivelata un vero e proprio “nettare”, fresca, dissetante. Gli abbinamenti sono vari e particolari, strizzano l’occhio anche alla cucina di altri paesi tra guacamole e tzaziki, ma anche il panino di base, l’Holyburger (9 €), con pomodori, cetrioli, lattuga ed anelli di cipolla rossa potrebbe diventare un must: pane homemade, fassona slow food, ingredienti freschi e di qualità.

Resta solo da capire se questi hamburger riusciranno a sostituire nel cuore (e nello stomaco) dei romani i grandi classici della ristorazione capitolina, dal trapizzino alle pizze di Bonci, passando per panini e supplì.

[Luca Sessa]