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Iginio Massari

Iginio Massari accusato di tentata frode in commercio per un cartello rotto a Torino

giovedì, 20 Febbraio 2020 di

Se i riflettori sono accesi su di te non puoi permetterti la minima disattenzione. Che va in parallelo con la famosa legge di Murphy che tutto governa: Se qualcosa può andar male, lo farà.

Che nel mio caso è spiaccicarmi sulla veste fresca di bucato in piena estate il picchiapò del mio solito trapizzino.

Mentre per – cito a caso e senza alcuna vena di polemica – il pi(a)zzaiolo Francesco Martucci è la fake telefonata di Chiara Ferragni (che sono sicura non avrà problemi di vesti né forse di picchiapò), il di suo collega Gino Sorbillo è l’accusa di essersi autobombardato, l’immenso Antonino Cannavacciuolo di non saper mettere gli asterischi.

Ecco, l’ho detto: Cannavacciuolo. Accadde qualche annetto fa a Torino al bistrot che tanto piacque al mio capo (e che per inciso, ma penso sia più importante, è piaciuto agli ispettori della Michelin che hanno conferito la stella) e ora riaccade sempre a Torino.

Leggo il sottotitolo della notizia lanciata dal quotidiano La Stampa: Blitz dei vigili nella pasticceria di piazza Cln.

Ahia, si tratta della nuova pasticceria dell’uomo che tutto può nel mondo dei dolci: Iginio Massari. Scivolato sui surgelati.

Ecco scusatemi ma ho strabuzzato gli occhi a sentire che il nome del Maestro Yoda possa essere messo sulla stessa riga dei surgelati. E come dire usa preparati chimici.

Iginio Massari

Oddio ho letto anche il nostro Emanuele Bonati puntualizzare su una questione di packaging (ma lui mi dicono essere goloso e quindi a 50 grammi di cartone preferisce 50 grammi di gelée, mi sembra giusto!), ma pensare ai vigili che fanno un blitz tra i pasticcini e le creme (deliziose, chiaro) mi ha fatto un po’ ridere.

Poi sono diventata seria: la faccenda della 1a legge di Murphy è che si è rotto il cartello degli ingredienti e, miseria nocciolina, nessuno della pasticceria se n’è avveduto.

E questo potrebbe configurare un reato di frode in commercio – riporta il quotidiano – perché un cliente potrebbe non sapere che quella crema deliziosa arriva da un sac à poche conservato in un abbattitore per evitare che le uova scambino il suo stomaco per un campo di battaglia.

Giusto, mi dico, ci vuole precisione e devo chiamare Bonati perché non è possibile che si lamenti del cartone quando qui la posta in palio è ben più alta.

E non vorrei essere nei panni del magistrato inquirente perché – cito testualmente – le foto dei pasticcini, delle crostate e dei cubetti di crema conservati in frigo e in freezer verranno inviate, insieme al cartello sull’origine degli alimenti (presente nel locale, ma non visibile) in Procura. E sarà, come da prassi, il magistrato competente a valutare la situazione.

Iginio Massari

Ma come, le foto?

Ma dico, mandate i pasticcini, le crostate o i cubetti e anche i tubetti di crema! Mi offro volontaria per la degustazione per accertare congelamenti e scongelamenti.

Fatemi fare la Catarella del Commissario Mont Blanc (ridete, ve ne prego, ne va della mia carriera in questo prestigioso sito).

Lo so non si dovrebbe scherzare su illeciti di qualsiasi natura essi siano. Ma non posso fare a meno di chiedermi se questa str… disattenzione l’avesse compiuta la signora Mariolina della pasticceria del Quartaccio sarebbe mai finita sui giornali?

Non per altro, ma lei ha bisogno di un po’ di pubblicità e di clienti.

Vedi mai che ci fosse un blitz dei pizzardoni?