Coronavirus: i doppi turni al ristorante sono l’idea migliore per l’inverno?
Alternativa autunnale ai dehors estivi cercasi, allora sotto con i doppi turni nei bar e al ristorante. C’è perfino chi ipotizza i tavoli con cronometro a vista (sul serio).
Del resto –si dice– gli imprenditori della ristorazione dovranno pur sopravvivere in attesa che il rischio di contagio da coronavirus sia passato. Allora, dopo averlo fatto con lo spazio, diamogli facoltà di dilatare il tempo.
L’idea è stata rilanciata sul Corriere Torino da Luca Iaccarino, folletto della critica gastronomica.
Dopo la “tavolinizzazione” che in estate ha trasformato prati, aiuole e marciapiedi d’Italia in generose appendici dei ristoranti, cosa possiamo inventarci adesso? Adesso che le prime piogge ci ricacciano nei locali rimpiccioliti dalle misure anti Covid.
È ora di sdoganare definitivamente i doppi turni al ristorante. Perfino nei bar, nei cocktail-bar e nei club.
In che modo? Seguendo lo schema classico: cena alle 19.30 e replica alle 21.
I doppi turni al ristorante in Italia non piacciono
Si, lo so, non siete abituati. Il doppio turno è un blocco mentale che non riuscite a superare.
Quando Corriere Torino ha girato l’idea ai ristoratori della città, molti hanno fatto notare che l’idea non è nuova. Sono numerosi i ristoranti che fanno già i doppi turni. Ma questi hanno senso di esistere solo se i clienti collaborano, cosa che avviene poco o mai. Al massimo i doppi turni possono funzionare per i locali sulla cresta dell’onda.
E poi, come la metterebbero le trattorie, fondate sulla convivialità e sul desiderio dei clienti di vivere i pasti in completa serenità?
Per non parlare dei ristoranti da Guida Michelin, dove abbondano i lunghi menu degustazione da 5, 6, 7 portate. Possono mica esprimersi in batteria.
Eppure, fanno notare dal Cannavacciuolo Bistrot, che un ex ristorante migliore del mondo nell’autorevole classifica Fifty Best come l’Eleven Madison Park di New York (3 stelle Michelin), “fa tre giri di sedute a servizio, e tutte in grandissimo stile”.
Anche la sede torinese del locale firmato dallo chef Antonino Cannavacciuolo fa girare i tavoli con discreto successo.
Del resto, dicono i sostenitori dei doppi turni al ristorante, è adesso che gli imprenditori della ristorazione devono mettere in pratica questo cambio culturale. All’estero c’è abitudine, mentre l’italiano pensa che il tavolo del ristorante sia suo. Ma, con l’arrivo dell’autunno, fargli capire che bar e ristoranti devono far quadrare i bilanci senza rinunciare alla qualità dell’offerta, è una questione di sopravvivenza.
Qualche ristoratore si è spinto oltre, aggiungendo un pezzo in più.
Un cronometro sui tavoli
Uno dei titolari del Pastis, celebre ritrovo serale del Quadrilatero Romano di Torino, ha pensato a una suggestione. Una specie di gioco che, da una parte favorirebbe il turnover, dall’altra potrebbe farlo accettare con un sorriso.
“Vorremmo mettere un timer sui tavoli, attivarlo quando i clienti si siedono e farlo scattare dopo mezz’ora, senza cacciare nessuno, ovvio”.
Vallo a spiegare agli italiani.