Ristorante Litho 55 a Portici, la stella che brilla sulla costa di Napoli

Non lasciatevi scoraggiare dal nome un po’ ostico Litho 55 perché il nuovo ristorante aperto a Portici merita una tappa.
Narra la leggenda che questo luogo si chiamasse Leucopetra, la pietra bianca. Una ninfa figlia di Posidone contesa da Vesevo e Sebeto. Come dire la napoletanità allo stato puro con vulcano, fiume e mare. La ninfa per sfuggire ai due giovani si gettò in mare e si trasformò in pietra. E Vesevo per raggiungerla diventò montagna e iniziò a eruttare fuoco fino a raggiungerla.
Così la zona cambiò il nome in Pietrarsa a indicare la pietra nera del Vesuvio. Che è anche il nome del museo ferroviario a ricordo di quella tratta di strada ferrata voluta dai Borbone. Mentre Sebeto pianse tanto da diventare il mitico fiume che sfociava a Pizzofalcone e al Ponte della Maddalena. Non siamo sul Miglio d’Oro storico che si dipanava poco più in là, dal Corso Resina di Ercolano per arrivare a Torre del Greco, appunto per il miglio unità di misura del ‘700. Ma il fascino dell’antica villa di Portici che ospita Litho 55 è stato ripreso.
Il parco e il ristorante


Il ristorante fa parte del resort Tre Fontane che fronteggia il mare da una visuale per molti sconosciuta. L’urbanizzazione ha cancellato i giardini che si affacciavano sul mare e dalla trafficatissima strada non si ha la percezione della costa. Varcare il grande portone restituisce quell’ambiente che doveva essere comune a tutte le costruzioni del Regno delle Due Sicilie.

Il segno della modernità è evidente nella struttura e nel ristorante elaborato su progetto dello studio napoletano WE+. Il parco alberato, delimitato visivamente in direzione Napoli proprio dal museo di Pietrarsa, si appresta a diventare una giostra gastronomica. Un altro edificio è in fase di ristrutturazione ed ospiterà un ristorante la cui consulenza è affidata a Emanuele Petrosino, giovane chef per la Michelin nel 2019 e ora al Bianca sul Lago.
Chi è lo chef di Litho 55 a Portici

Al Litho 55 di Portici c’è Raffaele Dell’Aria, allievo di Francesco Sposito al due stelle Michelin Taverna Estia, nume tutelare di molti giovani chef. Una scuola che ha dato i suoi risultati, ve lo anticipo. Un’ottima scelta questa della famiglia Brancaccio di affidargli la guida. I Brancaccio sono ristoratori da lungo tempo a Portici, ma Litho 55 suona uno spartito tutto diverso dal ristorante La Tradizione indirizzo di riferimento per la pizza e la cucina napoletana.
Raffaele Dell’Aria ha dato sostanza al passaggio da tradizione a innovazione con un salto ben calibrato nella modernità. La spesa di pesce e di verdure è locale. Lo sguardo è internazionale ma non dimentica la tradizione dei luoghi.


Ce lo dicono subito i benvenuti dello chef. Il branzino con la maionese al lime, i conetti con il gambero rosso. E la tradizione della bombetta alla genovese e maionese al wasabi e il tacos al nero di seppia con tartare di manzo e salsa alla papaccella.


Cui seguono la montanarina con salsa alle ostriche, polvere di alghe e tartare di ombrina. Accompagnata da una tartare di scampi con maionese al lime. Si gioca tra citazioni partenopee e contaminazione in maniera equilibrata e piacevole.


L’ostrica Regal Oro (9 €) è servita su ghiaccio fumante con salsa agrodolce di cipolle di Tropea. Ottima la spinta della cipolla che sottolinea la presa dell’ostrica.

Il polpo in due cotture, sottovuoto e caramellizzato, riposa sulla crema di patate ed è condito con taccole e asparagi. Chiude alla perfezione la vinaigrette allo scalogno (22 €). Non è un banale polpo arrosto.
I primi piatti del ristorante Litho 55 a Portici


Raviolo all’astice con friarielli napoletani in salsa e chips, salsa di provola e gocce di colatura di Cetara di Acquapazza (26 €).

Ricordo di una pappardella ai funghi porcini cioè gnocchetti con crudo e cotto di porcini, salsa al parmigiano, olio al basilico e crema di waigu (24 €).

Risotto Riserva San Massimo con soffritto e tarallo napoletano, salsa di provola e papaccella dolce (20 €).
Raffaele Dell’Aria manda subito in pole position il Litho 55 di Portici con una batteria di primi piatti azzeccatissima. Difficile fare una graduatoria. Solo i ravioli meriterebbero un impiattamento forse meno scenografico ma più godurioso. E vi consigliamo un cucchiaio per apprezzare i friarielli. Gli gnocchetti sono un confort food espresso benissimo in veste di alta cucina. A occhi chiusi potresti stare in una trattoria per la rotondità diretta dei sapori. Eh sì, forse irrinunciabile è il risotto che se la deve vedere con un ingrediente non proprio trendy. Ma qui il soffritto napoletano è piegato con maestria a una dolcezza che ricorda le migliori interpretazioni di colleghi stellati. Veramente ben fatto.
La carne e il pesce

Presa di maialino iberico con melanzana perlina, confettura di pomodorino giallo e patata cubix arrosto (18 €).

Due consistenze di baccalà in tempura e in roll avvolto da scarola con olive accompagnato da chips di pelle (20 €).
Anche in questo caso Raffaele Dell’Aria utilizza un classico della cucina napoletana con il giusto equilibrio tra i ricordi e le istanze della modernità. In una parola, molto carattere.
I dolci

La fettina di arancio e i frutti rossi del pre dessert resettano insieme al gelato il palato per entrare nella parte dolce.

Classico dei classici, il Litho 55 di Portici interpreta il tiramisù sormontando il mascarpone con un disco di cioccolato bianco che fonde sotto la colata di ganache al cioccolato. Molto buono.

E anche un classico della Costiera Amalfitana come la ricotta e pera viene qui rivisitato in maniera efficace con la pera preparata a bassa temperatura e grigliata. E poi accompagnata da una spuma al cioccolato.

A completare il giudizio positivo c’è il servizio di sala comandato da Giovanni Nocerino tornato nei luoghi natali dopo diverse esperienze. Merito o causa del lockdown, ma la sostanza è di tempi giusti e dialogo efficace con i commensali.

Il rapporto qualità – prezzo è centrato (e vale anche per i ritocchi all’insù e all’ingiù di qualche portata). Resta o è riproposto, fate voi, dagli anni del secolo scorso il tema dell’acquario da cui pescare i crostacei. E c’è anche la possibilità di darsi al sushi accompagnato dai cocktail.

Non l’abbiamo assaggiato, ma se la linea è quella del ristorante non potrà che aumentare la voglia di sedersi al Litho 55. Al pari della godibile terrazza en plein air e senza chiusure.

Voto: 8,5/10
Ristorante Litho 55. Corso Garibaldi, 235. Portici (NA). Tel. +3908119360581