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Salone del Gusto 2010. Il Parmigiano Reggiano premia il caffè Kona

lunedì, 25 Ottobre 2010 di

“Noi, produttori del caffè di Kona, siamo entusiasti di ricevere il Premio Internazionale Parmigiano-Reggiano, quale avanzato riconoscimento delle nostre battaglie, tese a custodire il territorio e il processo produttivo del Kona Coffee puro al 100%”. Colehour Bondera, vicepresidente della Kona Coffee Farmers Association, l’organizzazione  dei produttori del caffè Kona delle isole Hawaii, ha così commentato l’assegnazione del “Premio Internazionale Parmigiano-Reggiano” a tutti i produttori hawaiani.

La premiazione è avvenuta a Torino al Salone del Gusto di Slow Food – di cui il Consorzio è sponsor dalle prime edizioni – al termine di un confronto incentrato sulla tutela e diffusione delle indicazioni geografiche sui mercati internazionali. Ha consegnato il premio Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano.

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“Il tema – sottolinea Giuseppe Alai – assume una straordinaria importanza a livello mondiale, soprattutto in considerazione del fatto che resta tuttora aperto, nell’ambito dell’OMC (organizzazione Mondiale del Commercio), il problema della tutela di questi prodotti di grande eccellenza e con un forte legame al territorio, mentre in sede UE si sono fatti passi in avanti molto importanti, come del resto dimostrano tutte le sentenze favorevoli al Consorzio in presenza di prodotti che imitano o evocano il nome della nostra Dop. Abbiamo voluto consegnare il Premio al Kona Coffee perché è uno di quei prodotti extra-europei che stanno cercando di ottenere quei riconoscimenti giuridici e di tutela, azioni che noi vogliamo sostenere”.

La consegna del Premio è stata anche un’occasione per approfondire questi temi nell’ambito di un incontro: Indicazioni Geografiche: produzione locale, protezione globale. Il confronto è avvenuto tra il Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Slow Food, i produttori di Kona Coffee e Origin, la rete mondiale dei produttori di indicazioni geografiche.

“Il problema della protezione delle Indicazioni Geografiche – ha sostenuto Giuseppe Alai – è che questa tutela non esiste nell’ambito della OMC, e questo consente il permanere e anche il diffondersi di contraffazioni ed imitazioni che rappresentano un grave danno per i produttori e una truffa nei confronti dei consumatori, fenomeni contro i quali nei giorni scorsi tutti i consorzi di tutela italiani si sono compattamente schierati in sede di Parlamento Europeo, chiamato a sostenere un’azione di tutela estesa a tutto il mercato mondiale”.

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Massimo Vittori, segretario generale di oriGIn ha sottolineato come  il fenomeno delle indicazioni geografiche abbia generato un interesse crescente negli Stati Uniti. “Se da una parte i produttori americani puntano in maniera crescente sulla qualità ed i consumatori iniziano a conoscere ed apprezzare i benefici delle indicazioni geografiche, dall’altra i limiti di un sistema di protezione fondato sui marchi sono divenuti ormai evidenti. Le difficoltà ed i costi elevati in cui incorre regolarmente la Kona Coffee Farmers Association per combattere le imitazioni ne sono un esempio evidente. Parallelamente, il numero crescente di loghi ingannevoli utilizzati sui mercati internazionali per imitare le eccellenze dell’agroalimentare americano, dimostrano che il settore che ha investito sulla qualità dei prodotti agricoli, così come i cosumatori americani, trarrebbero vantaggio dal rafforzamento delle regole internazionali a tutela delle indicazioni geografiche, in particolare nell’ambito dell’OMC”.    

“Noi pensiamo sia giusto che i territori agroalimentari del nord del Mondo guardino anche alle comunità del sud – ha sostenuto Piero Sardo, ­presidente della Fondazione sulla biodiversità di Slow Food – che sono sicuramente meno favorite e che vivono una situazione drammatica di insicurezza alimentare e di leggi internazionali, che li penalizzano. Il futuro sarà una cooperazione in senso moderno, cioè legare gli aiuti non a una generica carità, ma indirizzali a creare situazioni di produzione e di commercio più giuste. Questo caffè delle Hawaii ad esempio, eccellente sotto molti punti di vista, non gode della protezione istituzionale da parte dell’OMC, che non riconosce le Indicazioni Geografiche e dunque può essere tranquillamente falsificato. Ecco come un consorzio antico, solido e riconosciuto come quello del Parmigiano Reggiano, può aiutare una produzione così diversa e così lontana e Slow Food li accompagnerà in questo percorso”.

“I fenomeni ingannatori riguardano anche il Kona Coffee – sottolinea il direttore del Consorzio, Leo Bertozzi – e lo testimonia una concorrenza dura e sleale da parte di una miscela chiamata “Kona Coffee Blend”, che contiene solo il 10% di caffè di Kona, poi miscelato con caffè di altra origine e spesso di qualità poco pregiata. Il premio che consegniamo vuole appunto essere un segno di solidarietà verso i produttori hawaiani e di condivisione della loro battaglia, che è anche la nostra: spazzar via dal mondo queste imitazioni e contraffazioni”.

Istituito dal Consorzio nel 2004, in occasione del 70° di fondazione, il “Premio Internazionale Parmigiano-Reggiano” viene attribuito con scadenza biennale ad un prodotto tradizionale di un paese terzo che condivide le caratteristiche dei prodotti a indicazione geografica, che è espressione del proprio territorio d’origine, subisce attacchi da parte della contraffazione ed ha un’organizzazione che ha avviato azioni di tutela. Nelle scorse edizioni sono stati premiati il Cidre de Glace del Quebec (liquore ottenuto dalla fermentazione di mele ghiacciate), il Caffè di Colombia (che successivamente ha avuto il primo riconoscimento dalla CE come prodotto Igp di un paese terzo) e L’Olio di Argan del Marocco (ottenuto dalla noce della pianta di Argan, in una zona arida della parte meridionale del Marocco).