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Coronavirus. Migliaia di ristoranti e bar chiuderanno senza più soldi

I ristoratori non hanno più denaro e così facendo si dà per certa la morte di decina di migliaia di imprese, dice la Fipe
lunedì, 06 Aprile 2020 di

Bar, ristoranti e pizzerie saranno gli ultimi a riaprire.

Questa è l’ipotesi messa sul tavolo dal Governo che spaventa e molto la Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che lancia un grido di allarme.

Escludere le attività di ristorazione dalla cosiddetta fase 2, quella delle riaperture graduali, che dovrebbe essere avviata dal 14 aprile se la curva dei contagi continuerà la sua discesa, comporterebbe un danno incalcolabile per i pubblici esercizi che sono stati tra i primi a chiudere.

Aprire con le cautele del caso ma riaprire da subito, spiega Roberto Calugi, direttore generale della Fipe, che non esita a dire che sarebbe sbagliato un tale provvedimento.

La Fipe “sta dialogando con il Governo per arrivare il prima possibile a un piano di riapertura di attività come quelle di ristorazione che sono già “assolutamente attente a tutte le misure di contenimento del contagio”.

Un provvedimento ostativo che impedisse la riapertura metterebbe a rischio l’intero settore.

La proposta è prevedere le procedure di distanziamento, con ingressi contingentati, anche nei ristoranti, nei bar e nelle pizzerie. “Farlo significherebbe tornare a dare dignità al lavoro. Ho ricevuto centinaia di chiamate di associati spaventati perché pensano di non aprire più. I ristoratori non hanno più soldi e così facendo si dà per certa la morte di decina di migliaia di imprese”.

Anche perché non si comprende la differenza con rosticcerie o panifici che sono aperti.

Perché non è possibile fare lo stesso con le attività di ristorazione e con le pasticcerie che sono chiuse e “arrabbiatissime”?

L’ultima spiaggia, se non fosse possibile la riapertura con servizio, è il take away, l’asporto.

Che è cosa ben diversa dal delivery, spiegano dalla Fipe.

Una differenza economica non di poco conto perché le piattaforme esterne richiedono commissioni dal 20 al 30%.

Insopportabili per molti locali al pari della possibilità di prevedere consegne con fattorino proprio.

[Link: ADNKronos]