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Milano. Menu e prezzi di Trapizzino ora in via Marghera

sabato, 10 Febbraio 2018 di

Milano, via Marghera. Trapizzino ha aperto.

Mi son fatto la mia brava coda, mi son mangiato due o tre trapizzini, bevuto un bicchiere di vino, fatto due chiacchiere, tirato giù qualche osservazione.

La prima cosa: il tripudio di romanità.

Ovviamente, nelle ricette: tutti i Trapizzini sono farciti con ricette tipiche della cucina romana, dalla coda alla vaccinara al bollito alla picchiapò.

Ma anche, come forse ci si poteva aspettare, nel pubblico: era tutto un fiorire di saluti esclamazioni commenti in romanesco, come se un tam tam identitario avesse raccolto qui gli espatriati romani di Milano a ritrovare i sapori di casa.

Seconda osservazione: ma quanto sono buoni i Trapizzini di Stefano Callegari? (Corollario: ma perché aspettare così tanto a portarli a Milano?) Li avevo assaggiati due anni fa qui da Baladin, in una serata one shot, e qualche settimana fa al Sigep di Rimini ero riuscito ad averne uno con il pollo alla cacciatora – qui trovate la ricetta, sia del pollo che del Trapizzino.

Ma cos’è un Trapizzino?

Per chi non avesse mai letto uno dei nostri post, un breve riassunto: una pizza in teglia (a proposito, cotta nel forno del nostro sponsor Moretti!) che viene tagliata in quadrati e poi in triangoli per formare una tasca che diventa croccante all’esterno grazie a un nuovo passaggio in forno e resta morbida all’interno. A questo punto viene riempita con ogni bendiddio che la cucina romanesco-laziale si è inventata in secoli di tradizione.

Il menù di “Trapizzino e Vino” – così il format portato in via Marghera  – prevede ogni giorno 8 diversi Trapizzini (il menù è esposto in una serie di neon sopra il banco) fra i 36 in carta; il prezzo, come detto, si attesta sui 4 € .

Il “Vino” è una cospicua carta dei vini  una quarantina di etichette, tutte spiegate e raccontate. Avrò il mio bel daffare a pensare agli abbinamenti più corretti, anche se penso che mi affiderò a loro.

Ma non prima di aver verificato la congruità degli abbinamenti proposti qualche giorno fa su queste pagine da Luca Boccoli, deus ex machina della proposta vinicola: fidarsi è bene, ma assaggiare è meglio.

Certo che il locale – aperto fin dal mattino a colazione – non è molto grande, ieri sera non era allestito, ma non credo arrivi a 15/20 posti, e in effetti il Trapizzino mi sembra più pensato come cibo da asporto, da passeggio, e l’offerta di vini diventa poco fruibile – chissà se me lo verserebbero in un bicchiere di plastica…

Ah – ci sono anche i supplì.

Per la cronaca: il Trapizzino te lo preparano lì sul momento, attingendo a una serie di pentole; l’aspetto è quello, dei profumi non ne parliamo; con le polpette al sugo era buono – in realtà c’era una sola polpettona, quindi un po’ complicata da gestire; quello con il bollito alla picchiapò, più che buonissimo.

Il piatto era tradizionalmente un piatto di recupero della carne avanzata (picchiapò perche veniva battuta, mi si dice) – e come spesso accade in questi casi, un piatto gustosissimo, che intrapizzinato come fa Stefano Callegari… beh… Mi sa che devo fare una classifica dei Trapizzini (e quindi dovrò assaggiarmeli tutti… prevedo tempi duri…).

Intanto voi stasera siete pronti a scofanarvi una impressionante serie di Trapizzini?

Trapizzino. L’Angolo di Pizza. Via Marghera, 12. Milano.

[Immagini: iPhone Emanuele Bonati, Trapizzino]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.