Napoli. Cosa significa fare street food con la bottega artigianale

Paolo Parisi lo conosciamo a Napoli anche per le sue performance nello spazio antistante la bottega Campania Mia di Ciro Arenella.
Performance che ha ripetuto affiancato da Ciro Coccia, che vuol dire calzoncini e montanare con impasto da “svenimento” per la bontà, Paola Riccio con pane e olio, Venerando Valastro e le sue polpette affumicate al ragù, i formaggi di Carmine Bonacci.
E poi i dolci con Salvatore Capparelli ed il suo mitico babà, le pastiere di Alfonso Pepe, i semifreddi ricotta e fichi del Cilento di Scaramurè.
Il tutto innaffiato da Fiano di Avellino 2012 Valle d’Isacco e Taurasi 2007 Dicatus di Vinanda, birre artigianali Fravort e a chiudere il Nucillo e’ Curti.
La serata si è svolta con la solita allegria e Paolo Parisi ha giocato il ruolo di protagonista cucinando in successione nel suo padellone la carne di vacche vecchie per imbottire i panini del “Bob” di Cercola e poi una strepitosa pasta al pomodoro.
Un format leggero e divertente questo dello street food con bottega a Napoli che potrebbe essere ripreso con successo da altre realtà del commercio artigianale.
Avete qualche suggerimento per qualche altra puntata?