mulino caputo farine per pizza, pane e dolci
Maialino Bauhaus

Roma. Dalla colazione alla cena c’è Bauhaus alla Garbatella

Garbatella a Roma è il quartiere che pullula sempre e abbiamo scovato un posto che insieme a lui vive dalla colazione alla cena, Bauhaus
mercoledì, 05 Ottobre 2022 di

Che nome buffo quello di Bauhaus direte, in più a Roma, dove tutto appare un po’ scontato nei nomi e a volte anche nelle intenzioni. Però, se un po’ vi intendete di storia dell’arte, Bauhaus è un termine che ci porta dritti dritti nel 1919, a Weimar (e qui anche se non vi intendete d’arte, su un libro di storia contemporanea questo nome lo avrete letto). Proprio qui Walter Gropius dopo la prima guerra mondiale univa il valore estetico di un oggetto con la sua componente funzionale, fondando la scuola d’arte Bauhaus “casa da costruire”. Pensate che molti oggetti di uso comune derivano dalle ricerche di questa scuola.

Il nome di questo locale è venuto ai suoi fondatori (la stessa proprietà di Biffi), durante un giro tra gli scaffali di un negozio romano, pensando al gioiellino che stavano per aprire, lì dove prima sorgeva uno storico forno. E dove ora sorge Bauhaus, nella Garbatella di Roma.

La location di Bauhaus a Roma

Effettivamente Bauhaus a Roma ha un design che definirei unico, di quelli che prima era più facile trovare a Milano che a Roma, ma che ormai non conoscono città o definizioni. Un design contemporaneo, un’inclusione di stili e durezze che lo rendono eclettico e divertente, ma allo stesso tempo ben caratterizzato nella sua missione: bellissimo e funzionale.

Eclettico mi piace molto come termine, e per un locale credo sia una gran definizione se non si scade nella confusione. Bauhaus infatti ha molteplici anime e si adatta a tutti i momenti della giornate e alle esigenze della clientela, che sia di Roma o d’altri lidi.

Due aree distinte: la zona forno, dove gustare anche la famosa pizza al padellino, con laboratorio del pane all’ingresso e la sala ristorante al piano superiore. Pochi scalini e la sala si apre a una ventata internazionale che riempie il cuore di vacanza.

Cosa si mangia e si beve da Bauhaus a Roma

le entrée a Bauhaus Roma

Bauhaus a Roma è aperto dalla colazione al dopo cena, passando per il sacrosanto rito dell’aperitivo e da uno straordinario Margarita (e qui sapete come la penso, non mi dilungo). Il menu del pranzo è pensato per una pausa veloce, declinata tra primi della tradizione e alternative più internazionali come il Fish & Chips. La sera invece il menu si amplia e diventa più ricercato. Questo è il terreno dello chef Andrea Castagna (ex Noma a Copenaghen).

Il menu di Bauhaus a Roma

Pane e cocktail da Bauhaus Roma

D’obbligo iniziare dall’offerta dei pani. La foto dice già molto e l’idea di portare un piccolo pane caldissimo, tagliato ma custodito anche nella sua forma, è vincente. Se si inizia una cena e la prima cosa che le dita toccano è un pane caldo, che profuma di forno e passione, è come mettere un primo mattone ad un castello di buoni propositi.

Entrée e antipasti di Bauhaus

La rana pescatrice

Iniziamo con tre chicche sfiziose. Cialda di patata americana con mousse di caprino e aglio nero, panbrioche cotto con burro chiarificato, hummus di melanzana cotta al forno e spolpata e un nugget di pollo con impanatura di fiocchi di cereali.

Tra gli antipasti spicca lo spiedino di rana pescatrice cotta a bassa temperatura con soia e zenzero e sul fondo una crema di carote e verdure cotte al vapore. La rana pescatrice non è un pesce facile. Diciamo che io credo sia un pesce che si crede d’esser carne. Lo spiedino in questo caso le dà una giusta collocazione e merito. In carta a 20 €. 

I primi piatti

i ravioli di Bauhaus Roma

Gioco scorretto portare sotto al naso di una fanatica della pasta ripiena un primo del genere. Probabilmente il primo di punta di Bauhaus a Roma. Parlo dei bottoni ripieni di agnello, con cicoria e kefir. Ammetto di non essere amante dell’agnello, un retaggio di famiglia. Il colpevole è mio padre, che ogni volta che a Pasqua si ritrovava l’agnello in tavola tirava una smorfia di dolore, storceva il naso, salvo poi rimanere saldo al suo posto, che la fame c’era, agnello o no. Beh in realtà l’agnello è gustoso, ma certo devi farci amicizia, accoglierlo tra i tuoi gusti, comprenderlo. In questo piatto, anche io che di comprensione nei suoi confronti ne ho sempre avuta poca, pur riconoscendolo come un gran componente della cucina, devo abbassare la testa. Buono, delicato, perfetto in mezzo ai due lembi di pasta che lo ricoprono. In carta a 22 €. Ben spesi.

Ho assaggiato anche il risotto asparagi, mandorle, liquirizia, limone e Parmigiano 36 mesi. Un primo che difficilmente accosterei ad un altro primo, ma che in solitudine si dimostra un piatto pieno, gustoso. In carta a 18 €.

I secondi di Bauhaus a Roma

Faraona Bauhaus

La bellezza. Questo piatto è bello davvero. Splendidi colori, il rosso intenso della rapa rossa a contrastare il bianco e il giallo della rapa bianca abbrustolita. Un eccezionale fondo di cottura. È la faraona cotta a bassa temperatura, con erbe, rapa rossa e rapa bianca. Un piatto semplice più a dirsi che a farsi. Il fondo, vi prego, fatelo a portar via, che è difficile separarsene. In carta a 24 €.

Controfiletto bauhaus

Si fa notare anche il controfiletto Dry Age Marengo con hummus di melanzane e grano saraceno. Carne piacevolmente burrosa in bocca, e un finale, con la complicità anche qui di uno straordinario fondo di cottura, coinvolgente. Una specie di film strappalacrime. Non voglio esagerare, non è un piatto che toglie il respiro sia chiaro, ma la parola, per il tempo in cui lo gustate, sicuramente. In carta a 30 €.

Il bar

Cocktail

Mi dispiace non avere una foto da mostrarvi, ma spesso sono più impegnata a guardare coi miei occhi che non quelli di un obiettivo. Ma una nota di merito va anche al bellissimo bancone di Bahuhaus, così a Roma se ne vedono pochi. In fondo alla sala, quando lo spazio sembra diventare ancora più ampio, giganteggia lui, in splendida forma, luminoso e audace, il bancone dove Patrizio Boschetto prepara i suoi drink.

Per chi ricerca un po’ di privacy c’è un privé al quale si accede su prenotazione. Di fronte una bottigliera che dà la possibilità di affittare un vano e custodire la propria bottiglia di vino e un’etichetta del distillato preferito per un tempo massimo di sei mesi, e rifugiarsi in questo luogo dove degustarla in solitaria oppure con pochi intimi.

Questo non ha prezzo, se non quello che siete in disposti a dargli.

Conclusioni

La Garbatella è un quartiere così storico, così importante, così prezioso per Roma che merita che ci siano posti altrettanto preziosi a popolarlo, come Bauhaus. Non so se la mia sia stata una visita fortunata, se lo chef, dalla sua cucina a vista, era nel suo giorno di grazia, se la fragranza del pane era una scommessa riuscita quel giorno. Ma so di sicuro che troppe coincidenze fanno una certezza, forse.

Bauhaus. Piazza Eugenio Biffi, 3. Roma. Tel. +390685388481

Facebook