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Ristoranti
8 Marzo 2013 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 16:58

Il Noma di Redzepi nei guai: problemi di igiene e 63 clienti intossicati

Il Noma, il ristorante di Copenaghen di Renè Redzepi, numero uno per 3 anni consecutivi nella prestigiosissima San Pellegrino World’s 50 Best Restaurants
Il Noma di Redzepi nei guai: problemi di igiene e 63 clienti intossicati

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Il Noma, il ristorante di Copenaghen di Renè Redzepi, numero uno per 3 anni consecutivi nella prestigiosissima San Pellegrino World’s 50 Best Restaurants Award, accusa problemi di igiene. I funzionari del Fødevarestyrelsen, il Dipartimento dell’Alimentazione danese, hanno ispezionato il ristorante e li hanno segnalati. Come se non bastasse, si sono ammalati anche 63 di 78 persone che hanno pranzato al Noma tra il 12 e il 16 di febbraio. Hanno contratto il norovirus, appunto per scarsa igiene (lo stesso dello scandalo tedesco con le fragole cinesi che hanno mandato in ospedale 11 mila bambini per vomito e diarrea e che aveva messo nei guai il Fat Duck di Heston Blumenthal con 500 intossicati), come ha riferito il giornale Ekstra Bladet

I funzionari hanno anche riscontrato l’assenza dell’acqua calda per consentire ai lavoratori di lavarsi con cura le mani (“si è ammalato anche parte del personale venuto in contatto col cibo”) e nel rapporto molto critico si legge anche che si è ammalata parte del personale venuto in contatto con il cibo.

Un richiamo che getta una cattiva luce sul Noma ritenuto l’ambasciatore della nuova cucina del nord con i suoi piatti provocazione a base di formiche, muschi e licheni (che, però, non possono essere veicoli dell’infezione). E sembra quasi impossibile che un ristorante di tal genere abbia potuto commettere errori così grossolani che rischiano di mettere a repentaglio la sua reputazione anche perché gli ispettori hanno rimarcato che il Noma non ha provveduto tempestivamente a disinfettare la cucina per contenere gli effetti dell’epidemia.

“È una questione che ci tocca profondamente; siamo davvero dispiaciuti”, ha fatto sapere alla stampa il direttore del Noma, Peter Kreiner. “Stiamo ancora cercando di trovare la fonte dell’infezione; probabilmente è stata introdotta nel locale da un dipendente influenzato” (un lavoratore in cucina si era ammalato il 15 febbraio ma la sua mail è stata letta tre giorni dopo a causa del weekend). Un po’ poco per i 63 clienti che avranno fatto la consueta fila on line per sedersi a un tavolo del N° 1 mettendo in preventivo almeno 200 € a testa. Ed un brutto colpo per la municipalità di Copenaghen che aveva investito sulla rivoluzione turistica della Nuova Cucina Nordica con il MAD FoodCamp, la manifestazione che ha in Redzepi il faro di riferimento (la prossima edizione è in programma ad agosto 2013).

Redzepi aveva presentato due anni fa l’evento con queste parole al The Observer: “Agricoltori, studiosi e chef faranno il punto della situazione e insieme cercheremo di capire dove andare… Nuove conoscenze ci rendono non solo più responsabili ma anche più creativi, socialmente impegnati e ci conferiscono gli strumenti per interpretare sotto una nuova luce il contesto culturale, storico, sociale e scientifico del cibo che tutti noi cuciniamo e serviamo ogni giorno”.

Sicuramente non pensava ai problemi di igiene paventati dall’agenzia sanitaria del suo paese. E men che meno ai problemi di acqua calda lui che aveva iniziato più di una presentazione personale ricordando che il padre aveva conosciuto la madre al posto di lavaggio del bar in cui lei faceva la cassiera.

[Corriere]

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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