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Il Paesaggio Italiano tra Rieti e la Sabina

mercoledì, 21 Aprile 2010 di

Quando con Vincenzo ed Alessandro abbiamo cominciato a parlare del format “Paesaggio italiano”, la mia immaginazione è volata velocemente sulla via Salaria. Percorro questa strada consolare da decenni per recarmi nella casa di campagna di famiglia a Cittaducale, vicino Rieti. La mia prima Golf, un modello cabrio anni ottanta ereditato da mio zio, deve aver affrontato le numerose curve della SS4 a tutte le ore del giorno e della notte. Devo ammettere anche che le mie condizioni di neopatentato e giovane scapestrato rendevano spesso il breve viaggio ancor più avventuroso. Non potevo quindi non aprire la serie di racconti dedicati ai territori italiani con il racconto di una gita tra i monti della Sabina ed i laghi e fiumi della piana Reatina. Si parte da Roma. Vincenzo e Francesco sono pronti per conoscere i luoghi, i sapori ed i volti che a me stanno a cuore. Superato il tratto della Salaria che attraversa i tanti paesi che oramai formano un tutt’uno con la capitale ti ritrovi catapultato in mezzo ad un paesaggio collinare dove gli alberi di olivo si contendono ogni singola zolla di terreno. E’ qui che inizia la Sabina.

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Produttori di olio ve ne sono molti in queste zone, ma Maria Teresa e Nunzio Tanteri sono custodi di un vero tesoro perché, oltre a produrre un ottimo olio extra vergine, all’interno della loro azienda vi è una chiesa, o meglio due, che condividono le mura con il frantoio. Un’emozione davvero unica poter osservare le piante di olivo trovandosi vicino all’altare, pensando che le olive vengono molite a pochi metri da qui. Peccato la giornata non sia delle migliori per poter fotografare tanta magia. All’interno della chiesa più recente che risale ad inizio 1600 vi è un affresco rappresentante la nevicata del 5 agosto 358 d.C. sul colle Esquilino a Roma. Maria Teresa ci racconta che la Madonna venne in sogno ad un ricchissimo uomo il quale voleva fare opere pie. La Madonna, attraverso il singolare evento di una nevicata estiva a Roma, indicò il luogo dove edificare l’attuale basilica di Santa Maria Maggiore.
Da qui il nome dell’azienda, Santa Maria della Neve. Torniamo all’olio. Le olive vengono raccolte a mano con la brucatura. Le varietà frante sono tre: carboncella, raja e frantoio. Il sistema di estrazione avviene con il percolamento evitando di stressare le olive con presse o centrifughe. In pratica l’olio, avendo un peso specifico diverso rispetto all’acqua, si attacca alle lamine di metallo della macchina e poi sgocciola puro nei contenitori appositi. Viene poi imbottigliato e venduto anche direttamente in azienda. Nunzio ci dice essere ben lieto di ricevere visite di appassionati e curiosi. In fondo siamo a sola mezz’ora di macchina da Roma. Lo salutiamo affettuosamente e dopo aver accettato l’invito a bere un caffé di fronte al camino ci rimettiamo in moto.

Maria-Fontana-ristorante

Riprendiamo la Salaria e la sola vista del paese di Nerola arroccato sulle colline mi rincuora e rasserena. Si è fatta ora di pranzo, mancano pochi chilometri ed arriveremo a destinazione, Poggio Moiano, alta Sabina. La natura comincia a farsi più aspra, le costruzioni sempre meno frequenti, le temperature più miti. Ad attenderci in paese c’è un’intera famiglia che vive intorno ad una trattoria. Frequento questo locale da tanti anni, lo ho visto crescere, ampliarsi, migliorarsi, senza mai concedersi alle tentazioni di una cucina più sbrigativa o fatta con prodotti di dubbia qualità. Annarosa comanda la cucina, Giovanni, detto Zoff per i suoi trascorsi calcistici, si diverte in sala. A dar loro una mano ci sono a rotazione, figli, mariti, nipoti, insomma una gestione familiare certificata. Entriamo in cucina per salutare e ci ritroviamo dinanzi un mazzo di asparagi selvatici appena colti, una cesta piena di borragine ed un’altra con le erbe spontanee del posto. Chiedo ad Annarosa il nome delle erbe ma lei mi dice non conoscere i nomi corretti in italiano, ma solo le definizioni locali. Una di queste in dialetto si chiama caccialepre perché i cacciatori riuscivano a scovare gli animali grazie alla presenza di questa erba adorata dalla lepre stessa. Tra queste mura probabilmente mangerete la migliore bruschetta della vostra vita, fatta con olio biologico di Orvinio, profumato e delicato grazie all’altitudine dei terreni, e con pane bruscato ad arte. Nel retrobottega una signora impasta la farina con le uova, stende le sfoglie, le sovrappone e le taglia al millimetro per arrivare ad ottenere i maccheroncini. Si tratta di fili di pasta talmente sottili che per essere cotti vengono tuffati due secondi due nell’acqua bollente ed immediatamente posti su una tavola di legno che ha la funzione di assorbire l’eccesso di acqua. Conditi con sugo di carne o di semplice pomodoro sono una meraviglia. Troverete poi tante altre paste fatte in casa spesso impreziosite nell’impasto da erbe, farina di castagne, farro in relazione al periodo dell’anno. Chiudiamo il pasto con una frittatina di uova casarecce e asparagi selvatici, abbracciamo tutti calorosamente e ci rimettiamo in marcia direzione Labro dove trascorreremo la notte in uno splendido palazzo nobiliare.

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Una volta superata Rieti attraversiamo tutta la valle santa Reatina. Sui monti intorno sono disegnati i paesi che furono teatro del cammino di San Francesco, a valle interminabili campi coltivati attraversati da tanti corsi d’acqua. Vincenzo e Francesco appaiono stanchi, l’indomani ci attende un pranzo di quelli impegnativi a La Trota di Rivodutri, ma prima del giusto riposo non posso non fargli visitare un luogo che rinfresca la mente come pochi. Risalendo la strada che porta verso Labro, proprio nel paesino di Rivodutri, nascono le sorgenti di Santa Susanna, che con i loro cinquemila litri al secondo d’acqua, sono seconde in Europa per portata. La forza naturale di questa sorgente alimenta ancora oggi il mulino di Santa Susanna. All’interno del mulino vengono moliti grani provenienti esclusivamente dalle zone di Rieti e Todi per ottenere ottime farine. Il grano Rieti originario è una qualità preziosa che è stata oggetto di studio per molti anni del più grande esperto selezionatore di grani che l’Italia abbia mai avuto, Nazareno Strampelli, il quale, viste le caratteristiche del grano in questione, in particolare la grande resistenza alle malattie e l’alta qualità del grano stesso, si trasferì a Rieti ad inizio secolo scorso per studiarlo con maggiore attenzione.

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Dobbiamo però scappare, una inusuale coppia belga trasferitasi in queste zone tanti anni fa ci attende a Labro nel loro palazzo. Noi siamo ben felici di risalire qualche chilometro con il pensiero di un caldo riposo. Arriviamo a Labro, parcheggiamo la macchina alle porte del paese e ci avventuriamo per i viottoli di questo paese ristrutturato con una cura ed attenzione che siamo abituati a ritrovare più in Umbria ed in Toscana che nel Lazio. Ivan Van Mosseveld è un architetto famoso il quale anni fa con l’aiuto di sua moglie Anna decise di dare nuovo lustro al paesino di  Labro dedicandosi al recupero di alcuni palazzi. Uno di questi, Palazzo Crispolti, è stato trasformato in un semplice hotel con poche camere ed una vista mozzafiato sul Lago di Piediluco. Qualche piccolo spuntino dinanzi al camino e via verso le stanze a riposare. Domani ci attendono i fratelli Serva che con il loro ristorante, la Trota, trasformano in delizie i prodotti delle acque dolci locali… (1. continua)

Azienda Agricola Santa Maria della Neve.  Via Roma, 21 – Loc. Canneto. Fara in Sabina (Rieti). Telefono +39 0765.34052

Ristorante Maria Fontana. Viale A. Manzoni, 13 02037 Poggio Moiano (Rieti). Telefono +39 0765.876169

Molino S. Susanna – Macinazione Ad Acqua‬‎. Via Sorgente Santa Susanna, 23. 02010 Rivodutri (Rieti). Telefono + 39 0746.685336

Palazzo Crispolti. Via Vittorio Emanuele, 16 – 02010 Labro (Rieti). Telefono +39 0746 636135. www.palazzocrispolti.com

Foto: Francesco Arena