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Il pizzaiolo che non vuole bambini in pizzeria ha ragione

domenica, 12 Gennaio 2020 di

Un qualsiasi manuale di giornalismo ti insegna cha a fare notizia è l’uomo che morde il cane, non il cane che morde l’uomo.

Dopo aver letto i commenti sulla pagina Facebook di Scatti di Gusto e su quella del Corriere della Sera, vorrei dire agli editori di manuali di cambiare la regola in epigrafe.

Scriviamo che fa notizia il pizzaiolo che non vuole bambini in pizzeria. Penso più del ristoratore che non vuole cani nel ristorante. Terzo si piazzeranno quelli che aprono un bar per i gattini, suppongo.

Ma allora, questo pizzaiolo che si firma l’Uomo Nero e non vuole bambini (scalmanati) nella sua pizzeria in provincia di Sondrio ha ragione da vendere?

Mi ero prefissata di svolgere un’indagine sistemica proprio come quella di Incite che ha svelato ai partecipanti a una cena al NoMad di Las Vegas che sa tutto di tutti come qualsiasi società che lavora sui Big Data (lo scrivo maiuscolo così lo leggete bene tutti). Oppure come ha fatto l’azienda britannica Mira Showers, specializzata in tubi idraulici e sanitari, che ha redatto la classifica dei bagni più panoramici e fotografati su Instagram (ha messo anche il bagno del Punta Tragara di cui il nostro Daniele Di Nubila si è limitato a preconizzare una stella Michelin che poi è arrivata), ma non ce l’ho fatta.

Quando leggo i commenti dei lettori di un quotidiano o quelli su Facebook che scorrono a migliaia divento faziosa, prendo le parti dell’uno o dell’altro e solo la mia ritrosia per il mondo social mi impedisce di mettere un like, di contro-commentare, di elogiare. E a volte mi viene paura come quando leggo le storie di chi ha perso il lavoro o è sfruttato o è molestato. Sarò una mobizzata dei commenti, probabilmente.

Ma con il pizzaiolo nero è andata diversamente. Perché dovete sapere che a me avrebbe messo il nastro adesivo sulla bocca e sarei finita a lavare i piatti. E non posso farne nemmeno colpa ai miei genitori che le hanno tentate tutte.

Mi hanno diligentemente spiegato come si sta a tavola, come si usa la forchetta (il coltello no, quello mi è stato vietato fino a quando ho raggiunto la maggiore età scolare che io fisso tra la seconda e la terza media), mi hanno portato a orari sani per una bambina settenne imperterrita, dove potessi mangiare i miei amati spaghetti con le vongole, e c’era pure il giardino.

Niente. Ero attratta dalle borse che penzolavano attaccate a spalliere e ganci. E appena si distraevano un nano secondo, zac ero sotto a un tavolo.

Niente urla e strilli, per carità. Né miei né dell’augusta genitrice. Al massimo un buffetto che al confronto quello di Papa Francesco sembra la condanna della Santa Inquisizione.

E poi la decisione finale. Non si va a pranzo (a cena proprio non era previsto per gli orari di cui sopra) fuori.

Ricordo ancora la frase con la rassegnazione incorporata e quel fuori che proprio non voleva uscire dalle labbra.

Mio fratello mi indirizzò un qualche commento non riferibile perché gli arrivò una doppia saetta e un NON SI DICE nemmeno fosse stato lui a giocare sotto i tavoli.

Ma voi vorrete sapere se il 25 enne pizzaiolo Gabriele Berbenni della pizzeria Bagà, la pizza altamente digeribile è un eroe nazionale o si è macchiato di infamia respingendo sciami di bambini vocianti non tenuti a bada da genitori negletti.

Ha vinto: è eroe nazionale. Ha detto quello che tutti pensano ma che nessuno osa dire un po’ come qualche politico che non le manda a dire dalla spiaggia e affonda con tutto il barchino delle presunzioni.

Perché ha ragione Vanda Neri (mi perdonerà, non la conosco ma sicuramente l’uomo elegante di Incite sa tutto) quando commenta: MOLTO d’accordo con n”l’uomo nero” troppe volte i genitori lasciano che bimbi si comportino da selvaggi ……. Non pensano che al ristorante o pizzeria fa piacere stare in compagnia senza urla e spintoni……a volte si va per rilassarsi un attimo . Quindi bravo il pizzaiolo ha il mio plauso di nonna che a tavola esige educazione e voce bassa.

Ecco, se Nonna Vanda dice che va bene io sono d’accordo con lei perché qui possiamo stare a discutere tra giovanissime e madri stanche, ma se scende in campo una nonna dobbiamo fare un passo indietro. Non c’è statistica che tenga né indagine instagrammabile. I nipoti tocca tenerli a freno come già fatto con i figli.

Sono intervenute anche le forze dell’ordine che hanno repostato Repubblica!

Poi forse bisognerà riflettere se andare in questa pizzeria oppure no. Per verificare la digeribilità delle pizze più che per fare l’esegesi del cartello.

A proposito, ma qualcuno ci è andato ad assaggiare queste pizze?

No? Perché c’è da rispondere a Roberto Tiboni e al suo Certo che le foto delle pizze non invogliano a prescindere grandi e piccini, anche se educati.

C’è sempre questa strategia di marketing e di raccolta dati che mi frena di mettere un paio di like.

Voi lo mettereste a Gabriele Berbenni, a Nonna Vanda, a Roberto Tiboni o siete un/a settenne impenitente?