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Il ristorante Cantine del Gavi prepara un risotto indimenticabile

mercoledì, 11 Settembre 2019 di

Sono tornata sul luogo del diletto: Gavi. Confesso, ero a Cantine del Gavi per un giardino, un risotto e una festa dal tramonto in poi. C’erano quasi mille persone. Oh, forse la festa si ripeterà tra qualche mese, con un nuovo tema e diversi protagonisti – ma sempre rispecchiando l’essenza del luogo e del locale.

Del luogo, perché Gavi è piccola, snodata su due strade, due piazze importanti, la magnifica chiesa romanica di S. Giacomo sul cammino per Compostela.

Del locale, un palazzo che si affaccia sulla via Mameli, spina dorsale del paese. Lo si riconosce dall’insegna in pietra che, andando in giro, scopriamo simile per quasi tutti i negozi in paese ed è un bel dettaglio di arredo urbano.

Le Cantine del Gavi è da 40 anni il fortunato ristorante della famiglia Rocchi il padre Alberto e le figlie Elisa e Roberta in prima linea.

Riservate e risolute, le sorelle “Non so cosa dire se mi intervistano” si difendono. Lo sanno eccome, invece: parla l’ospitalità. Parlano lo stile, l’occhio per la macchina organizzativa perfetta, la fiducia nei fornitori e la fedeltà dei clienti.

E parla quest’idea di una festa in giardino, che avvicina alla cucina del territorio un pubblico più giovane e con un budget più leggero: “20 € per quattro assaggi a scelta tra piatti e vini.”

Gli spazi sono ampi. Il ristorante ha interni d’epoca, che sanno di solidità e buoni pranzi domenicali; le cantine hanno una collezione strepitosa di vini, specchi appesi, angoli comodi e la nevaia per le conserve e i salumi ha una volta a cupola perfetta, di mattoni.

Giardino Le Cantine del Gavi

Il giardino è alla fine del lungo corridoio che si imbocca dal portone principale – a sorpresa e “segreto” come l’omonimo romanzo di Frances H. Burnett, e la canzone di Bruce Springsteen.

Com’è un giardino segreto? Onirico: lucine dappertutto, cuscini, tappeti, rami rampicanti, calici tintinnanti, brusìo di persone, giocolieri vaganti, musica carezzevole, neon di sapore vintage, un’altalena. Brava Laura Gobbi per la sua art direction, pensata con occhio fotografico e altamente instagrammabile (siamo d’accordo sul fatto che questo aspetto social ha un suo peso?).

E postazioni per comporre, annusare, addentare e godere il proprio menu.

Cioè, Panzanella con pomodoro, fagioli della Val Borbera, cipolla rossa e basilico (tra Piemonte e Liguria, perché piemontese-ligure è anche Gavi).

Panino gourmet – pane rustico da una speciale miscela di farine selezionate, maiale a lunga cottura, chutney di prugne, stracciatella e senape.

Battuta di Fassona della macelleria Davide Ballestrero che da decenni serve i Rocchi, con giardiniera di verdure dell’orto di Alberto.

Coppetta di pesche al forno con zabaione al Gavi e gelato alla vaniglia preparato da Elisa, che è anche uno dei piatti distintivi del ristorante.

Crostate casalinghe con la composta di frutta dell’orto di casa Rocchi.

Nei calici serviti da Luca Ivaldi, il Gavi DOCG delle cantine Broglia, proprietarie dei vigneti più antichi di Gavi, datati 972 d.C.; il Barolo di Barale; la selezione di Champagne curata da Alberto Massucco. E l’acqua Lurisia con le sue bottiglie di design Stille e Bolle.

E il risotto? L’ho tenuto per ultimo apposta. Perché il risotto al Gavi è il piatto signature del ristorante, inventato da Alberto per valorizzare il grande vino bianco piemontese, con il Carnaroli della Tenuta Castello e Parmigiano Reggiano 50 mesi.

Instancabilmente cucinato per tutta la sera, magistralmente mantecato, servito all’onda.

Perfetto tanto nelle fondine compostabili della festa quanto nella versione formale del menu ufficiale, è stato distribuito, per la cronaca, in più di mille porzioni.

Non dico numeri a caso: senza fare nomi, conosco chi ha fatto il bis.

E siccome tale risotto da solo merita il ritorno a Gavi, ci sacrificheremo.

P.S. cenare a Gavi, dormire dove? In paese, per esempio, al Borgo Cortese, un B&B con poche stanze e una piccola suite che si affaccia a picco sul fiume. Perfetto per svegliarsi di buon’ora il giorno dopo e andare a comprare lungo la stessa via Mameli (toh!) gli amaretti morbidi ricoperti di cioccolato del Caffè del Moro e la testina in cassetta presidio Slow Food della macelleria Bertelli. E poi non dite che non ve l’ho detto.

Ristorante Cantine del Gavi. Via Mameli, 69. Gavi (Alessandria). Tel. +39 0143 642458

[Immagini: iPhone di Daniela; Ufficio stampa Laura Gobbi]

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.