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La Locanda del Notaio, recensione della ex stella Michelin che ha cambiato chef

lunedì, 07 Ottobre 2019 di

La Locanda del Notaio prende il nome dalla storia di un notaio d’altri tempi che qui era solito soggiornare perché estimatore della frugale accoglienza di allora e perché ammaliato dalla bellezza della giovane figlia dei proprietari che controllava le oche presso il laghetto. 

La giovane donzella, divenuta poi la moglie del notaio, ha operato una sapiente ristrutturazione della struttura, che oggi è un’affascinante dimora di charme con annesso ristorante stella Michelin.

Il vero motivo della nostra visita.

Siamo a Pellio Inferiore, piccola frazione di Pellio Intelvi, tra i laghi di Como e Lugano, al confine con la Svizzera.

Dall’arredamento del ristorante che trasmette il fascino di un “grande classico” ci aspettavamo un’offerta gastronomica estremamente tradizionale, ed invece ecco una decisa impronta moderna, innovativa, pulita e senza sbavature che ci stupisce.

Il timone in cucina è di recente stato affidato al giovane chef Marco Moretto, classe 1991che ha già trascorsi importanti, nella cucina dal Teatro alla Scala il Marchesino e da Troisgros, tre stelle Michelin in Francia.

Tre i menu degustazione previsti, oltre i piatti à la carte: il basic del territorio da 70 €, uno più corposo da 7 portate a 100 € e il degustazione dedicato all’anatra à la prese da 250 € per cui occorre prenotarsi.

Scegliamo il 7 portate insieme a un Sassella Superiore.

Il percorso inizia con un gambero rosso tiepido marinato allo yuzu, fragoline di bosco e nocciole; l’incipit ci piace e ci entusiasma per il giusto connubio tra le materie prime della tradizione e i sapori freschi e speziati che rievocano la cucina asiatica.

Proseguiamo con prosciutto cotto di petto d’anatra, ciliegie, pistacchi e foie gras d’anatra in crosta. Accostamenti piacevoli di cui si percepisce l’eccellenza della materia prima.

Il risotto al nero di seppia e crostacei, calamaretti e acqua di mare vaporizzata lascia intuire la matura competenza dello chef, abile nell’accostamento di sapori e ingredienti, per un risultato piacevolissimo al palato.

Protagonista indiscusso della serata sono i tagliolini al pesto di acetosella, polvere di prosciutto croccante, di tartufo e di capperi. Sarà anche il mio debole – lo confesso – per il tartufo, ma l’esplosione di sapori, forti e decisi, sapientemente accostati mi fa dire che si tratta di un piatto perfetto. E indimenticabile.

Ecco il rombo alla mugnaia con verdure osmotizzate e affumicate che al palato risulta fin troppo delicato per essere apprezzato dopo l’estasi del tagliolino.

Concludiamo i piatti salati con il maialino croccante, cipolline acidule, senape e crema di patate novelle. Piatto immancabile in molti ristoranti di questo livello e degno di nota per la corretta esecuzione.

Il dessert, l’albicocca melba, ha rappresentato la degna ciliegina sulla torta, conclusiva di un affascinante percorso. 

Senza sfarzi sgradevoli ed in punta di piedi, La Locanda del Notaio celebra una cucina innovativa ma al contempo custode delle tradizioni, che ci sentiamo vivamente di consigliare.

A voi la tastiera per i commenti del caso.

[Aggiornamento novembre 2019: La Locanda del Notaio non ha più la stella Michelin]

La Locanda del Notaio. Località Piano delle Noci, 42. Pellio D’Intelvi Superiore (CO). Tel. +39 031 842 7016

Di Eugenia Rocco

Sono nata a Salerno e vivo e lavoro a Milano. Amo vivere e condividere esperienze di cibo e di vino. Non avrei mai pensato di scriverne, ma la pancia è più forte della testa!