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Milano. Dongiò, ristorante calabrese per mangiare bene a meno di 30 €

mercoledì, 01 Giugno 2016 di

Milano, zona Porta Romana, una laterale dell’elegante corso Lodi. Qui è un microcosmo di locali e ristoranti, da far impallidire altre notissime zone meneghine.

Dongiò, il ristorante di cucina calabrese è un’istituzione. Che sia una bella trattoria di rango o piuttosto un ristorante semplice e informale, poco importa.

Quel che conta è il piacere che si prova nel venire in questo locale di manifesta matrice calabrese.

Chi lo conosce ci ritorna. Perché?

Perché è nella guida dei 100 Migliori Ristoranti di Milano. Per la zona, chic quanto basta e per l’atmosfera, schietta e verace, senza mai cadere nello stereotipo mediterraneo. Per il piccante del peperoncino, elemento fondamentale della cultura gastronomica calabrese, che non copre gli altri sapori ma li irrobustisce.

Per la semplicità di tutte le proposte, con sapori decisi e assolutamente godibili e, non ultimo, per il prezzo (beh anche quello conta), che non frena l’ordinazione della seconda bottiglia di vino ed evita il classico “piatto diviso in due”, a salvaguardia della linea e del portafoglio.

Ma ciò che maggiormente conquista, quello che stimola la fantasia gastroerotica al solo pensiero, sono i primi piatti di pasta.

Un vero delirio di consistenza, sapore, intensità, colore. È troppo invitante la pasta fresca fatta in casa di Dongiò.

nduja-dongiò-milano

Si va sempre sul sicuro, anzi per dirla alla Verdone, sullo stra-sicuro! Gli spaghettoni alla tamarro (n’duja, trevisana, pomodoro e crema di ricotta forte) lasciano una sensazione di pienezza e potenza.

E i rossi di frate cipolla (spaghetti impastati con peperoncino, conditi con pomodorini saltati e cipolla di Tropea) non sono da meno. Più delicati gli spaghettoni della Sila, con asparagi, salsiccetta calabrese e pomodorini.

Verrebbe voglia di bissare con la pasta, continuare con questa pietanza, anche se le proposte che seguono mettono in moto la tentazione di assaggiare quasi tutto: dalla parmigiana di melanzane, un classico, fino alla faraona avvolta nel lardo calabro e ripiena di castagne e salsiccia (un po’ più impegnativa).

Ma la semplice nobiltà di filetto e controfiletto trova ampia rappresentazione nell’osteria di via Corio. Vengono proposti alla piastra, al finocchietto selvatico, al rosmarino. Il top è il filetto in padella alla normanna, con aglio, pecorino e prezzemolo. La sua cottura, la materia prima e gli ingredienti “poveri” sono perfettamente bilanciati per un risultato gustativo senza alcuna sbavatura.

dongiò milano staff

A completare il binomio pasta-filetto occorre aggiungere l’ambiente grazioso e curato, l’atmosfera ospitale e allegra e il servizio al tavolo davvero garbato. Tutto in linea con la filosofia del locale, nulla stona.

Nel menu si trovano proposte dal Sud, come la burrata e il caciocavallo alla piastra, semplice o farcito e le polpettine di fave e cicoria.

pastiera bergamottonocciolata

Si conclude con piacevole dolcezza assaggiando uno dei validi dessert proposti. Come ad esempio il tiramisù alleggerito con l’utilizzo di ricotta fresca, la pastiera in chiave calabrese con un piacevole aroma di bergamotto o la splendida nocciolata, morbida cremosità di pasta di nocciole con ganache di cioccolato.

Meno di 30 €, con primo, secondo e dolce alla carta, bevande escluse.

Un’altra trattoria vecchio stampo a Milano, come l’Osteria alla Grande o il Ristorante Olmetto, ultimi baluardi del buon cibo, quello della tradizione (anche se da Dongiò è tutta calabrese).

Dongiò. Via Bernardino Corio, 3. Milano. Tel. +39 025511372

[Stefano Corrada. Immagini: Stefano Corrada, Ristorante Dongiò]