Indisturbato, Eataly continua ad aprire in giro per il mondo. Lo fa a Copenhagen – o Copenaghen, come scriver si voglia – dove inaugura il 17 novembre alle 10 del mattino nello storico department store ILLUM, uno dei più famosi centri commerciali della città, se non “il più”… dato che è proprio nel cuore della capitale danese, in Ǿstergade 52.
Duemila metri quadrati tra negozi, postazioni per degustare, aree didattiche e, ovviamente, ristoranti.
“Mangiare, comprare e imparare è la nostra filosofia – spiega Luca Baffigo, CEO di Eataly – ed è la prima volta che la portiamo a Copenhagen, una delle città europee dal più vivace panorama enogastronomico. Seguendo i princìpi di Eataly, i nostri clienti potranno assaggiare le ricette della tradizione italiana, acquistarne i migliori prodotti, tenendo naturalmente sempre alto il rapporto tra qualità e prezzo. Non mancherà l’offerta didattica della nostra Scuola di cucina, che proporrà lezioni per tutte le età e le tasche. Non vediamo l’ora di far conoscere Eataly alla popolazione danese, che siamo certi si innamorerà del cibo italiano”. Il partner per il negozio della capitale danese è Coop.
Così nel mega-store di Copenhagen troveranno spazio tre ristoranti a tema, il bar Lavazza, l’area dedicata al gelato e al cioccolato Venchi.
Ma c’è anche il bar Rudo, guidato da Christian Puglisi, lo chef italo-danese del ristorante Relæ, n° 40 al mondo per la 50 Best (è stato anche sous chef di Rene Redzepi, che è alle prese con l’apertura del Noma 2.0) e primo ristorante al mondo con certificazione biologica premiato con una stella Michelin.
Non mancheranno, nella Rosticceria, porchetta e taglieri con formaggi e salumi tipici. Primi piatti della tradizione nel ristorante della Pasta, dove si potrà scegliere tra fresca e di Gragnano. In Pizzeria, le tonde sono preparate alla pala e con farina biologica italiana. La farcitura è con gli Alti Cibi di Eataly.
Angolo acquisti: ci saranno oltre 3mila prodotti italiani e artigianali, da olio a salse, da salumi e formaggi a vino e birre, liquori e amari, per un totale di più di 800 etichette. Tra i prodotti freschi, ecco frutta e verdura, oltre a specialità lattiero-casearie locali.
Tre i laboratori di produzione a vista: si potranno ammirare i panettieri mentre sfornano il pane fresco, i maestri pizzaioli che preparano l’impasto perfetto e gli esperti gelatieri che miscelano e mantecano le loro golose creme.
Domanda per chi è prossimo a un viaggio nella romantica Copenhagen: rinuncerete a un pasto in uno dei ristoranti minimal della new nordic cuisine per un salto da Eataly?
Ma perché un marchio che dovrebbe esportare le eccellenze italiane nel mondo insiste su brand già globalizzati e mainstream come Lavazza e Venchi? Perché non concedere spazio anche a marchi “minori” e – a mio parere – qualitativamente migliori come Vergnano e Caffarel, giusto per rimanere in tema di caffé e cioccolata in ambito piemontese? O, e questa è una domanda retorica, siamo sempre al classico “chi paga di più ha più pubblicità”?