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Napoli. Ristorante SUD, struggente il territorio intimo di Marianna Vitale

giovedì, 25 Ottobre 2012 di

Sud, tre lettere che racchiudono tutto! Meraviglia e orrore, bellezza e desolazione, l’alto e il basso, il meridione è sempre un filo teso tra bellezza e eccesso, un linguaggio mai sussurrato ad alto rischio, ma quando trova equilibrio è magico. Non è un caso che in mezzo ai Campi Flegrei, in questa campagna che si è fatta città, tra questa schiera di palazzoni anonimi, all’improvviso un’oasi, il ristorante SUD, curato e lindo, tra minimalismo alla moda e supereffettazioni femminili, in un decor che lo rende caldo e accogliente, pacifico e moderno.

Marianna Vitale ne è la cuoca e artefice, è l’anima di questo luogo. È uno scricciolo e ci accoglie in jeans e maglietta e sembra una bambina dallo sguardo serio, improvvisamente illuminata da squarci di sorriso furfante. Ma diamine, che determinazione. Ha aperto qui e, abbandonando la laurea all’Orientale e carriera, ha deciso che doveva essere cuoca.

Accidenti se ci è riuscita: una cucina golosa e moderna, tra Sud e mondo. I piatti si susseguono con un ritmo incessante, mai composti ma sempre golosi e pensati, tra pancia e cervello. Spesso una nota fuori registro, spiazzante, verde e verticale su morbidezze struggenti, una cucina che urla territori, più nello stile, nel pensiero, fuori dalla retorica “spaghetti e pummarola”, in una maniera intima e ragionata.

  1. Brodo di mare. Una zuppa di vegetali, frutta e pescato intensa e profumata, retta dalla nota violenta e “cafona” del peperone verde e dal gioco di consistenze del pescato in varie cotture. Marina.
  2. Cipolla arrostita, alici del cantabrico e spuma di mandorle. Un piatto che gira bene tra amaro di brace, dolcezza di mandorla e salato Dell’alice, su tutti è gli ingredienti la cipolla che campeggia con la sua nota piacevolmente rustica. Cartesiano.
  3. Tartare di podolica. Una carne spaziale, saporita e selvatica, condita con senape e capperi molto classica e fin troppo incremata e rotonda. Classica.
  4. Cheesecake di baccalà. Una discreta intuizione, foglie di baccalà da urlo, su una base di ricotta e una salsa di ceci, peccato manchi di dinamica e acidità. Banale.
  5. Linguine al quinto quarto di calamaro. Profumo di mare e schiuma su scoglio, in bocca asciutto e teso. Tra vigore e delicatezza di mare un piatto nitido ed efficace. Goloso.
  6. Spaghetti agli anemoni di mare e wasabi. Profumi di marosi e fondali, chiudo gli occhi e vedo scogli, alghe e Vervece. In bocca è salmastra e intensa, non gentile, ma la forza di mare e profumo di reti al sole, quando pizzico il wasabi, la sferzata mi riporta al piatto. Il Piatto.
  7. Risotto ace, cardoncelli e acqua di mozzarella. Fra suggestioni alla moda e freschezza contemporanee, tra serietà e gioco. Tutto sommato dimenticabile, se non fosse per quella mantecatura con l’acqua di mozzarella che è una trovata. Da registrare.
  8. Triglia al pomodoro. Una triglia di grande qualità e cottura, con tre centrifughe di pomodoro ad accompagnare. Una portata territoriale che urla territorio e sapori veri. Glocale.
  9. Birraciok. Un bel dessert tra amaro della birra, glassa di cioccolato fondente e arachidi, un dolce non dolce che chiude magistralmente su pulizia e freschezza. Piacevole.

Ristorante Sud. Via Santi Pietro e Paolo, 8. Quarto Napoli. Tel. +39 081.0202708 – 327.0104725