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Milano. Menu e prezzi di Trieste Pizza che apre in corso Como

lunedì, 16 Aprile 2018 di

Le pizze di Trieste Pizza le conoscete bene grazie a questo bel post di Alessandro Ditommaso, ma cari lettori di Milano (e non solo) prendete nota.

Oggi Trieste Pizza apre in Corso Como 9 a partire da mezzogiorno.

Giusto 60 anni fa, a Pescara, si iniziavano a vedere delle pizzette “da passeggio”, più piccole del normale, informate, ripiegate e vendute dal loro “inventore”, Gabriele Ciferni, sul Lungomare, ai bagni Trieste, così chiamati in onore dell’incrociatore Trieste, appunto, che aveva sostato nel porto della città. Trieste Pizza, questa l’insegna, ormai sessantennale.

Questo di corso Como sarebbe il secondo locale, ma, poiché sostituisce il primo, quello in corso di Porta Ticinese, diventa anche l’unico.

La pizzeria di corso Como offre una vetrina ben più visibile e una decina di tavolini all’esterno. Se poi si considera che uno degli obiettivi della famiglia Ciferni (tuttora alla guida delle pizzerie, con Riccardo Ciferni e sua moglie Laila, e qui a Milano con la giovanissima figlia Lorenza che ha 27 anni) è di far conoscere a tutto il mondo la qualità delle pizzette di Trieste Pizza, si capisce che corso Como è un ottimo punto di partenza.

“Sono cresciuta parlando di pizza e per me la pizza è sinonimo di famiglia: nei gesti, nei profumi e nei sapori mi riconosco”, mi spiega Lorenza che “becco” sull’uscio del nuovo locale. “Mi sono innamorata di questo mestiere quando sono entrata in laboratorio per la prima volta con mio padre e ho notato la delicatezza con cui prendeva in mano un pugno di farina, quasi fosse la cosa più preziosa al mondo. Poi mi sono affiancata a mia madre, preparando piatti di gastronomia e dolci”.

Impossibile pensare a un futuro diverso per questa giovane pizzaiola che si è fatta le ossa proprio nel locale di corso Porta Ticinese impastando farina e studio (è laureata in Relazioni Pubbliche e Comunicazione d’Impresa all’Università Iulm di Milano).

Una pizzaiola che ha trascorso questi giorni tra impasti e preparativi per l’apertura con un obiettivo ben preciso: “Io con la mia pizza voglio parlare della mia terra, dell’Abruzzo. Dei suoi colori e dei suoi sapori e so che non è facile trasmettere questo messaggio perché gli appassionati di pizza sono molto guardinghi anche se alla fine le nostre pizze da passeggio li conquistano”.

Nella sua veste di manovale è instancabile. È la giovane età, ma è soprattutto il fuoco della passione e di una tradizione arrivata ai giorni nostri diventando contemporanea. “Io e i miei genitori abbiamo intrapreso un percorso per valorizzare la nostra terra e i prodotti che utilizziamo per creare una pizzetta, ti dico, unica nel suo genere. Sono discorsi che avrete già sentito ma vi posso assicurare che è tutto autentico. Noi collaboriamo con produttori che sono anch’essi famiglie che, come noi, da generazioni, producono in maniera sana e artigianale”.

Giusto per ricordarlo, le loro pizzette si vendono, oltre che a Pescara (tre punti vendita), anche a Francavilla al Mare, a Silvi Marina, all’Aquila, a Roma, e all’estero, dove si chiama Tonda, a Londra, e a Madrid. Stranamente, direi, non c’è un Trieste Pizza a Trieste Città.

Ma a noi interessa soprattutto che sia qui a Milano, dove la loro specialità, la pizzetta al padellino abruzzese conta un manipolo di affezionati.

L’impasto è semi integrale, composto da un mix di farine italiane certificate biologiche, con una lunga lievitazione di 36-48 ore. È un prodotto pensato per un consumo veloce ma alle spalle ha tutto il tempo di maturazione necessario per essere digeribile anche grazie alla bassa quantità di lievito (tra lo 010% e lo 0,12%, snocciola Lorenza) e nell’impasto viene utilizzato esclusivamente olio extravergine di oliva italiano biologico.

Per le farciture, quelli di Trieste Pizza si rivolgono ai migliori produttori locali. Sulle pizze arrivano così il peperone dolce di Altino che in cottura mantiene il colore rosso e il pecorino di Farindola dell’azienda agricola Marcella Mirko entrambi presìdi Slow Food. L’olio utilizzato per le farciture a crudo sono di Marina Palusci, Valentini e Scal, la cooperativa di agricoltori di Loreto Aprutino.

Sono aziende a conduzione familiare che si tramandano il mestiere da generazioni anche quelle che forniscono altri ingredienti: il pomodoro pelato biologico Triveri, il fiordilatte Reginella d’Abruzzo e la salsiccia di Delio Ginestra di Villa Celiera di fegato e di trippa detta anche salsiccia matta per via dell’aroma all’arancia o il guanciale di De Pauliis di Paganica

A parte le olive taggiasche, che vengono da Imperia, tutto il resto è Abruzzo e Marche. La birra, Menoamara, è di San Benedetto del Tronto; i vini, invece, abruzzesi. Anche i forni sono centroitalici: sono di Moretti Forni, il nostro sponsor.

Questo qui sopra è il menù delle pizzette che si divide in “Classiche & Green” (da 1,30 € a 3,50 €) e “La Ciccia” (da 3,80 a 4 €). Ogni pizzetta ha indicati gli ingredienti tipici e per alcune ci sono anche le aggiunte possibili di ingredienti consigliati.

La prima cosa che ho cercato è stata la Salsiccia di Fegato & Broccoli – meno male, c’è ancora. Broccoli cotti al vapore, fiordilatte, salsiccia di fegato di puro suino al naturale, cipolla, peperone dolce di Altino, origano, olio evo. Meriterebbe il viaggio fin sul lungomare di Pescara; ma, visto che è già qui, conviene cominciare a farsene un’idea in loco.

Magari mangiandola passeggiando in corso Como, occhieggiando nelle vetrine: è il consiglio di Lorenza e il mio per una pausa, un pranzo veloce, una merenda – o, perché no, un aperitivo – un’altra delle novità di Trieste Pizza in corso Como.

Che poi oggi sforna anche una parmigiana e l’aperitivo, mi dico, ci sta tutto. Voi che fate?

Trieste Pizza. Corso Como, 9. Milano. Tel. +39 3339901959.

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.