Livello 1, ottimo ristorante di pesce a Roma Eur

Ritorno al ristorante Livello 1 a Roma Eur per festeggiare un compleanno. Tavolo da 10 persone, banco di prova per mettere a dura prova sala e cucina. Tre generazioni, dai giovani di 28-29 anni alla senior di 91 anni (per giunta celiaca), ma tutti amanti della cucina di mare.
E il ristorante di Emilia Branciani con lo chef Mirko di Mattia a guidare la cucina si conferma un ottimo indirizzo per i piatti di pesce. Da mettere in rubrica anche per la formula smart del pranzo e per la paella.
La carta è stata rivisitata e ora si presenta più agile e comprensibile.
Quanto costa il ristorante Livello 1 a Roma Eur

Tre i menu degustazione. Come un tempo, 3 portate a scelta dello chef a 45 euro. Anche gli altri due sono al buio e possono essere richiesti da 4 portate (a 75 euro) o da 6 portate (a 90 euro).
Alla carta 4 gli antipasti crudi con il rinforzo dei pezzi singoli (ostriche a 7 € e secondo disponibilità tartufi di mare a 3 €, ricci di mare a 6 €). Gli incontentabili troveranno soddisfazione con Il Gran Crudo (65 euro). Alici, polpo e calamari sono i protagonisti degli antipasti cotti.
Di Mattia si era messo in mostra con un primo piatto da antologia, i tubetti in brodetto (qui la ricetta). Nella nuova carta la sezione del ristorante Livello 1 si apre con il classico dei classici, gli spaghettoni con vongole o lupini (24 euro) cui seguono le cozze e i calamari con formato corto e lungo.
La paella è disponibile su ordinazione ed è praticamente un piatto unico (45 euro).
Novità, la pizza: classica (15 euro) o con carpaccio di pesce (22 €).
Prezzo all’etto per gli spaghettoni conditi con crostacei o astice, astice blu, aragosta (dai 16 ai 25 euro all’etto).
Classico anche il secondo con il pescato del giorno al forno, al sale o in guazzetto (12 euro l’etto), i crostacei alla griglia (16 € l’etto), la Catalana. E due piatti con baccalà e orata.
Con la premessa di accorpare quanto più possibile la comanda, siamo rientrati nell’indicazione di poter ordinare alla carta anche se in numero superiore agli 8 commensali.
Ecco come è andata.
Come si mangia al ristorante Livello 1

E partiamo proprio con la novità, la pizza. Livello 1 non è diventata pizzeria, ma Mirko di Mattia fa centro con un impasto ben fatto accompagnato dal carpaccio di fragolino.

Una focaccia da condividere con entusiasmo rinforzata dal pane sempre fatto in casa. Servito con olio extra vergine di oliva dell’Abruzzo.

L’assaggio di crudo è affidato alla tartare di tonno con gazpacho e panzanella che si difende bene (25 euro).

Più performante il polpo arrosto con lattuga (25 €) su specchio di crema che rielabora con freschezza il classico con patate.

Preparato molto bene il semplice calamaro alla griglia (22 euro) che lascia morbide “fette” e tentacoli.

Da applausi a scena aperta il calamaro alla parmigiana (25 euro). Sulla carta l’incognita legata alla proiezione immaginaria di una stratificazione di melanzane e calamari è rotta dal piatto. I classici tondini di maggiore grandezza accolgono il ripieno di parmigiana di melanzane con un ottimo risultato finale.

Intermezzo con i gamberi resi croccanti dalla pasta fillo e si passa ai primi piatti.
I primi piatti del ristorante Livello 1

Molto ma molto buoni gli spaghetti alle vongole senza eccessi di amido ma ben legati e con il bonus dei molluschi sgusciati (24 euro).

Delicate e ben eseguite le pappardelle con i calamari e pistilli di zafferano (25 euro). Un piatto comunque generoso.

Piacevolmente strong i paccheri con le cozze associate al pomodoro e alle melanzane affumicate (20 euro) da mangiarne a vagonate. Un comfort food ma non banale.
Il pesce da tradizione e l’orata che vince

Per i secondi si guarda il pescato e il dentice con le patate al forno è realizzazione da manuale del fatto benissimo. Carne saporita e umida, patate al punto giusto.

Altro classico, la catalana di astice ben dosata con le verdure.

Buona la tempura di baccalà con i ceci e la liquirizia che resta un po’ in sottofondo (28 euro).

Vince a mani basse l’orata in zuppa di mare (28 euro) che testimonia la capacità dello chef del ristorante Livello 1 di interpretare diverse cotture e di mettere a punto un fondo “profondo” di sapore. Da non perdere.
Dolce e vini

Chiudiamo con la torta di compleanno al cioccolato e gocce di banana gluten free. Valore aggiunto a una mia prenotazione poco esaustiva. Ma a Livello 1 prestano attenzione per far star bene i commensali e il risultato, oltre a una torta molto buona, è stato riportare a casa la crostata gluten free comprata in zona Cesarini. Altro bonus per il team.
La carta dei vini è piccola per scelta della proprietà che sta meditando di trasferire il ristorante in un’altra sede, ma sempre all’Eur. Resterebbe in zona e questo è un piacere per i residenti dell’Eur in primis. Comunque abbiamo pescato un Verdicchio di Matelica Mirum di La Monacesca. Strutturato il giusto e profumato con un ricarico onestissimo.
Non resta che attendere il nuovo indirizzo per inserirlo in rubrica e continuare a consigliare Livello 1 (che potrebbe anche modificare il nome) come ottimo ristorante di mare a Roma.

Voto: 9/10
Ristorante Livello 1. Via Duccio di Buoninsegna, 25, 00142 Roma RM. Telefono: 06 503 3999. Instagram
Livello 1 a Roma, pensavo fosse un garage invece è un ottimo ristorante

13 dicembre 2023 – di Vincenzo Pagano.
A volte le apparenze ingannano ma per fortuna c’è il lieto fine. Proprio come al ristorante Livello 1 a Roma in via di Buoninsegna all’Eur. Però mi capirete, siamo in un quadrante non proprio votato alla ristorazione, fatto di uffici e residenti (sporadicamente anche io) che volgono l’attenzione ad altri quartieri. Almeno per la cena. Del ristorante Livello 1 ne avevo sentito parlare, ma i preconcetti di cui alle righe superiori mi avevano tenuto lontano. Ed è pur vero che l’indirizzo è a pochi passi da casa con l’aggravante che è anche aperto da circa 8 anni.


Poi il buon Fabio Carnevali, che cura l’ufficio stampa, mi ci ha simpaticamente mandato. Ma non al ristorante. Pessima idea ascoltare i consigli di un ufficio stampa ho pensato quando ci siamo accomodati al tavolo del ristorante di stile contemporaneo. Cucina a vista, grandi cristalli decorati a far da porta, ambiente de luxe.
Il menu è il biglietto da visita


Mi arriva un tremendo menu con inappuntabile copertina ma fogli della stampante infilati nelle plastiche. Nemmeno nei peggiori bar di Caracas. Una veloce occhiata alla lista e mi si para un muro di parole con font al limite dell’illeggibile.
A Roma si dice annamo bene. Ma faccio subito ammenda perché nemmeno ho ascoltato il timidissimo chef e il compostissimo maître che volevano suggerirci piatti fuori carta o il degustazione. Saltato perché nel dettaglio dei piatti mancava un primo. Brodetto va bene, ma un po’ di pasta. E senza dolce.
Ci sarebbe voluto l’egittologo, mi sono detto quando ho scelto i piatti alla carta insieme ai miei tre commensali. Perché il brodetto non è una zuppa, ma un piatto di pasta. Siamo andati abbastanza sul classico per timore di una deriva gourmet che potesse sconfinare sulle righe dei font illeggibili. D’altronde il menu è o non è il biglietto da visita di un ristorante?

Ma le doglianze finiscono qui (qualche appunto lo muoverei alle foglie delle piante di decorazione, ma non si mangiano). Perché lo chef Mirko Di Mattia ci sa fare e anche molto. Supportato dalla proprietaria Emilia Branciani, che ha disegnato il ristorante e poi si è dedicata anima e corpo alla ristorazione, ha a disposizione pesce freschissimo. Direttamente dalle aste di Formia conquistato dalla signora a suon di rilanci. Pesce che tra l’altro rifornisce anche i banchi della pescheria annessa. Si chiama la Pescatoria, crasi tra pescheria e gastronomia perché propongono anche piatti pronti da portare a casa. Con il naming, è vero, non ci siamo. Anche Livello 1, che starebbe a significare ristorante di ottimo livello, suonava a mo’ di piano garage del centro commerciale dei Granai. La finisco per davvero con le note negative (ma si potrebbe cambiare nome in Livello Mare?).
Come si mangia al ristorante Livello 1



Perché già dai benvenuti lo chef Di Mattia ingrana la marcia giusta e parte a razzo. Bottoncino con tracina e guacamole, olivetta all’ascolana di mare. Seguiti dalla pasta patate e cozze variante de Roma di risopatatecozze pugliese. Focacce e pane buono assieme all’olio del frantoio abruzzese Coletta.

Il polpo arrosto, con crema di patate, porro e verza ad accompagnarlo, ha buona consistenza e gusto.

Meglio i calamari ripieni di cime di rapa e bagnati dalla crema di fagiolini cannellini. Due piatti mare e monti da consigliare senza indugio.

Ed eccolo il famigerato “In Brodetto” che in realtà sono tubetti alla romana con gamberi, calamaretti e tracine in un “brodo” ristretto. Lo storytelling del comunicato stampa, che ho chiesto in seguito, recita: la preparazione parte dalle lische e dai carapaci dei crostacei e si arricchisce via via con un sugo di totani e pomodoro, poi con la bisque di crostacei e con l’acqua di vegetazione di cozze e vongole. Manca solo la parte del risottare al tavolo. Ma poco cambia: buonissimi.

E anche il più semplice tagliolini alle vongole è perfetto con la pasta che viene su senza ammassarsi e divinamente scende.

Comincio a pentirmi dei preconcetti e, pur avendo già mangiato i primi chiedo se c’è spazio temporale per assaggiare l’altro antipasto che occhieggiava tra i font. Arriva un baccalà con crema di bruschetta di pane, uva e lardo di Colonnata che levati da torno. Perfettamente bilanciato nella sapidità, va a nozze con il grasso nobilmente gourmet ma se fosse stato della porchetta di Ariccia andava bene uguale. Gran perizia dello chef.
I secondi


Scelta tranquilla per le commensali con un San Pietro al forno servito al gueridon e cotto a puntino. Umido al punto giusto.

Roma è la regina del quinto quarto? Probabile e qui lo chef del ristorante Livello 1 Mare fa faville con il pesce spada che incontra l’animella e lo spinacino.

E con il cefalo con funghi pioppini, fegatini di pollo, fondo di aglio nero e caffè. Il comunicato parla di contaminazione, ma il cefalo sta ai fegatini di pollo come il piccione sta al caviale. Piatto pop del ristorante Livello 1 al pari del precedente e promosso anch’egli.

Ci resettiamo.

La varietà e l’incursione del baccalà farebbero saltare il dolce. Ma la curiosità c’è. Riprendiamo in mano il papiro menu e tiriamo fuori il confort all’ennesima potenza: strudel con gelato allo zabaione. Lo chef del ristorante Livello 1 Mare ci sa fare anche sul versante dolce.

Anche in versione creativa con Alice, foresta disneyana con gelato semifreddo ai lamponi, crumble di cacao e meringhe a funghetto. Buono, ma lo strudel sta due spanne su.
Conclusione: dimenticate le apparenze, i nomi, i menu plastificati se in cucina c’è uno chef come Mirko Di Mattia. E segnate questo ristorante all’Eur nella vostra mappa anche se la vostra idea massima di livello è 10.

Voto: 8,5/10
Menu e prezzi del ristorante Livello 1 a Roma

Menu degustazione Terra Mare da 5 portate (80 €)
Antipasti
Gran Crudo (60 €)
Carpaccio di fragolino, rapa rossa, cavolfiore, mandorle e mostarda di frutta (23 €)
Crostacei (14 € l’etto)
Ostriche (6 € cadauna)
Tartufi di mare (3 €)
Ricci (4 €)
2 crudi e 2 cotti (35 €)
Baccalà, crema di bruschetta di pane, uva e lardo di Colonnata (23 €)
Calamaro ripieno di cime di rapa su crema di fagioli cannellini (23 €)
Polpo, crema di patate, porro e verza (23 €)
Primi piatti
Tagliolino alle vongole (23 €)
Paccheri con cozze, mandorla, lime e basilico (23 €)
Tubetto alla romana in brodetto (27 €)
Spaghettone Felicetti con crostacei (16 € l’etto, per tutto il tavolo)
Con astice blu o aragosta (20 € l’etto, per tutto il tavolo)
Secondi
Pesce spada con animella (28 €)
Cefalo con funghi, fegatini di pollo in patè, fondo di aglio nero e caffp (28 €)
Pescato al forno, al sale o in guazzetto (95 € al kg)
La Catalana (165 € al kg)
La griglia – scampi, mazzancolle, gamberi rossi (160 € al kg)
Dolci
Emilia, pancake, nocciola, panna e sciroppo d’acero (12 €)
Strudel con gelato allo zabaione (12 €)
Alice (14 €)
Roma. Livello 1, il ristorante con pescheria che porta pesce e mare all’Eur

12 luglio 2021 – di Anna Tortora
Le onde del mare arrivano fino all’Eur. Almeno da quando, 5 anni fa, Emilia Branciani e Claudio Montigelli hanno dato vita a Livello 1, uno dei pochi porti sicuri in tutta Roma sud per chi ama la cucina di mare.
L’idea è nata con lo chef Felix Lo Basso, ma poi si è concretizzata con Mirko Di Mattia, che è al timone della cucina di Livello 1 fin dagli inizi.

Livello 1 è ristorante e Pescatoria
Nessuna concessione alle mode, a tecnicismi esasperati, ad abbinamenti effetto wow, nella visione dello chef c’è solo il mare, e quello che serve per esaltarlo.
Anche per questo il format di livello 1 comprende anche la Pescatoria, che è pescheria con cucina di mare e gastronomia, dove la materia prima della stessa qualità del ristorante viene proposta in piatti più semplici, per pranzare a soli 10 €. Inclusivo e democratico no?

L’esperienza più completa però, per capire meglio gli argomenti dello chef, va fatta al ristorante. Che sin da subito si presenta spezzando un po’ il trend imperante da qualche anno a questa parte.

Ai toni del tortora e del greige, che hanno dominato il design dei locali più recenti, si impongono i cristalli, i tavoli laccati bianchi e l’azzurro di un enorme schermo retroilluminato sullo sfondo con la foto di una barriera corallina.
Anche l’illuminazione ricorda quella di un acquario, o i raggi che filtrano sotto il pelo dell’acqua, al mare. Se era l’illusione che si cercava, obbiettivo è centrato in pieno.

Anche la cucina di Mirko Di Mattia rompe con le tendenze. Al dilagare del nudo e crudo dei plateau, delle tartare, dei carpacci, risponde con un menu estivo pieno di pesce cucinato, guarnito di fondi e salse. Pietanze strutturate anche se di mare, dalle consistenze e intensità che ci si aspetterebbe più da un ristorante di terra.
Ovviamente a Livello 1 i crudi non mancano, in carta si trovano i classici, nonché una selezione di ostriche, ordinabili sia singolarmente che in formula degustazione (selezione di crostacei, ostrica, carpacci e tartare a 50 €)
Ma la cucina di Mirko Di Mattia si esprime nei due percorsi degustazione, di quattro o sei portate a scelta dello chef, che costano rispettivamente 70 e 80€.
Il percorso degustazione di Livello 1

Si inizia con il benvenuto, che nel nostro caso si traduce in un delicato quanto stuzzicante cannolo croccante, con tartare di pescato e polvere di pomodoro. Ottimo per distogliere l’attenzione dal cesto del pane e dei grissini, tutti fatti a mano in casa.

Proseguiamo con il primo dei due antipasti, la tartare di branzino con soia guacamole e senape. E’ l’esempio della qualità del pescato che viene lavorato qui a Livello 1 e all’annessa Pescatoria. Molto divertente il fuorimenu della pizza di mare, in cui la base è una seppia che raccoglie al centro il pomodoro condito e dei crostini croccanti.

Il primo antipasto caldo – questa volta in menu – è il baccalà a bassa temperatura con scarola in due consistenze e polvere di olive. Nulla da eccepire per il baccalà cotto perfettamente. Rimane umido, succoso, e l’accostamento alla scarola ripassata gli dona argomenti, arrotonda la sapidità e dona freschezza.
Le verdure amare però possono tradire, specialmente ridotte in crema, mousse, fondo… e la base di crema di scarola un po’ di amaro in bocca lo lascia…
Il calamaro del ristorante Livello 1 a Roma

Ma ci rifacciamo subito con un ottimo calamaro al nero, con zucchine croccanti alla scapece, cotto sottovuoto.
Morbido, con il nero che resta delicato, apporta un ché di mare ma senza sovrastare il calamaro. Ottima la scapece, che bilancia la dolcezza ed equilibra il tutto.

Con la ventresca di tonno alla brace saliamo ancora di livello. In menu è proposta con peperoni e ricci di mare (in apertura), ma a noi è arrivata nella variante con salsa verde e misticanza condita al kalamansi (agrume asiatico, tra il mandarino e il kumquat).
Chiudendo gli occhi sembra di mangiare una bistecca, per la consistenza delle carni e per i succhi pieni di sapore che sprigionano sotto i denti. L’agrume dona un’acidità dolce e fa da cassa di risonanza al piatto.
La pasta

Arriviamo al primo, le linguine Felicetti mantecate al burro e alici con paprica affumicata, prezzemolo e mandorle, un piatto che vuole osare. Tutto si gioca sull’equilibrio del salato, del dolce e dell’affumicato, con lo sprint delle mandorle che esaltano i sapori e il burro che li lega.
Un equilibrio delicato che richiede mano leggera sulle polveri, e sulla paprica in particolare. Nel mio ce n’era effettivamente un po’ troppa, ma resta un bell’amalgama di sapori.

La rana pescatrice, ultima pietanza di questa cena, invece è perfetta nella sua essenzialità. Regina del suo fondo intenso, concentrato, quasi un brasato di mare per intensità e sensazione gustativa. Fantastica.
I dolci

Terminiamo con una delicatissima frolla croccante al cacao, namelaka gel di nespola e nespola marinata al miso. Dessert che si apprezza un boccone dietro l’altro, man mano che dolcezza, tostature e aromi si uniscono e nasce l’umami.

Con l’Argentina, il dolce del cuore dello chef giochiamo sui sapori della tradizione. È dedicata alla nonna infatti la crostata scomposta, con gli ingredienti ricreati sul piatto, uova comprese, di mango sferificato. E presentata in questo modo, con la crema pasticcera nascosta nel mattarello, mette allegria e strappa un sorriso.
Un cocktail per ogni peccato a Livello 1
Un menu divertente e a tratti anche sorprendente, nonché abbinato a una mixology anch’essa un po’ particolare. La carta dei cocktail è ispirata ai peccati capitali, ed è frutto di una ricerca all’interno dei testi sacri per capire con quali ingredienti, millenni fa, venivano curati i ‘peccatori’.

Scopriamo così che c’è una spezia per ogni vizietto, ogni peccatuccio, che diventa poi protagonista del cocktail: l’accidia si cura con il cardamomo, lo sapevate?
Ed ecco il daiquiri degli accidiosi, a base di rum chiaro, sciroppo di coriandolo, succo di lime, e naturalmente il cardamomo.

E così via, con il Gin Fizz dei lussuriosi con la santoreggia, l’Ira sour a cui al bourbon si aggiunge l’artemisia. L’Old Fashioned dei superbi si espia con l’assenzio, la Gola si placa con lo spriz infuso all’issopo, l’invidia si cura con un Margarita alla verbena.
Per la tristezza, ottavo peccato capitale secondo il Vecchio Testamento, il rimedio è la curcuma, ancora meglio se col Franciacorta.

Ma il mio preferito è il Negroni allo sciroppo di zafferano al peperoncino e bitter al cioccolato. Sarebbe la miscela contro l’avarizia, devo iniziare a preoccuparmi?
Ristorante Livello 1. Via Duccio di Buoninsegna 25. Roma. Tel. + 39065033999




