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Milano. Chihuahua Tacos: recensione, menu, prezzi

venerdì, 18 Ottobre 2019 di

Non so se le taquerias autentiche sono proprio così – ma se dovessi immaginarmene una, sarebbe probabilmente molto simile a Chihuahua Tacos, taqueria appunto aperta da un mesetto all’inizio di via Col di Lana a Milano.

Saranno forse i saguari all’ingresso, o i colori violenti alle pareti, o le suppellettili – ma l’impressione è stata proprio quella di essere in un locale messicano, di quelli semplici, senza troppo folklore. L’architetto è messicano, Luis Barragán. I posti, una cinquantina.

Già ben disposto dall’avere scovato una nuova insegna, ulteriormente ben impressionato dall’interno, non potevo non apprezzare anche il menu. Un foglietto di carta, da una parte le bevande, dall’altra i tacos e gli altri piatti.

Entradas, tacos, tostadas y quesadillas, postres: una quindicina di piatti in tutto. Ho lasciato perdere le – pur interessanti – entradas: a parte la pannocchia (3,50 €), i nachos (7,50 €) e i jalapeños rellenos (4 €), con una curiosa maionese di pesche, la Gringa de Carnita (6 €) sembrava particolarmente promettente: tortillas di mais, coscia di maiale, cheddar, lattuga, queso fresco, salsa verde con tomatillo e pico de gallo.

Ma ho deciso di prendere solo in paio di tacos, tanto per sentire, ripromettendomi di tornare (ci sono anche vini e altri alcolici messicani da provare). I tacos vengono da 3 a 4 €, ce n’è uno col pesce (merluzzo fritto) e uno vegetariano; gli altri, con manzo, maiale, e lingua.

Ho preso un taco del pastor, con maiale cipolla ananas e coriandolo (più o meno gli stessi ingredienti della pizza con l’ananas alla messicana di Simone Lombardi di Crosta).

E assieme uno con la lingua, e salsa verde col tomatillo, cipolla pickled, sottaceto, e coriandolo. Molto buoni e gustosi, ben scelti gli ingredienti.

Ho gustato meno la Tostada de Pulpo. La tostada è una tortilla nera e croccante, con sopra una montagnetta di ingredienti di non semplicissima gestione – ovvero, andrebbe addentata all’esterno facendone il giro a ogni boccone. Al mio primo boccone, il delicato equilibrio degli ingredienti si è magicamente trasformato nel caos del calderone primordiale, con membra di pulpo che si inseguivano per il piatto…

Anche qui, abbastanza gustoso – ma ho preferito il primo. Costo, 6,50 €; 5 € invece le due quesadillas, di pollo e vegetariana.

Non un gran che il dolce, un Taco Sabroso (3,50 € come il churro e il dolce di riso): una tortilla di mais fritta con cannella, gelato alla crema, fonduta di cioccolato e lamponi. I vari elementi erano buoni da soli, specie il gelato, un po’ meno buoni tutti assieme.

Il concept, l’idea di fondo di Chihuahua Tacos è di Alessandro Longhin, ovvero una delle menti dietro a progetti molto milanesi – e molto ben riusciti – quali The Botanical Club e Champagne Socialist. Meno riuscito invece, ma per problemi “esterni” al concept, Forno Collettivo (ne abbiamo parlato qui – e si sta pensando a una nuova apertura in un altro luogo). Progetto pche ha le sue radici nell’infanzia di Longhin a Guadalajara, e portato avanti con Ilaria Puddu (ovvero Pizzium Gelsomina Nonna Carmelina e non so più cos’altro), ma senza Davide Martelli, socio storico degli altri locali.

“Abbiamo voluto creare un’offerta fortemente autentica, genuina e quanto più fedele all’originale, in cui tutti gli ingredienti siano riconoscibili. Speriamo di esserci riusciti,” afferma Longhin in un’intervista al Gambero Rosso.

Il segreto di un grande taco parte da un’ottima tortilla, così abbiamo fatto ricerca scovando un’artigiana messicana che fa una micro produzione per noi con mais biologico; l’obiettivo è quello di aprire più punti vendita e di internalizzare la produzione mantenendo ovviamente la procedura artigianale”.

A completare l’offerta vini naturali – “ci saranno molti rifermentati in bottiglia, bolle divertenti, alcuni orange” – birre artigianali e alcuni cocktail a base tequila e mezcal, come il Paloma o il Margarita.

Chihuahua Tacos. Via Col di Lana, 1. Milano. Tel. +39 0236742528.

[Immagini: iPhone Emanuele Bonati]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.