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Ristoranti
23 Novembre 2010 Aggiornato il 12 Luglio 2011 alle ore 12:59

Alta Fedeltà. Liste di Gusto. Polvere di Stelle

Di nuovo martedì e nuovamente tempo di giocare con una lista… ne ho una serie infinita in testa, buone per ogni occasione. Mi scattano in automatico
Alta Fedeltà. Liste di Gusto. Polvere di Stelle

Di nuovo martedì e nuovamente tempo di giocare con una lista… ne ho una serie infinita in testa, buone per ogni occasione. Mi scattano in automatico quando meno me l’aspetto. Sono la mia maniera per catalogare il mondo e leggere la realtà con un pizzico di disincanto che non guasta mai.

Ne avevo pensata per oggi una tecnica che riguardava gli strumenti che hanno più cambiato la cucina. Ma mi è saltato in testa un altro argomento: siamo alla vigilia della pubblicazione della mitica gommata. La guida che (per quanto non me ne capaciti) turba di più i sogni di chef e ristoratori. Insomma, l’ultimo atto degli scrutini di fine anno. Il momento di tirare le somme e chiudere la divertente tabellina di Pagano con la sola voce mancante.

Questo pensiero mi ha donato una lista nuova di pacca e che da sola si è imposta sul palcoscenico dell’attualità: I RISTORANTI PIÙ SOTTOVALUTATI. Non aspettatevi necessariamente indirizzi oscuri o esoterici, ma sono semplicemente quei ristoranti in cui quest’anno sono stato meglio e che hanno secondo me un punteggio medio sulle guide (tutte e in particolare la gommata) irrealistico.

HF-Zum-Lowen

1) Povero Diavolo, Torriana. Giorgio Parini è lo chef più talentuoso in cui mi sono imbattuto quest’anno. Fausto Fratti il patron più illuminato e consapevole. Sua moglie Stefania La padrona di casa più squisita. Insomma la più bella cena di questo 2010.

2) La Bandiera, Civitella Casanova. La casa della famiglia Spadone, arrampicata sulla Majella è sempre di più una delizia. Un luogo del piacere per una moderna cucina della memoria, che sa legare tradizione ed innovazione.

3) L’Arcangelo, Roma. La gastro-trattoria più famosa tra appassionati e golosi della capitale e non solo. Relegata da anni nella famigerata “zona dandini” dalle guide. Non cresce in punteggio come meriterebbe la sua cucina popolare e colta, tra le più contemporanee che ho assaggiato.

4) Zum Lowen, Tesimo. Un angolo di paradiso arrampicato sulle Dolomiti. Il locale più bello che conosca e una cucina moderna e centratissima. Meriterebbe l’eccellenza della critica ma da anni la sfiora solamente.

5) Locanda San Lorenzo, Puos d’Alpago. In un angolo di Cansiglio, i fratelli Dal Farra (oramai solo Renzo) da anni lavorano discretamente. Piccoli maestri che faticano a ottenere la visibilità che meritano. Una meraviglia di posto, anno dopo anno sempre al livello!

Che ne pensate, questi sono i miei primi cinque saltati in mente, potrei continuare, ma mi aspetto il vostro aiuto.

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