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19 Febbraio 2018

Milano. Come si mangia bene al ristorante cinese Mu DimSum

Disclaimer: oggi vi racconto di una cena ad personam che anticipa la cena stampa di stasera cui non andrò. Quindi prendete le vostre misure,
Milano. Come si mangia bene al ristorante cinese Mu DimSum

Disclaimer: oggi vi racconto di una cena ad personam che anticipa la cena stampa di stasera cui non andrò. Quindi prendete le vostre misure, accapigliatevi pure nei commenti qui o su Facebook, ma sappiate una cosa: non potrete fare a meno di andare da Mu DimSum a Milano.

Un anno e passa fa, ho conosciuto Mu Fish, invitato dal proprietario Liwei Zhou, a cui aveva segnalato il mio nome un amico (mio) e cliente (suo). Sono andato una prima volta, ci sono tornato, e ne ho scritto: per me, uno dei posti più interessanti di cucina cinese fuori Milano. Che era anche l’unico che conoscevo, ma insomma. Allora Liwei mi disse che avrebbe aperto anche a Milano un locale, ma diverso, con la cucina centrata sui Dim Sum. E da qualche settimana Mu DimSum è aperto.

Vi avevo anticipato il menù, e Liwei mi ha invitato ad assaggiarlo.

Potevo mai rifiutare simile anteprima?

A parte l’ovvia curiosità gastronomica, un motivo in più per accettare l’invito era vedere il locale dall’interno, e anche per capire come funzionava il servizio. Se pure io ero un ospite diciamo privilegiato, già da Mu Fish avevo apprezzato la gentilezza e la preparazione del personale, osservando anche gli altri tavoli. E anche alla festa per il primo compleanno del ristorante, dove erano invitati praticamente solo i clienti del locale, si vedeva che era una festa di tutti, non solo di Liwei o dello chef.

Mu DimSum riprende il design di Mu Fish, legno dappertutto, un bel bancone bar, spazi ampi, solo l’illuminazione è poco “amichevole” per noi poverini che facciamo le foto a quello che mangiamo. E lo stesso il personale: accoglienti, carini, non invadenti, preparati.

Non c’era Liwei, ma c’era sua moglie Suili. Che è come lui: gentile, discreta, ma prodiga di spiegazioni sul locale, la cucina cinese, i loro piatti. E sugli ingredienti, biologici, e italiani: carni dell’azienda agricola biologica BordonaFarm di Valeria Fratta, Lodi, farine bio del Molino Rosso di Buttapietra, limoni e arance spediti direttamente dall’azienda biologica Bioinvio di Vittoria, Ragusa. Quasi tutti italiani: le anatre, ad esempio, fanno eccezione ed arrivano direttamente dalla Cina, perché le nostre non soddifsfano le loro richieste, specie per quanto riguarda la quantità di grasso.

Ma ora sedetevi a tavola con me.

La Dim Sum Combo (15 €) è composta da: Har Gau, raviolo di gamberi in pasta cristallo, al vapore, originari della provincia di Guangdong; Shāo Mài Classico, raviolo di pasta all’uovo con pollo, funghi e gamberi, sempre al vapore; Raviolo verde di spinaci e gamberetti, con sopra un filetto di branzino, al vapore; Osmanto Egg, uovo al vapore, affumicato, al profumo di osmanto odoroso, con foie gras; Mezzaluna nel bosco, raviolo con funghi e tartufo in pasta cristallo, al vapore. La progressione è studiata, anche perché il tartufo mangiato prima ammazzerebbe tutti gli altri sapori.

Il Black Char Siu Bao (3,5o €) è un panino nero cotto al vapore, con tocchi d’oro, ripieno di maiale bio caramellato.

Cheung Fun ai gamberi: originari di Hong Kong, simil cannelloni di riso al vapore, con ripieno di gamberi.

E proviamola, questa anatra, nel Peking Bowl (12 €): riso al vapore con anatra alla pechinese.

Abbiamo provato anche gli Cheung Fun Youtiao (7 €). cannelloni di riso al vapore, con ripieno di tipico pane fritto cinese.

Mentre finivo, è arrivata Suili, che ha detto qualcosa che riguardava la  Trippa di manzo (5 €) al vapore, servita con cipolla e zenzero. E un po’ di peperoncino. E che mi è arrivata quasi subito dopo.

Questo invece è il dolce. Delicatissimo, buonissimo – non chiedetemi cos’è, non me lo sono segnato, ma c’è dentro dell’osmanto, un sempreverde cinese, famiglia delle Oleacee, che era già nell’uovo. Il mio nuovo ingrediente cult.
Interessante la carta dei vini – ma non ho fotografato la bottiglia che abbiamo bevuto, e ne ho solo un ricordo piacevolissimo. In realtà qui c’è anche una carta di tè, non ancora pronta. E una carta di cocktail, curata da Franco Tucci Ponti, che da questa settimana sarà dietro il bancone a miscelarli. Visto che Mu DimSum è aperto anche per l’aperitivo…

 

Mu DimSum. Via Aminto Caretto, 3. Milano. Tel. +39 3383582658.

 

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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