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Sushi fantastico a Milano da Ichi Station: è di Haruo Ichikawa, già stella Michelin

sabato, 04 Gennaio 2020 di

Ichi Station è il nuovo nome del sushi da asporto a Milano.

Ed è un nome nobile: Ichi sta infatti per Haruo Ichikawa, ex-chef stellato di Iyo (stella Michelin 2014, primo etnico in Italia ad ascendere al firmamento della Rossa).

Haruo Ichikawa ha lasciato Iyo da un paio d’anni per dedicarsi a consulenze importanti (B Sushi a Milano, il Magnolia del Four Seasons a Firenze) e a questo suo progetto gastronomico, scelta apparentemente insolita non tanto per l’abbandono del riconoscimento della Guida quanto per la svolta, ovvero il passaggio da un ristorante vero e proprio a un take away.

In verità, i progetti-Ichi Station sono due – anzi, quasi tre: al primo in via Col di lana si è aggiunto da poco il secondo in via Fara e si sta preparando un terzo locale, in via Ravizza. Anzi, c’è un quarto progetto: ha aperto a settembre, con i soci Giorgio Capelli, Stefano Legnani e Paolo Peri, Ichikawa, ristorante vero e proprio in via Lazzaro Papi, con poco meno di 30 posti, e con Haruo in cucina, a proporre i suoi menu-sushi, ogni giorno diversi.

Il viaggio sono io.
sempre uguale, mai nello stesso modo.
io che cambio in ogni luogo, io che cambio in ogni tempo.

Ichi Station. A Food Journey invece propone un viaggio tra una serie di sushi, pokè e piatti caldi, da asporto (ma in Fara ci sono anche una ventina di posti a sedere, in Col di Lana una decina), in confezioni particolarmente eleganti e colorate. Del resto, il colore è uno dei tratti distintivi dei piatti.

Sono andato a provare, ovvio. In via Fara, per essere precisi. Un bel menu, interessante, una decina di pagine ma non un’enormità di proposte, in equilibio (quasi) perfetto. Ho iniziato dai Mosaic Sushi, ovviamente: un piatto perfettamente instagrammabile, che ti ingolosisce già sulla carta. Si tratta di una combinazione di sushi: a scelta, salmone, tonno, ricciola, cetriolo, gambero cotto, tamako yaki (frittata di uova), branzino, avocado, mango, capesante, calamaro. Disponibile in diverse misure, da 9 pezzi (10 €), 15 pezzi (15 €), 25 pezzi (24 €) e 35 pezzi (34 €).

Mi sono trattenuto, e ho preso quello da 15 pezzi. Bello ed elegante, si vede – ma anche molto buono, ricca di gusto e di sfumature. Ho lasciato alla cucina la scelta degli ingredienti, più o meno c’erano tutti – niente mango, ma avocado. Forse la capasanta così cruda e intera non rende molto, ma sul resto niente da dire, se non che potevo anche arrischiare un 25 pezzi (35 solo se non avessi voluto mangiare altro).

Intrigato dagli Uramaki Via del Colore, ho preso Giallo: riso allo zafferano, gambero cotto con avocado e granella di nocciola. 8 pezzi, 8 €, come gli altri colori (Rosa, riso barbabietola, salmone mango zenzero), Verde (riso macha, branzino menta philadelphia), Nero (riso venere, gambero in tempura coriandolo avocado).

Buono, ma non entusiasmante – forse il riso allo zafferano schiaccia un poco il resto. Peccato non sia prevista una scelta quadricroma, mi incuriosiscono tutte le combinazioni.

Ci sono anche altri Uramaki, senza colore dominante, ma con proposte raffinate – sempre da 8 pezzi, da 7 a 15 €.

MI SCOPRO IN UN SAPORE, MI ESPLORO IN UN ALTRO.
IL GUSTO DI ASSAGGIARE DEFINISCE IL MIO VAGGIO.

Ho provato anche un paio di Nigiri (ce ne sono in carta una decina, da 1,80 a 3,50 €): volevo provare l’anguilla giapponese, e ho preso l’Unaghi – ottimo. L’altro invece è un nigiri di calamaro (Ika).

Interessante la proposta di Bowl in miniatura, a scelta dallo chef, 6 a pranzo (15 €) oppure 9 (27 €) – ero molto tentato, in realtà, ma ho deciso di tornare, anche perché voglio provare i Piatti caldi.

Ovvero, otto ptoposte da 13 a 20 €: dai Chicken Teriyaki (cosce di pollo riso cavolfiore salsa teriyaki) al Riso Foie Gras (medaglione di riso con scaloppa di foie gras) alla Yakiniku Beef (tagliata di manzo con salsa takiniku).

Il menu comprende anche 4 Pokè Bowl (salmone tonno ricciola veg) da 11 a 14 €., e Sahimi & Tartar (sic) da 11 a 15 €.

C’è anche un menu di Ispirazioni Peruviane, ceviche e altri piatti (da 11 a 16 €). Tutte occasioni per altre visite – qui o all’altro locale di Col di lana, dove peraltro ci sono alcune proposte differenti, come il Sushi Donut e le Ispirazioni Italiane, come l’Uramaki cacio e Pepe.

Il tutto peraltro si può ordinare anche in versione take away – e le confezioni da asporto sono uno spettacolo.

Sì, esplorerò tutto il menu, ne vale decisamente la pena. Venite?

Ichi Station. Via Gustavo Fara, 33. Milano. Tel. +390239288436

[Immagini: Ichi Station, iPhone Emanuele Bonati]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.