mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Davide Civitiello sdogana la pizza napoletana a canotto nel forno elettrico

lunedì, 20 Febbraio 2017 di

Non c’è più religione nella pizza napoletana che naviga sempre più veloce sulle onde di un nuovo entusiasmo superando steccati e indicazioni geografiche.

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Dalla pizza sottile-sottile che l’oleografia voleva appannaggio della scrocchiarella romana e del matterello (tant’è che a Roma un quarto di secolo fa davano la possibilità agli affezionati del pensiero napoletano di chiedere una pizza con il cornicione che sembrava un doppio cracker) siamo passati alla strenua difesa della pizza napoletana senza cornicione pronunciato che ha tenuto banco in una riunione ad Acerra promossa dall’associazione Mani d’Oro intenta a propugnare la supremazia delle pizze della Tangenziale di Napoli su quelle dell’Asse Mediano (strada di collegamento semi-incompiuta da Lago Patria al Centro Direzionale di Napoli).

Anche se Acerra è sull’Asse Mediano. Misteri dei navigatori e di Google Maps (?!).

Ma nello scontro di rotatorie e innesti che promette faville in questo anno che dovrebbe vedere la pizza ancora di più sotto i riflettori, ci guadagna il consumatore che vede allargarsi la platea dei pizzaioli intenti a studiare impasti, farine, blend, idratazioni, tecniche. E a registrare un innalzamento dell’asticella della qualità.

Se ci aggiungiamo il condimento della biga presentato dal mago Piergiorgio Giorilli in una sessione con il forno a legna proprio a Napoli, il quadro è completo.

Anzi no. Manca quello (il quadro) elettrico.

E ci ha pensato Davide Civitiello, Campione del Mondo dell’ortodossia della pizza STG, globe trotter della pizza napoletana, vincitore del contest #pizzaunesco e altre varie ed eventuali, che nel corso di una delle innumerevoli fiere (Olanda, in questo caso) cui prende parte per promuovere la farina del Mulino Caputo (nostro sponsor) ha realizzato il #canotto che va oltre.

Cioè, la pizza a #canotto cotta nel forno elettrico per giunta di tipo “tradizionale” dove per tradizionale intendiamo quello con tanto di sportello che la classificazione in uso vorrebbe dedicato esclusivamente alla pizza in teglia o al trancio.

Civitiello, da consumato artigiano dell’impasto, ha tirato fuori un canotto che contravviene a tutte le regole che i teorici degli impasti “diversi” della pizza napoletana vorrebbero in auge.

Idratazione al 70% (nemmeno troppo alta), impasto diretto – ma qui potremmo aprire una discussione sulle palline e sui tempi della doppia lievitazione – e comunque senza biga, farina di buona forza e, orrore, lievitazione e maturazione a temperatura ambiente per 24 ore.

Forno elettrico impostato alla massima potenza per raggiungere una temperatura di 450 gradi ed ecco il risultato.

La pizza a #canotto nel forno elettrico.

Anzi #electricpizza. Basta attaccare la spina dello smartphone e attendere la ricarica!

Appassionati della pizza a grande alveolatura, accendete i reattori e tenete a mente chi sono i migliori pizzaioli del canotto o canottieri che dir si voglia.

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Squadre e classifiche potrebbero mutare. Ad eccezione di Acerra, ovvio. Loro sono curiosamente legati a doppio filo all’idea che ogni pizza è uguale a quella di un’altra pizzeria.

Disclaimer: articolo per sorridere, ma non troppo. In questi giorni da Düsseldorf si attendono altre novità.

[Immagini: iPhone Davide Civitiello, Facebook]

 

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.